S’intitola ‘Blood Over Intents’ il nuovo album dei Celtic Hills uscito il 24 aprile via Elevate Records su tutte le piattaforme digitali per poi vedere anche la luce su supporto fisico a fine maggio (le restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus e conseguente stop delle fabbriche hanno imposto lo slittamento del cd fisico).
Il metal proposto dai Celtic Hills è un power metal old school che spesso fa qualche incursione nel death metal melodico. Il leader del gruppo e membro fondatore è il carismatico Jonathan Vanderbilt, chitarrista e cantante, che scrive anche tutti i brani. A seguire, la copertina e la tracklist:
Celtic Hills ‘Blood Over Intents’, Elevate Records (2020)
1. Forum Julii 2. Blood Flows Down 3. A Happy Abdicant King 4. Time 5. When The Snow Cover The Ground 6. Ber For All 7. Avari Horn
Dell’album è online il video lyrics del brano di apertura ‘Forum Julii’ ispirato alla battaglia di Forum Julii oggi Cividale del Friuli con immagini tratte dal film ‘Il Gladiatore’.
dopo 26 anni oggi siamo noi su quel plateau che così raccontavi:
Nothing on the top but a bucket and a mop And an illustrated book about birds
Ci dicono che bisogna ‘resistere’, che presto dal plateau inizieremo a scendere.
You see a lot up there but don’t be scared Who needs action when you got words
Con la tua versione il pezzo dei Meat Puppets è diventato il gioiello dell’Unplugged che tutti conosciamo…in questa giornata ci sembra la preghiera più bella per ricordarti….
KURT COBAIN
In loving memory 20.02.1967 – 5.04.1994
Many a hand has scaled the grand old face of the plateau
Some belonged to strangers, some to folks you know
Holy ghosts and talk show hosts are planted in the sand
To beautify the foothills, and shake the many hands
Nothing on top but a bucket and a mop
And an illustrated book about birds
See a lot up there but don’t be scared
Who needs action when you got words
When you’ve finished with the mop then you can stop
And look at what you’ve done
The plateau’s clean, no dirt to be seen
And the work it took was fun
Nothing on top but a bucket and a mop
And an illustrated book about birds
See a lot up there but don’t be scared
Who needs action when you got words
Many a hand began to scan around for the next plateau
Some say it was greenland, and some say mexico
Others decided it was nowhere except for where they stood
But those were all just guesses, wouldn’t help you if they could
Super trasferta di Freezine in quel di Zagabria, dove sabato 15 febbraio han fatto tappa i Monster Magnet con il tour celebrativo per i ventidue anni dell’album ‘Powertrip’. Un evento molto atteso targato Los Angeles Agency, attivissima booking croata che la scorsa estate, tra gli altri, ha portato anche i Foo Fighters all’Arena di Pola.
Cornice del concerto il Močvara(in croato: ‘palude’, ndr), vero e proprio tempio dell’underground allestito in una ex fabbrica sulle rive del fiume Sava. Aperto dal ’99, oltre a concerti ospita anche festival, spettacoli teatrali, dj-set, performance di danza e circo e la Fiera del Disco e dei Fumetti!
Ad aprire le danze sono stati gli Stonebride, alfieri della scena stoner rock locale che quest’anno festeggiano i quindici anni di carriera! E dopo aver visto i Cojones -anche loro di Zagabria- in apertura al concerto degli Sleep, possiamo ben dire che le stoner band croate fan mangiare la polvere…come nel deserto del Mojave!!! 🤘🌵🎸
Monster Magnet @Močvara, Zagreb, 15.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Sala ormai gremita e pubblico caldissimo, fremente per l’arrivo degli headliner Monster Magnet, ormai veri e propri idoli a Zagabria, dove sono tornati a suonare ad appena un anno di distanza dall’ultimo concerto, che l’anno scorso ha richiamato più di 900 persone alla Tvornica. La fila nella zona bar inizia ad allungarsi, tre ragazzi dietro al bancone non bastano più ed anche i banchetti del merch sono già stati saccheggiati a dovere….
