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Ingmar Bergman: from black metal to Chelsea Wolfe, the legend lives on

The hooded Death. The tormented Knight. The Chess Game. It’s quite easy to guess which film has become a cult for its images, its deep contrast between light and dark, the solitary landscapes.
If Ingmar Bergman was still alive today, next July 14th, 2018 would be a hundred years. Despite time, its cinema maintains its charm unaltered, with artistis generations inspired by look, videoclip and music.

Det Sjunde Inseglet- The Seventh Seal (1957)

Strongly rooted in the culture of his native country, Sweden, Bergman is considered a pioneer of folk horror with films like ‘The Seventh Seal’ (1957) and ‘The Virgin Spring’ (1960): both of medieval setting, paganism and witchcraft, wild landscapes, stories of folklore and superstition.

Jungfrukällan- The Virgin Spring- ( 1960)

Taken from a Swedish ballad of the fourteenth century, ‘The Virgin Spring’ is a kind of horror movie,  later it would be inspired by such a master as Wes Craven with his first ‘The Last House on the Left ‘(1972). Of all Bergman’s films, it’s definitely the most folk. He uses aspects of Norse mythology and focuses on the conflict between ancient legends and Christianity. In one scene, we see the beautiful Ingeri (Gunnel Lindblom) while praying the god Odin.

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Det sjunde inseglet- Il Settimo Sigillo (1957)

«When the Lamb opened the seventh seal, there was silence in heaven for about half an hour. And I saw the seven angels who stand before God and to whom were given seven trumpets» 
(Apocalypse, 8, I)

With its dark and surreal atmosphere, ‘The Seventh Seal’ has become the black metal film par excellence. Many bands have paid tribute to him, from the Funeral Mist (‘Salvation’), Marduk (‘Plague Angel’), austrian Abigor in ‘Invoke the Dark Age’, Agalloch (The Mantle). In Italy Death SS, Vidharr, La Cuenta, whose last album is called ‘La Confessione di Antonius Block’ from the main character.

La Cuenta, ‘La Confessione di Antonius Block’ (2017)

California’s songstress Chelsea Wolfe is a Bergman big fan too: ‘The Seventh Seal was an early influence for me’, she explains in this interview. ‘I saw it and then read Ingmar Bergman’s autobiography ‘Lanterna Magica’ and was intrigued by his use of contrast and shadow. But also just the mood and concept of that film—the character of Death followed me for many years. The album cover for my first album, The Grime and the Glow, was in tribute to that, shot by my friend Jessalyn Wakefield’.

Chelsea Wolfe ‘The Grime and the Glow’, Pendu Sound Recordings (2010), artwork by Jessalyn Wakefield

‘The director came to me with the idea for it’, she told in this interview about ‘Mer’ video. ‘I wanted it to explore the wonder of the sea – he kind of built up the imagery from there. He knew that ‘The Seventh Seal is one of my favourite films and the ideas for the video developed from there very naturally. The dancing girls was a visual representation of the end scene in The Seventh Seal, where the characters are holding hands and dancing together on the hill. Now you’ve mentioned it, perhaps I played the ‘death’ character, too – the somber, silent one’.

And what about this one below?
Jex Thoth Ft. Bergman’ ‘The Virgin Spring’…amazing!

Ingmar Bergman: dal black metal a Chelsea Wolfe, il mito continua

La Morte incappucciata. Il Cavaliere tormentato. La Partita a Scacchi. Non è difficile indovinare quale film è diventato un cult per le sue immagini, il suo chiaroscuro, i paesaggi solitari.
Se Ingmar Bergman oggi fosse ancora vivo, il prossimo 14 luglio compirebbe cent’anni. Nonostante il passare del tempo, il suo cinema mantiene intatto il suo fascino, ispirando intere generazioni di artisti nella musica, nei video ed anche nel look.

Det Sjunde Inseglet- Il Settimo Sigillo (1957)

Bergman, fortemente legato alla cultura del suo Paese, la Svezia, è considerato un pioniere del folk horror con film come ‘Il Settimo Sigillo’ (1957) e ‘La Fontana della Vergine’ (1960): entrambi di ambientazione medievale, ricchissimi di riferimenti al paganesimo e alla stregoneria, immersi in una natura aspra e selvaggia, storie di folklore e superstizione.

