Il Friuli punta su Il ragazzo invisibile

Il Ragazzo Invisibile è il nuovo film di Gabriele Salvatores che è stato girato interamente a Trieste, tra settembre e dicembre 2013, grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia attraverso la Fvg Film Commission. L’uscita della pellicola e di un progetto di comunicazione integrata che prevede anche le versioni in romanzo e fumetto, è stata annunciata in anteprima oggi a Trieste dal presidente di Fvg Film Commission, Federico Poillucci, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte la presidente della Regione, Debora Serracchiani, l’assessore alla Cultura, Gianni Torrenti, e il sindaco del capoluogo giuliano, Roberto Cosolini.

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Le riprese del film di Gabriele Salvatores, che in Friuli aveva già girato nel 2008 Come Dio comanda, sono durate 12 settimane, tra settembre e dicembre dello scorso anno. L’idea di ambientare le avventure de Il ragazzo invisibile a Trieste è frutto proprio di una visita che il regista fece in quei giorni del 2008 in Porto Vecchio, accompagnato dalla Film Commission, descrivendo al termine della passeggiata la location come “un grande tesoro d’immagini”. Definizione rivelatasi azzeccata se proprio in Porto Vecchio Salvatores ha trovato cinque anni dopo una delle location cardine del film, quasi un personaggio della storia: il pontone Ursus.
Il film ha quindi una genesi lunga e già in fase di scrittura ha un rapporto strettissimo con Trieste. Affascinato dalla città che già conosceva e conquistato dall’enorme gru, il regista ha voluto che la sceneggiatura originaria fosse modificata, riscritta sui luoghi reali. I sopralluoghi sono una fase della lavorazione del film tanto importante quanto misconosciuta, ci vogliono mesi di lavoro per arrivare a definire ogni ambientazione, ma è in questa fase che una produzione inizia a spendere in città. L’analisi dell’impatto economico del film sul territorio è partita proprio da quei giorni, quantificando le spese dei sopralluoghi della regia, degli sceneggiatori, della scenografia e degli addetti agli effetti speciali.
Definiti gli ambienti, inizia la fase di preparazione, che prevede come prima cosa di trovare gli spazi necessari ai vari reparti: uffici per la produzione, locali da adibire a falegnameria e attrezzeria, luoghi per ospitare i casting e molti altri ancora. Nelle settimane che precedono le riprese vengono impiegate le prime maestranze locali: assistenti e runner di produzione, attrezzisti, costruttori e assistenti di scenografia, etc. Quindi inizia il lungo e fondamentale lavoro del casting locale, per individuare attori, piccoli ruoli e comparse. Nella fattispecie, prima che si battesse il primo ciak, la Indigo Film – la società di produzione della pellicola – aveva già speso a Trieste oltre 118.000 euro.

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Già qui, nella fase di preparazione che ancora non prevede riprese ma in cui il produttore programma le spese sul territorio , è evidente che se cresce la capacità del sistema locale di rispondere alle specifiche esigenze avanzate dalla produzione, limitandone la ricerca al di fuori dei propri confini territoriali, cresce anche sia l’indotto generato che il potenziale attrattivo della regione stessa. Facendo un discorso più ampio si può affermare che la scelta di girare un film in una regione piuttosto che un’altra, oltre che da ovvie motivazioni artistiche, è infatti fortemente influenzata da due fattori: la possibilità di trovare competenze e servizi e la presenza di finanziamenti sul territorio. Nel primo caso, per la rilevanza di alcune voci di costo, le produzioni possono ritenere auspicabile assumere figure professionali del luogo, se preparate ed esperte, evitando di sostenere spese aggiuntive legate alla trasferta. Nel secondo, considerato il forte impatto economico generato da una produzione ospite, è in atto una vera e propria competizione tra i territori per accaparrarsi le produzioni ad alto budget, attraverso i contributi dei diversi fondi alle riprese o film fund, sorti sul territorio nazionale a partire dal 2003, ovvero dall’istituzione del FVG Film Fund, prima esperienza del genere in Italia.
Territorialità sia di spesa che di riprese più impiego di professionisti locali: questi sono i due principali obblighi a cui devono sottostare le produzioni che beneficiano di un contributo ex Film Fund. La Indigo Film aveva principalmente tre obblighi contrattuali: ambientare le riprese del film in FVG per almeno 35 giorni, assumere professionisti locali in percentuale pari al 20% dell’intera troupe e rendicontare fatture per almeno il 150% del contributo erogato, in questo caso di 150.000 euro.