L’eccitazione è alle stelle quando alle 22.20 i cinque Signori dello Spazio arrivano sul palco sulle note dell’esplosiva ‘Atomic Clock’. Guidato magistralmente da Capitan Dave Wyndorf, classe 1956, unico rimasto della formazione originale, tutto l’equipaggio è pronto a salpare per un intergalattico ‘Powertrip’, loro quarto album in studio uscito nel 1998 via A&M Records.
Monster Magnet @Močvara, Zagreb, 15.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Un’ora e mezza di concerto, che da ‘Crop Circle’ a ‘See You in Hell’ passando per l’anthem‘Space Lord’ vede l’esecuzione integrale dell’album che alla fine degli anni ’90 li avrebbe lanciati nell’Olimpo internazionale del rock, prima sulla vetta delle chart e poi in tour con Aerosmith, Metallica e Rob Zombie. Balza subito agli occhi l’affiatamento, la complicità tra membri della stessa squadra che, accanto a Wyndorf, vede sul palco Garrett Sweeney alla chitarra, Chris Kosnik al basso e il riccioluto Bob Pantella alla batteria.
Monster Magnet @Močvara, Zagreb, 15.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Un capitolo a parte sarebbe da dedicare a Phil Caivano, mago delle sei corde al fianco di Wyndorf fin dai tempi del liceo, quando lasciano insieme la nativa Red Bank per approdare a New York in cerca di fortuna. Qui con il nome di Shrapnel entrano nel giro punk rock newyorchese e suonano in apertura all’ultimo concerto dei Ramones presso il leggendario CBGB di Manhattanil 10 aprile 1979. Visti questi precedenti, non stupisce l’energia rilasciata da Caivano per tutta la durata dello show…il Mostro Magnetico è lui!!!!!!
Monster Magnet @Močvara, Zagreb, 15.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Invocata a più riprese dal pubblico in delirio a suon di ‘We WantMore’, la band torna sul palco per snocciolare gli encore, quattro chicche anteriori alla fase tutta lustrini mtv style di ‘Powertrip’, tra cui ‘Twin Earth’ (1993) e ‘Negasonic’ da ‘Dopes to Infinity’ del 1995.
Monster Magnet @Močvara, Zagreb, 15.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Appena finito il concerto non abbiamo potuto esimerci dal cercare Mr. Caivano per consegnargli la nostra shopper: purtroppo gli spintoni della folla unita alla maleducazione di qualche ‘ficcanaso’ non hanno aiutato la qualità della foto…ma chissene….noi la mettiamo lo stesso in ricordo di una serata a dir poco indimenticabile!!!! 🔥🚀🤘
‘Hearth’ è il titolo del nuovo atteso album dei TSO in uscita il 21 febbraio per Edison Box. La band presenterà il nuovo lavoro il giorno stesso venerdì 21 febbraio presso il Loft di Trieste.
Registrato a Udine allo studio ‘Il Motore dell’auto’ di Andrea Rigonat, ‘Hearth’ è mixato da TSO e Andrea Rigonat. Gran parte delle canzoni sono state scritte e registrate assieme a FedericoSeraffini, amico di vecchia data, polistrumentista triestino, che nell’ultimo periodo è stato chitarrista sul palco assieme ai Tso, ed anche al violino, buzuki e chitarra nei set acustici.
TSO ‘Hearth’, Edison Box (2020)
La band descrive così il nuovo album: ‘Hearth’ ha un significato personale ed intimo e rappresenta il fuoco che illumina l’oscurità della frustrazione, il riscatto dalla noia e dall’alienazione della realtà quotidiana. E’ uno scomodo viaggio sulla sottile linea che separa la follia dalla normalità; fra allucinazioni e visioni, amici e nemici, amore e odio. Il disco verrà presentato dal vivo in esclusiva il 21 febbraio al Loft di Trieste. A fine aprile seguirà un tour in Europa che toccherà città tra le quali Berlino, Lipsia, Vienna, Lubiana, Parma e Trieste’.
Gran successo per Nick Oliveri e i ‘suoi’ Mondo Generator che, in tour in questi giorni attraverso il Vecchio Continente, lo scorso 9 febbraio hanno fatto tappa in quel di Ilirska Bistrica, cittadina slovena a pochi km dal confine croato.
