Giornate del Cinema Muto, la sfida riparte anche dal web

Campanello d’allarme dalle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, il prestigioso festival inserito dalla rivista Variety nei 50 eventi cinematografici imperdibili al mondo. A rischio i contributi della Camera di Commercio di Pordenone, che per le Giornate significherebbe, in un budget già pesantemente segnato dai tagli subiti negli ultimi anni, una ulteriore riduzione di 50 mila euro.

cinema1Nonostante il doppio sold out dell’ultima edizione, conclusasi lo scorso ottobre con un ottimo bilancio per affluenza ed interesse, anche altri contributi potranno subire una riduzione, in particolare quello della Fondazione CRUP.  ‘A partire dal 2008-2009 i tagli sono stati costanti e hanno riguardato quasi tutte le istituzioni e gli sponsor che sostengono il festival’, spiega il presidente delle Giornate Livio Jacob. ‘Il risultato è che oggi dobbiamo organizzare un evento internazionale, cercando di non intaccare la qualità che lo ha reso la vetrina più ambita dalle cineteche di tutto il mondo, con parecchie decine di migliaia di euro in meno rispetto ad alcuni anni fa. Perché se non lottiamo tutti insieme per mantenere le eccellenze che abbiamo saputo creare nel territorio, a perderci, in termini di proposte culturali ma anche di ritorno economico, saranno soprattutto Pordenone e il Friuli Venezia Giulia’.

cinema2Nei giorni scorsi si è tenuto alla Casa del Cinema di Roma il convegno dal titolo ‘Nuovi festival per uno spettatore nuovo-La formazione giovanile alla prova dei festival di cinema’ promosso da Afic-Associazione Italiana Festival di Cinema. Al centro del dibattito la trasformazione dei festival nell’epoca del digitale, e quindi l’importanza di analizzare e promuovere tutte le iniziative che sviluppino la formazione di uno (o meglio più) pubblici nuovi. Di particolare interesse l’intervento di Karel Och, direttore del Festival di Karlovy Vary, e quello di Mirsad Puritrava, direttore del Sarajevo Film Festival, kermesse simbolo della rinascita culturale dopo la guerra. L’attenzione al web, alla creazione di una app di facile consultazione, insomma alla comunicazione 2.0 è la nuova sfida per i festival, così come il sempre più frequente ricorrere al crowdfunding e forme alternative di produzione.