Jungfrukällan- La Fontana della vergine- ( 1960)

Tratto da una ballata svedese del XIV secolo, ‘La Fontana della Vergine’ è visto come un proto-horror, a cui si è ispirato un maestro del genere come Wes Craven con il suo primo film ‘The Last House on the Left’ (1972). Tra tutti i film di Bergman è sicuramente quello più folk. La storia è incentrata sul conflitto tra antiche leggende e il cristianesimo, e sono presenti diversi elementi della mitologia norrena. In una scena, il personaggio di Ingeri (Gunnel Lindblom) invoca il dio Odino.

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Det Sjunde Inseglet- Il Settimo Sigillo (1957)

«Quando l’agnello aprì il settimo sigillo, nel cielo si fece un silenzio di circa mezz’ora e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe» 
(Apocalisse, 8,I)

Con la sua atmosfera cupa e surreale, ‘Il Settimo Sigillo’ è diventato il film manifesto del black metal. Centinaia e centinaia le band che gli hanno reso omaggio, citato nei titoli e richiamato sulle copertine, campionando scene e dialoghi nei loro dischi.
Dalla scena scandinava -Funeral Mist (‘Salvation’) e Marduk (‘Plague Angel’)- ai viennesi Abigor in ‘Invoke the Dark Age’ passando per gli americani Agalloch (‘The Mantle’).
In Italia Death SSVidharr, La Cuenta , il cui ultimo album ‘La Confessione di Antonius Block’ (2017) prende nome dal personaggio interpretato dal grande Max Von Sydow.

La Cuenta, ‘La Confessione di Antonius Block’ (2017)

Grande fan di Bergman è Chelsea Wolfe, che per ‘Il Settimo Sigillo’ confessa una vera e propria ‘ossessione’: ‘E’ uno dei miei film preferiti’, ha detto la cantautrice californiana in quest’intervista . ‘Dopo averlo visto e aver letto l’autobiografia di Bergman ‘Lanterna Magica’ sono rimasta affascinata dalla sua fotografia, dai suoi contrasti. Ma anche dall’atmosfere e dalla storia del film -il personaggio della Morte mi ha ‘inseguita’ per anni. La copertina del mio album d’esordio ‘The Grime and the Glow’ (2010) realizzata da Jessalyn Wakefield è un esplicito tributo al film’

Chelsea Wolfe ‘The Grime and the Glow’, Pendu Sound Recordings (2010), artwork by Jessalyn Wakefield

E ancora sul videoclip di ‘Mer’ (2011): ‘Il regista sapeva che ‘Il Settimo Sigillo’ è uno dei miei film preferiti’, racconta in quest’intervista, ‘quindi l’idea di rendergli omaggio è venuta naturalmente. La scena delle ragazze che ballano sulla spiaggia richiama il finale del film, la danza sulla collina. Anzi, ora che mi ci fai pensare, forse nel video io sono la Morte!’

E che dire del video qui sotto?
Jex Thoth featuring Ingmar Bergman…geniale!

Storie di rock’n’roll: Giorgio (Bar Bohemienne)

Cos’ te me parli, in stampatello?’

Quello di Giorgio mi suona un po’ come un consiglio a non preoccuparsi troppo della sintassi, e di cui è meglio che tenga conto nel corso di quest’intervista.

‘Giorgio’ è Giorgio Mancini, triestino, classe 1962, da molti conosciuto come il ‘Re della Carambola’ a tre sponde, sport di cui è stato un vero e proprio campione. E che da ormai ben ventiquattro anni gestisce un piccolo pub in via San Michele, la strada che dal cuore della cità vecia sale verso il colle di San Vito.

Così al ‘Bohemienne’ -semplicemente ‘da Giorgio’ per gli amici- succede che si va la sera per bere un bicchiere, ma anche per ascoltare le mille storie del suo proprietario, e chissà quanti di voi ne avranno già sentito parlare. Sono storie di biliardo e di feste, di donne e di alcool…insomma, storie di rock’n’roll.

“Son rivado qua” racconta Giorgio nelle pause tra un cliente e l’altro, “perché iera tacado del club ‘Salomé’, che per un per de anni fazeva serate universitarie, iera bel, lavorava ben, e dopo…be’, disemo che la proprietaria iera un poco troppo avanti per quei tempi”.