Dopo una discreta cena a base di selvaggina -specialità della zona- arriviamo al MKNŽ Mladinski Klub Nada Žagar, storico clubche fin dal 1966 ospita concerti e serate punk rock con band da ogni angolo del pianeta. Ad organizzare l’evento la Boomerang, nuova booking slovena in collaborazione con Rocket Panda Management.
@Mknž Ilirska Bistrica, 9.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Apertura con i local heroesBlackoutt, quattro protei dagli abissi delle grotte di Postumia, che avevamo già apprezzato insieme ai Duel. Da subito hanno acceso la serata con il loro instrumentalpostrock sincero, essenziale, senza fronzoli, confermandosi pienamente all’altezza di reggere il confronto con band di respiro internazionale.
Blackoutt @Mknž Ilirska Bistrica, 9.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz Blackoutt @Mknž Ilirska Bistrica, 9.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Finalmente sul palco Nick Oliveri…che personaggio, che faccia da cinema! A tratti mi ricorda Forrest Gump ma lo sguardo alla Joker tradisce i segni di un passato burrascoso: condannato nel 2011 a quindici anni di carcere, ha patteggiato con 200 ore di servizi sociali e 52 settimane di terapia presso un Centro per il controllo della rabbia e dell’aggressività. Rabbia e sofferenza poi tradotte nel progetto dei Mondo Generator, fatto di suoni immediati, grezzi e rock n’roll, che richiama il rumore delle fabbriche industriali nel circondario.
Nick Oliveri @Mknž Ilirska Bistrica, 9.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz Nick Oliveri @Mknž Ilirska Bistrica, 9.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Breve ma intenso, il concerto ha visto oltre ai brani dal nuovo album ‘Fuck it’ anche cover come ‘You Think I Ain’t a Dollar’ dei QOTSA e ‘Green Machine’ dei Kyuss…Sul palco insieme a Nick due pezzi da novanta come il cazzuto bassista Mike ‘Pygmie’ Johnson e Mike Amster dei Nebula alle pelli.
Mondo Generator @Mknž Ilirska Bistrica, 9.2.2020, ph. by Sarah Gherbitz
Bagno di folla a fine serata nel backstage per Nick Oliveri che, apparso in gran forma, ha rilasciato autografi sorridente e disponibile lasciandosi immortalare anche con la borsa di Freezine. Coloratissimo anche il banchetto del merch, dai vinili alle magliette passando per l’underwear griffato…per non farsi mancare niente!
Occhio al calendario però perché le serate al Mknž continuano nei prossimi mesi con una serie di ospiti davvero interessanti…STAY TUNED!!!!!!!!!!
Giovedì 26 marzo start 21: WERLY (crust, ex Hiatus – BELGIUM)
Martedì 7 aprile start 21: 7AM (garage punk – SLO/DE) + GÖTTEMIA (punk rock, Norway)
Venerdì 10 aprile start 21: LASSIE (Germany: happy garage punk)
Giovedì 16 aprile start 21: COCAINE PISS (Belgium: noise punk) + THE K. (Belgium: noise punk rock)
Mercoledì 22 aprile: OMEGA SUN (stoner doom, SLO) +SWAN MAY (stoner doom rock, AUSTRIA)
“Il plasmatic idol è quel qualcosa che ci guida nelle nostre scelte e creazioni, ci dà l’illusione di resistere al passare del tempo e in un certo tempo plasma la realtà così come la immaginiamo o abbiamo paura essa sia…”.
A pochi giorni dall’uscita del nuovo album ‘Plasmatic Idol’, disponibile qui via Heavy Psych Sounds Records, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i milanesi Giöbia, veterani dello space rock since 1994! Dopo il release party al Cox18 di Milano, la band sarà in tour nei club e festival delle principali città europee, tra cui venerdì22 maggio al Metelkova di Lubiana….DON’T MISS IT!!!
Ciao e benvenuti su Freezine! Per coloro che non vi conoscono, potreste cominciare presentando la vostra attuale line up e come avete cominciato a fare musica assieme? Abbiamo una predilezione per i suoni lisergici e abbiamo iniziato a suonare assieme a metà degli anni 90 a Milano, la nostra città. Bazu e Stefano Betta, cioè chitarra e batteria, erano compagni di scuola, poi negli anni la formazione ha avuto diversi cambi di line up fino a quella attuale con Saffo Fontana all’organo e Paolo ‘Detrji’ Basurto al basso.