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Il dettaglio dei costi sostenuti dalla produzione dal 16 settembre al 7 dicembre, date d’inizio e fine riprese, è stato quindi analizzato, voce per voce, preceduto dalla premessa che non tutte le produzioni che Film Commission assiste hanno un budget di quasi 9 milioni di euro come Il ragazzo invisibile. Una spesa diretta di queste dimensioni avviene solo con i progetti a medio ed alto budget, ma è innegabile come una sola di queste produzioni l’anno sia capace di coprire l’intera dotazione del fondo, comprensiva delle spese per le attività di Film Commission. Oltre alle già citate spese di sopralluoghi e preparazione sostenute prima delle riprese, durante l’incontro sono state elencati tutti i numeri della spesa diretta sostenuta in loco per l’acquisizione di fattori produttivi locali. L’importo maggiore è costituito dalle spese per il personale locale: 22 professionisti locali si sono aggiunti ai 46 della troupe romana (ben oltre il 20% imposto dal regolamento del film fund) , per una spesa di oltre 388.000 euro (comprensiva di oneri sociali), a cui si aggiungono altri 141.000 euro pagati ai fornitori locali per le spese vive di costumi, scenografia e reparti tecnici. Altro dato che salta subito all’occhio è quello riferito al numero totale di pernottamenti alberghieri, più di 4.300, per una spesa – suddivisa sulle varie strutture che hanno ospitato cast e troupe – di oltre 226.000 euro. Altro capitolo sostanzioso quello del casting per attori e comparse che arriva a oltre 170.000 euro: 25 i ruoli affidati ad attori del FVG e 1156 le presenze delle comparse.
A queste cifre si aggiungono i 114.000 euro di costo d’affitto per le diverse location utilizzate per le riprese e la spesa di 60.000 euro per il catering. Senza dimenticare che le diarie della troupe romana in trasferta vengono spese principalmente nei negozi e ristoranti cittadini. Fatture alla mano, il dato finale è di oltre 1 milione e 400 mila euro, decisamente un bell’affare per la città.
Fin qui è stato analizzato l’impatto diretto generato da Il ragazzo invisibile e individuato un rapporto tra il contributo erogato ex Film Fund (150.000 euro) e spesa sul territorio (più di 1.400.000) di 9.7: per ogni euro di contributo pubblico la produzione ne ha spesi quasi dieci.

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I benefici economici per il territorio non si esauriscono qui, poiché a quest’impatto diretto bisogna aggiungere quello moltiplicativo che si attiva sul tessuto economico locale a partire da questa spesa. In questo caso si parla infatti di impatto indotto, legato alla necessità, da parte dei fornitori di beni e servizi coinvolti direttamente dalle produzioni, di spendere a loro volta per soddisfare la domanda delle stesse. Questo processo moltiplicativo e i suoi effetti sul tessuto economico locale sono stati studiati per stabilire un valore del moltiplicatore, che permetta di quantificarne l’effetto. Facendo riferimento agli studi più accreditati condotti nel Regno Unito1, questo valore è fissato tra 1,8 e 2,8.

Anche adottando per il sistema locale il valore di moltiplicatore più basso, ovvero 1.8, l’impatto economico indotto supera i 2 milioni e 600 mila euro.

A quanto detto fin qui, si aggiungono, meno quantificabili ma altrettanto importanti, i vantaggi dal punto di vista del ritorno d’immagine, del marketing territoriale, della creazione d’immaginario e, non ultimo, del cineturismo. Tutti aspetti che in un film come Il ragazzo invisibile- che si rivolge ad un pubblico di famiglie, in uscita nel periodo natalizio con una distribuzione massiccia e con un potenziale evocativo così forte – concorrono a creare un’opportunità – per Trieste e il FVG- davvero unica.

È dunque evidente che l’attrazione di produzioni audiovisive sul territorio produce benefici economici la cui consistenza conferma la bontà dell’approccio sui cui si basa l’istituzione dei fondi regionali, ovvero dirigersi al di là di una logica meramente assistenzialistica o ispirata ad un approccio esclusivamente cultural-oriented, valorizzando il settore come una vera e propria risorsa economica territoriale.