“Co’ go verto i voleva 500.000 lire per cambiar il nome ‘Bohemienne’ ma ormai mi gavevo investì tutto e no gavevo più soldi, quindi go lassado el vecio nome. Esisteva el ‘Bohemienne 1’ e addirittura el ‘Bohemienne 2’ che iera in via Cereria qua de drio, iera quell’osteria coi campi de bocce”.

Tra le sue tante storie ci sono anche quelle sui leggendari Iron Maiden di passaggio a Trieste, di cui Giorgio è stato il testimone per ben due volte.

La prima, quella più conosciuta, racconta della jam session con alcuni musicisti locali, quando la band ha fatto tappa a Trieste prima di suonare a Lubiana.

Ma c’è anche un episodio precedente, che Giorgio racconta così:
“Lavoravo zo sule Rive quella volta….de ex ‘Gina la Sporca’, che dopo xe diventà el local de Muchich e desso xe una birreria de birre artigianali. Te ga presente quando che te son sulle Rive, te vardi in su te ga l’hotel Excelsior, ok? E a destra xe quella stradina che desso xe pedonale e sul canton xe la gelateria, ok? che una volta iera un cambio valute.
Bon, te va dentro per quella viuzza che dopo, andando dentro te rivi fin Cavana, e xe un local sulla destra con tanti tavolini fora. Ecco, là iera sex drugs e rock n’ roll, ogni sera in piena, bel, bel, el più figo local de Trieste, te parlo del ’92, ’93…”

 

“Una sera gavevimo una festa de compleanno, sarà stade una sessantina de persone, mi son oltre el banco che ingrumo biceri sporchi e a un certo punto me vedo dalla finestra passar ‘sti qua, cavelade, marzi…vardo Paolo e ghe fazo ‘E questi?’ e lui el me fa ‘Andersen!’
Quindi come che i vien dentro ciapo el primo e ghe digo ‘Hi friend, come on’… E in quel se gira el festeggiato e con l’aria alla Aldo Giovanni e Giacomo el taca a zigar ‘Non ci posso credere…il più bel compleanno della mia vita… gli Iron Maiden!’.
‘Ciò, mi lo vardo, gavevo el chitarrista in man, lo vardo e fazo ‘buh, lasa ah’, la buto in rider lo abbraccio e bon, dopo xe ‘nda avanti tutta la sera, i xe entradi carighi e i xe ‘ndai fora che i barcolava…e, te assicuro, no i iera de Barcola”.

La storia continua qualche anno dopo, quando Giorgio ha ormai avviato la sua attività nel locale di via San Michele.

“Passa tre anni, sarà sta’ el 96, intanto mi verzo qua, qua sotto iera el ‘Double Trouble’ appena verto da poco, la lo gestiva Barbara chitarrista, che desso xe a Valencia, con Ambra e ancora qualchedun. Ciò, mi terminavo ma passavo spesso zo a bever una bireta, e dopo andavo a casa. E vado zo, xe tutto scuro e sento woa woa woa, un che svisa…e xe lui, el chitarrista dei Iron Maiden! El smetti de sonar, tutta la gente là che vardava, ‘Hey friend’, el me batti el cinque, el me abbraccia e tutti quanti che me fazeva ‘ciò Giorgio, ma come xe, te conosi i Iron Maiden?”

Luci basse e tavoli di legno, a scaldare l’atmosfera del locale ci pensa ben la musica di sottofondo. Che sia il boogie woogie di Katy Webster, il punk ribelle di Joe Strummer o i classiconi dei Sabbath, chi va da Giorgio sa di trovare una colonna sonora sempre di prima scelta.

Dai trofei sportivi collezionati ai manifesti vintage, i muri raccontano l’amore per il biliardo e per la musica, tra cui i Rolling Stones. Silenziosi ma con lo sguardo complice, Mick Jagger, Keith Richards & co. sembrano quasi in procinto di staccarsi dai ritratti appesi per avvicinarsi e magari scambiare quattro chiacchiere.

E se oggi la movida tende a concentrarsi soprattutto lungo le Rive, c’è da dire che quello di Giorgio è uno dei primi, veri music bar rimasti in una zona di Trieste un tempo molto in voga per i suoi locali, punto di ritrovo per molti artisti e universitari.