Com’è nato ‘Plasmatic Idol’, c’è un concept, un filo conduttore tra i diversi brani? Ogni brano ha una sua storia ed è stato influenzato da qualcosa, i testi raccontano vicende che non ci riguardano necessariamente in prima persona, ma si rifanno piuttosto a degli stati d’animo che sono metafora di alcuni momenti della vita che ognuno di noi può aver passato. Quello che li accomuna è una sorta di oscurità che ci portiamo dentro, con la quale conviviamo in maniera più o meno conflittuale, ma che comunque è parte di noi e ci rende quello che siamo. A volte fa male, a volte ispira.
Quali sono le maggiori differenze con il disco precedente? In quale direzione sta andando il vostro sound? Rispetto a ‘Magnifier’, ‘Plasmatic idol’ è probabilmente più maturo e meno claustrofobico. Anche se abbiamo forti radici nei 60’s la nostra direzione è il futuro, guardiamo sempre in avanti, a qualcosa di vintage nel suono ma innovativo nelle idee.
Nell’album ci sono diverse collaborazioni… Abbiamo registrato il disco poco fuori Milano, al Trai Studio. Le registrazioni fatte al Trai fin da subito ci sono sembrate ottime, Fabio “Trai” è stato fondamentale in tutte le fasi della realizzazione di ‘Plasmatic Idol’. Terminate le registrazioni il nostro è stato un lavoro di produzione, abbiamo cercato di dare un’identità unica a questo nuovo lavoro. Per la finalizzazione ci siamo affidati a Brett Orrison (Spaceflight Records di Austin, Texas) che avevamo conosciuto nella data che avevamo fatto a Ferrara con i Black Angels, di cui è fonico. Brett aveva già masterizzato due brani per noi, che poi sono entrati a far parte della compilation della Fuzz Club ‘The Reverb Conspiracy’ vol. 2 e 4. Con Brett ci siamo trovati molto bene, ha capito subito le nostre intenzioni ed è stato molto disponibile e professionale.
Com’è iniziata la collaborazione con la Heavy Psych Sounds? Avevamo conosciuto Gabriele Fiori (founder dell’etichetta, ndr) diversi anni fa. Con HPS era già uscita la terza stampa di ‘Magnifier’, abbiamo visto nascere e crescere nel tempo quest’etichetta, la creatura di Gabriele. Era arrivato il momento di fare qualcosa di più.
Quale futuro vedete oggi per la scena italiana psych-stoner, considerando la fioritura di band e festival dedicati a questo genere negli ultimi anni? Solitamente quando in Italia esplode qualcosa vuol dire che siamo vicini alla sua fine. L’Italia negli ultimi anni è riuscita a far emergere dall’underground band ottime e tutte dal suono estremamente diverso tra loro ed originale. Quello che a noi importa è che ci siano sempre stimoli nuovi e band interessanti con le quali confrontarci e prendere spunti.
Com è oggi il vostro rapporto con la scena underground milanese?c’è fermento, partecipate a manifestazioni, concerti etc? Fortunatamente abbiamo molti appassionati che vanno ai concerti, comprano dischi, dei veri e propri invasati che noi amiamo. Diciamo che c’è fermento, quello che manca rispetto a qualche anno fa sono i locali adeguati che possano ospitare concerti di musica underground.
Per chi non conosce il suo significato, potete spiegare che cosa significa ‘giöbia’ e perché avete deciso di chiamarvi così? La Giöbia è un fantoccio della cultura popolare lombarda che viene bruciato l’ultimo giovedì di gennaio come rito propiziatorio. Questo fantoccio dalle sembianze umane è la nostra strega protettrice.
Vi aspetta anche il tour, come vi sentite? Quanto conta per voi il live? Non vediamo l’ora di ricreare uno spettacolo nuovo, siamo molto eccitati, per questo ci vorrà del tempo per trovare l’equilibrio giusto.Solitamente il live e la realizzazione di un album sono due processi molto differenti. Difficile dire a quale siamo più legati, entrambe le cose sono fondamentali.
C’è qualcosa che volete aggiungere? Molte persone venerano idoli in carne ed ossa, altri credono in idoli che appartengono a dimensioni più immateriali in nome dei quali sono pronti a sacrificare tutto…questo ci dà l’illusione che ci sia un senso in ciò che accade e in ciò che facciamo, che ci sia un disegno dietro, un filo conduttore…Il ‘plasmatic idol’ è quel qualcosa che ci guida nelle nostre scelte e creazioni, ci dà l’illusione di resistere al passare del tempo e in un certo tempo plasma la realtà così come la immaginiamo o abbiamo paura essa sia…in questo senso può essere considerato il filo conduttore tra spaccati e atmosfere così diverse nelle canzoni nell’album.
Non so quante occasioni ci saranno di vedere in Italia ‘Tusta’, il documentario sul frontman del gruppo croato KUD Idijoti. Per il momento è stato presentato al 31°Trieste Film Festival, alla presenza del regista Andrej Korovljev e del produttore Nenad Puhovski.
Presentato nella sezione ‘Art & Sound’, ‘Tusta’ racconta la storia di Branko Črnac detto ‘Tusta’ e dei KUD Idijoti, gruppo punk rock di Pola, noti anche in Italia e attivi tra gli anni ’80 ed il 2011, anno del loro ultimo concerto.
Il film inizia nel 1987, anno in cui la band, fondata nell’81, vince al Festival di Subotica in Serbia sbaragliando oltre trecento band concorrenti. La vittoria segna una svolta importante per i KUD Idijoti, che da quel momento conoscono un successo inarrestabile che li porterà ad esibirsi sui principali palchi in Ungheria, Germania, Svizzera ed Italia. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo su questi capelloni ‘che si trovavano a provare a Pola, negli spazi abbandonati dell’ex manicomio di Villa Rizzi’, come racconta il bassista del gruppo Nenad Marjanovic detto Dr. Fric nel suo libro ‘Život s Idijotima’(La mia vita con gli Idioti, nda).
KUD Idijoti durante un concerto a Novi Sad (1987)
Clamoroso l’episodio in tour a Reggio Calabria nell’87, quando un gruppo di carabinieri interrompe l’esecuzione della cover di ‘Bandiera Rossa’ contribuendo ad un incidente diplomatico. I loro testi sulla tolleranza, la convivenza e la giustizia sociale, considerati troppo comunisti negli anni ’90, chiusero alla band le porte di molte stazioni radio in Croazia.
Determinante per il gruppo in questa fase iniziale della carriera fu l’incontro con Boris Furlan, produttore indipendente sloveno, che decise di pubblicare i primi album tramite la sua etichetta Slovenia Records di Koper. Un altro aneddoto saliente è il concerto alla Tivoli Hall di Lubiana nel 1994 quando i Kud Idijoti suonarono in apertura ai mitici Ramones: “Loro arrivavano dalla Grecia ed erano senza strumenti, che erano stati imbarcati sull’aereo sbagliato, e nel backstage regnava un certo nervosismo”, ricorda ilchitarrista Sale Veruda in un’intervista. “L’organizzatore della serata, teso e preoccupato, ci dava indicazioni affinché continuassimo a suonare intrattenendo il pubblico il più a lungo possibile…Finalmente, dopo quaranta minuti, l’attrezzatura arrivò, il concerto poteva iniziare!”
Nella seconda parte il film si concentra sul lato intimo di Tusta, attraverso le testimonianze dei compagni di avventura, degli amici e soprattutto delle mogli e dei suoi figli. Rivelando la sua straordinaria dimensione umana ed il carisma che lo hanno reso un’icona punk rock, ribattezzato ‘Joe Strummer dei Balcani’, Tusta era visto come un eroe tra gli operai dei cantieri di Pola, dove lavorava a capo del dipartimento macchine ed era attivo nel sindacato.