“Una volta questa iera una bona posizion, adesso…a parte che xe cambiadi i tempi, desso no se pol bever, no se pol niente..quella volta viaggiavo con l’impianto in piena, desso no. Là del ‘Tetris’ iera una rivendita de vini e di fronte iera el cinema Radio, el ‘Nowave’ iera la latteria de Mariuccia, qua in fianco de mi oltre l’angolo iera un’altra latteria de un’altra Mariuccia…le se clonava ah, tutte quelle che gaveva una latteria se ciamava Mariuccia’.

‘In via Madonna del Mare iera el ‘Double Trouble’, che iera de tutto…La particolarità iera la musica a livelli impossibili, roba che desso no sopportassi più, e iera sempre pien. Po’ quella volta de locali verti de sera saremo stadi un sei…e come quel, neanche un! Adesso locali notturni xe sempre de più, i verzi tutti i baretti de sto mondo, xe più bar che portoni de casa e tutti quanti che fa tardi…prova a andar in piazza Barbacan, desso ghe ne xe sei, una volta neanche un!”.

E una sera, mentre scherziamo sulla possibilità di aprire una succursale ‘da Giorgio’ in montagna per i mesi invernali, mi viene la curiosità di chiedergli se nella sua lunga carriera ha mai pensato di trasferire la sua attività da qualche altra parte. 
‘Mille anni fa’, è la risposta, ‘ovvio che iera el sogno de verzer un posto in paesi esotici per andar a far el figo, ma iera solo un sogno de muleto. Andar via de Trieste xe facile, bisogna lottar per Trieste…e andar via xe boni tutti!”

Lydia Lunch in concerto al Teatro Miela di Trieste sabato 31 marzo

Bonawentura Presenta

LYDIA LUNCH & WEASEL WALTER / BRUTAL MEASURES
ft. ZAHRA MANI
teatro Miela, Trieste
Sabato 31 Marzo h.21.30

evento Facebook

Ingresso € 15,00, ridotto soci Bonawentura e under 26 € 12,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672 ) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00.
on-line: www.vivaticket.

‘Brutal Measures’ , storie vere dal lato oscuro dell’America. combina il talento istrionico della dinamica parola recitata di Lydia Lunch, con il virtuosismo di improvvisatore del batterista Weasel Walter per creare un’intima, terrificante e persino divertente serata di verità musicale.

Cantante, scrittrice, attrice, musicista, performer. Lydia Lunch può essere definita in mille modi diversi, ma nessuna di queste etichette è in grado di cogliere veramente l’essenza del personaggio: che è quello – come dice lei stessa – “di fomentare, di istigare e di mostrare sempre il lato marcio della realtà e del potere”.

Newyorkese, Lydia Lunch – come Diamanda Galas, Karen Finley, Linda Montano – incarna un modello femminile da angry woman, spregiudicato, aggressivo, sprezzante dei tabù e delle convenzioni sociali. Molestata dal padre sin da bambina, Lydia Lunch iniziò a scrivere alla sola età di dieci anni “per incanalare tutta quell’energia dolorosa” nelle poesie e nei racconti. Fuggita di casa, a 16 anni va a vivere da sola in un appartamentino tetro dell’East Village.

Lydia Lunch, (C) Richard Kern

A 17, vestita di pelle e con una minigonna mozzafiato, inizia a scaricare le sue paure e i suoi incubi in un microfono, come cantante dei Teenage Jesus & The Jerks, uno dei primissimi gruppi della No Wave newyorkese. Una scena che accelera il discorso nichilista e destrutturante del punk, abbandonando la matrice rock’n’roll e innestando l’improvvisazione del free jazz su una base rumorista.

Lydia Lunch, (C) Richard Kern

Tra la fine dei Settanta e la metà degli anni Ottanta Lydia Lunch vive una stagione incredibile, cantando in quattro gruppi diversi (8 Eyed Spy, 13.13, Beirut Slump, Harry Crews) e recitando nei film violenti e pornografici del regista Richard Kern come The right side of my brain e Fingered, che inducono a una riflessione senza veli sulla società americana e sul rapporto tra i sessi. Collabora inoltre a una miriade di progetti, con artisti del calibro di Nick Cave, Arto Lyndsay, Sonic Youth, Henri Rollins, Roland S. Howard, Eisturzende Neubauten, Foetus, Exene Cervenka e tanti altri. Scrive inoltre libri di poesie e romanzi, spesso illustrati da fumettisti underground.