Stroncato da un male incurabile nel 2012 pochi giorni dopo aver compiuto 57 anni, Tusta oggi vive ancora nei ricordi e negli sguardi di chi lo ha conosciuto ed amato, sui murales e sulla targa che la sua città gli ha intitolato proprio di fianco al ClubUljanik; ed anche attraverso il festival Viva la Pola! che ha ospitato band del calibro di Voivod, Madball, Agnostic Front etc…
Il documentario è diretto da Andrej Korovljev, nato a Pola con studi di regia a Londra, ed è prodotto dalla Factum di NenadPuhovski -oltre che producer anche regista teatrale e fondatore del principale festival di cinema documentario di Zagabria Zagrebdox. I due insieme hanno già realizzato ‘Una storia polesana’ e ‘The Years of Rust’ sui cantieri Uljanik di Pola -dove Branko Tusta lavorava. ‘Tusta’ in questo senso chiude quasi una ideale trilogia sul capoluogo istriano, dove dovrebbe ambientarsi anche il nuovo film di Korovljev- che questa volta sarà un lungometraggio di finzione.
Della Factum al Trieste Film Festival sono stati presentati molti lavori, tra cui ‘Generacija ’68-Generation ’68 (2016) sulle rivolte degli studenti e ‘Glasnije Od Oruzja- Louder Than Guns’ (2017) sul ruolo della musica patriottica nella (ex) Jugoslavia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.
Dopo aver debuttato la scorsa estate al Motovun Festival di Montona, ora ‘Tusta’ prosegue con successo il suo tour attraverso il circuito dei festival e dei cinema nelle principali città croate.
A tre anni da ‘Mareridt’, l’album che l’ha consacrata come regina del black metal, Myrkur torna con un nuovo album ‘Folkesange’ in uscita il 20 marzo per Relapse Records.
L’album sarà un disco acustico che vedrà Amalie Bruun -questo il vero nome della musicista e modella danese, che da pochi mesi è diventata anche mamma del piccolo Otto- interpretare canzoni tradizionali scandinave e nuove canzoni composte appositamente per ‘Folkesange’.
Qui sotto artwork e tracklist:
1 . Ella 2 . Fager som en Ros 3 . Leaves of Yggdrasil 4 . Ramund 5 . Tor i Helheim 6 . Svea 7 . Harpens Kraft 8 . Gammelkäring 9 . House Carpenter 10. Reiar 11 – Gudernes Vilje 12 – Vinter
E’ online anche il video di ‘Ella’, guarda qui il video:
Nick Oliveri is back!Lo storico bassista dei Kyuss e QOTSA con i suoi Mondo Generatorlive al MKNZ di Ilirska Bistrica domenica 9 febbraio, ad aprire la serata gli stoners sloveniBlackoutt.
Evento Facebook: MKNŽ: Mondo Generator [Usa] + Blackoutt [Slo]
La band – composta da Oliveri, il chitarrista Mike Pygmie e il batterista Mike Amster – pubblicherà un nuovo album in studio chiamato ‘Fuck It’ il 21 febbraio, e subito dopo, il 28 febbraio, ‘Shooters Bible’. Entrambi arrivano in vinile e CD via Heavy Psych Sounds Records.
‘Fuck it’ segna il primo album dei Mondo Generator in otto anni, dopo ‘Hell Comes to Your Heart’ del 2012. È stato registrato ai Pink Duck studios di Josh Homme a Los Angeles e mixato da Ian Watt.
‘Un mix di speed rock, punk americano e hardcore con il tipico stile di Nick Oliveri. Puoi sentirci le radici della vecchia scuola di Black Flag e Dead Kennedys con un pizzico di hard rock e talvolta sfumature stoner. Puoi sentire la polvere e la sabbia del deserto californiano mescolate con l’odore marcio di un seminterrato sporco!’
Per quanto riguarda ‘Shooters Bible’, l’album è stato registrato nel 2010 ma non è mai stato pubblicato. Tra i vari inediti, l’album presenta anche una cover di ‘Dog Food’ di Iggy Pop con Dave Grohl alla batteria.
In occasione dei 22 anni di ‘Powertrip’ (1998), i Monster Magnetdi Dave Wyndorf sbarcano in Europa con un tour celebrativo! 26 date, tra cui quella di sabato 15 febbraio al Močvara di Zagabria, tempio dell’underground allestito in una ex fabbrica sulle sponde del fiume Sava. In apertura suoneranno i croati Stonebride!
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