Dal 1992, dopo l’album Shotgun Wedding, lascia la musica per concentrarsi sul potere della parola, mettendo in scena una serie di spettacoli esclusivamente “spoken” rivolgendo l’attenzione su temi come la guerra del Golfo: P.O.W. (1992) e Crimes Against Nature (1993). Nel 1998 registra Matrikamantra, che verrà pubblicato solo tre anni dopo. Con gli Anubian Lights nel 2002 pubblica il mini-album Champagne, Cocaine and Nicotine. Nel 2004 pubblica da solista Smoke in the Shadows.

Da sinistra in senso orario: Mia Zabelka, Lydia Lunch e Zahra Mani

Nel 2009 pubblica l’eccellente album Big Sexy Noise (5 stelle per la rivista Rolling Stone), con un omonimo supergruppo che comprende anche tre quarti dei Gallon Drunk: James Johnston (chitarra), Ian White (batteria) e Terry Edwards (organo e sax). Nel 2011 i Big Sexy Noise pubblicano l’ottimo Trust The Witch. Nel 2013 esce invece Collision Course, album dal vivo registrato in Italia, al quale verrà allegata la ristampa di Trust the Witch, supplendo alla mancanza di adeguata distribuzione avvenuta per il secondo disco nel 2011.

I suoi ultimi progetti:

‘The Jeffrey Lee Pierce Sessions Project’ nasce dalla collaborazione con Con i Cypress Grove (Tony Chmelik): quattro album, in memoria dell’amico e collaboratore Jeffrey Lee Pierce e a seguire ‘Under The Covers’ splendida e folle raccolta di brani altrui reinterpretata a modo loro.

‘Brutal Measures’ , storie vere dal lato oscuro dell’America. combina il talento istrionico della dinamica parola recitata di Lydia Lunch, con il virtuosismo di improvvisatore del batterista Weasel Walter per creare un’intima, terrificante e persino divertente serata di verità musicale.

 

Myrkur: l’inarrestabile ascesa della ‘strega’ che viene dal Nord

Che sia una strega oppure, come vanno sostenendo molti dei suoi haters, una furbacchiona di tre cotte, un fatto è certo.
Myrkur, nome d’arte di Amalie Bruun, classe 1986, cantante e polistrumentista di Copenhagen, sta sbaragliando tutte le classifiche mondiali di fine anno.

Dopo l’#8° posto nella classifica dell’ ‘Indipendent’, che però non è una rivista specializzata, sale direttamente sul podio di Metal Hammer. Tra i 100 Best Albums 2017 il suo ‘Mareridt’ (Relapse Records, 2017) si piazza infatti al secondo posto, subito dopo i Mastodon e immediatamente prima dei Code Orange.

Ma chi era Amalie prima di diventare Myrkur?
Figlia d’arte- il padre Michael Bruun è un noto cantautore e produttore danese-, nel 2008 si trasferisce a New York, dove suona con vari gruppi della scena indie locale e lavora come modella.
Nella Grande Mela conosce anche il suo fidanzato Brian Harding (Hymns) e formano gli Ex Cops, pop punk duo salito alla ribalta per la sua polemica contro la McDonalds, accusata di averli chiamati a suonare al SXSW festival…gratis.

Rientrata nella ‘sua’ Copenhagen, con il nome di Myrkur debutta per Relapse con ‘M’ (2015), disco lanciato come black metal mescola in realtà ambient, post rock-shoegaze e folk scandinavo. Segue un tour molto tormentato tanto che, come lei stessa ha raccontato in molte interviste, le ha ispirato anche l’ultimo lavoro, il cui titolo ‘mareridt’ in danese significa appunto ‘incubo’.

Da allora, Myrkur non si è più fermata: tutti la vogliono, anche in Italia. Dopo aver aperto i concerti di Milano e Bologna per Solstafir, sarà la special guest dell’attesissima ritorno degli Smashing Pumpkins che si terrà giovedì 18 ottobre all’Unipol Arena di Bologna. 

Hc Underground Trieste @Il Posto delle Fragole Sabato 25.11! Intervista a Davide e Lorenzo ‘Cimaz’

Hardcore Underground Trieste sbarca al Posto delle Fragole sabato 25 novembre! Una serata all’insegna dell’italian hardcore con live di Mucopus Torino + Rage Cage + Hittin’ Random, una mostra di manifesti e dj-set! 
Ci raccontano meglio com’è nata l’idea Davide HC Vossini, anima di Hardcore Underground Trieste fin dalla sua nascita nel 2012, e Lorenzo ‘Cimaz’ Cimador, autore dei manifesti in esposizione.

[Davide]  E’un evento organizzato grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale La Collina, un appuntamento che si svolgerà al Posto delle Fragole, nel Parco di San Giovanni di Trieste, dove da ottobre a marzo si alterneranno rassegne espositive accompagnate da concerti, le grafiche di Lorenzo saranno musicate da gruppi punk italiani.

Lorenzo e Davide di Hardcore Underground Trieste con Lucio Drusian (Upset Noise)

Freezine: I gruppi hc italiani che hanno fatto scuola sono tanti, oggi quella scena che cosa rappresenta? E’ ancora importante?
[Davide] Certamente, sono molti importanti per portare avanti il messaggio di reazione. Certo non è più come trenta anni fa, in certi casi è la brutta copia di quello che era, ma i temi sociali e ambientali della musica punk e metal vengono proprio da chi prova disagio e repressione.

Manifesto per il concerto dei RAW. e dei Vivere Merda al Tetris di Trieste

Feezine: Parliamo dei vostri flyer che sono piuttosto riconoscibili, che cosa ci raccontate?
[Lorenzo] L’autore sono io,  non sono un grafico di professione, nella vita faccio tutt’altro di mestiere. Quando Davide mi contattò per il primo concerto di HCUTS al CdC di Trieste decidemmo di fare qualcosa di diverso rispetto le grafiche hardcore in circolazione. La promozione di un evento oggi passa in prevalenza per internet, per questa ragione la grafica è ridotta ad un banner visualizzabile su PC o smartphone. Davide voleva qualcosa di assolutamente old school che conservasse lo spirito del punk DIY originale, ma allo stesso tempo consentisse la divulgazione tramite la rete. L’ispirazione principale mi è venuta dai vecchi volantini cartacei della scena punk/hardcore anni ’80. Generalmente erano delle semplici fotocopie realizzate con fotografie ritagliate, disegni, loghi fatti a mano. Nella loro semplicità conservano tutt’ora un grande fascino. La scena punk inglese della fine degli anni ’70 faceva largo uso di immagini di propaganda della Seconda Guerra Mondiale. Immagini tipiche erano persone che indossano maschere antigas nella quotidianità.

Freezine: Da qui è nata l’idea delle maschere antigas che è presente in tutti i manifesti di HCUTS, quasi una sorta di vostro marchio di fabbrica’?
[Lorenzo] Sì, esatto. Il primo flyer di HCUTS ritrae una famigliola felice al mare, in costume da bagno con la maschera antigas. Il concerto al CdC andò piuttosto bene e da allora le maschere antigas nei flyer sono diventate un portafortuna!
[Davide] E’ un’immagine grottesca, aggressiva, una maschera antigas è un dispositivo di protezione delle vie respiratorie, forse rappresenta una difesa dagli agenti inquinanti della Ferriera di Trieste. E’ di uso comune, direi quasi scontato nella categoria crust punk, ma è di forte impatto, mi piace!
[Lorenzo] In realtà esistono solo quattro manifesti realizzati per HCUTS senza maschere antigas!

Freezine: Quali sono?
[Lorenzo] Lascio il compito di scoprirlo ai più curiosi ed attenti!

Il flyer per Eus’Arse, Disperazione-Nevrotica e Minoranza Di Uno alla Casa delle Culture di Trieste

Freezine: Di tutti i flyer che hai realizzato per HCUTS a quale sei più legato?
[Lorenzo] Penso il flyer per il live dei Discharge al Festintenda di Mortegliano. E’ sicuramente il flyer per cui ho ricevuto più apprezzamenti dalla scena hardcore. Dal punto di vista tecnico è anche uno dei più complessi tra tutti quelli che ho realizzato.

Discharge @Festintenda-Mortegliano, artwork by Lorenzo ‘Cimaz’ Cimador

Freezine: L’esperienza di HCUTS ti ha fatto conoscere anche fuori dal contesto locale?
[Lorenzo] Sì, ho collaborato con varie realtà hardcore/punk italiane. Tra i progetti più importanti la realizzazione delle nuove t-shirt degli Upset Noise e il cd per lo split degli Anti Slaughter/Genocidio Chimico.

Freezine: E fuori dal genere prettamente hardcore/punk?
[Lorenzo] Ho fatto flyer per vari eventi, copertine cd, libri, t-shirt e merch vario. Ho collaborato con gli americani Mentors, con i Damned Pilots e molte altre band, triestine e non. In effetti in HCUTS sono quello meno hardcore e più metal! Scherzo, anche perché per HCUTS hanno suonato nel corso degli anni anche band con influenze metal come Hobos o band grindcore come Death On/Off, Corporation Of Consumption e Culto Del Cargo.

Freezine: Quali band porterete sabato al Posto delle Fragole?
[Davide] Ci saranno i MUCOPUS TORINO – El Paso Occupato che hanno sempre avuto centralità per la scena hardcore. A Torino tuttora ci sono gruppi hardcore/punk riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.
I Mucopus … si rifanno al più classico hardcore italiano! RAGE CAGE – Hardcore Old School di chiara ispirazione nuovayorkese, sono un progetto nato da quattro amici di diverse città italiane nel 2014, con due ep all’attivo, per la prima volta a Trieste. HITTIN’ RANDOM – Venezia Hardcore è una crew basata sull’interazione generale dei gruppi indipendenti del veneziano. I sentimenti alla base di tutto ciò sono la cooperazione e la diffusione musicale alternativa. Darsi una mano a vicenda, conoscersi, collaborare.

I veneti Hittin’ Random

Freezine: Quando invece è iniziata l’esperienza di HCUTS? Qual è stata la ‘molla’ che vi ha spinto ad iniziare?
[Lorenzo] Tutto è nato alla fine del 2012 da un’idea di Davide. Trieste pur avendo una scena hardcore/punk piuttosto attiva da almeno 15 anni non aveva più ospitato live di gruppi storici della scena italiana. Da questa esigenza Davide ha iniziato a darsi da fare per realizzare questo progetto. Dal 2013 ad oggi hanno suonato per le feste HCUTS: Eu’s Arse, Warfare, Raw Power, Diserzione, C.G.B., Digos Goat, Bloody Riot, Blue Vomit, Crash Box, Maze, Fall Out, RA.W, Indigesti, Yes, We Kill! A New Scar, Bloody Riot etc…più diverse collaborazioni con altri organizzatori e promoters per Adolescents, Discharge, Sewage NYC per trovare location, band di supporto e strumentazione. Lo spirito di base nel corso degli anni è rimasto lo stesso: fare festa con la musica che piace a noi e divertirsi tra amici senza pretese di alcun genere.
[Davide] In occasione del trentennale degli Upset Noise, non sapevamo ancora dell’intenzione della reunion, o meglio, se fossero solo chiacchiere o una illusione. Già c’era stata la ristampa in cd della discografia da parte della FOAD, ma nessuna certezza, così decidemmo di fare una tribute band in loro onore. La cosa funzionò alla grande, un concerto matinée organizzato insieme ai ragazzi del CDC (Csoa di Trieste), insieme agli Eu’s Arse e ad altri gruppi: una giornata memorabile, era pieno così, tra il pubblico nonni, nipoti, kids, veterans, il back stage ridotto ad un porcile, se ci penso mi commuovo! Tutto questo per ringraziare quelle band che con la loro musica aggressiva e i testi in italiano ci hanno tenuto in guardia, per non rimanere vittime delle cose verso cui protestavamo da ragazzi. Potrei continuare per ore, oggi io, Tiziano, Lorenzo ed altri collaboratori continuiamo ad organizzare queste feste private per stare assieme, comunicare, ricordare e dare un calcio in culo a tutto quello che ci dà noia!

Davide insieme a Tiziano di HC Underground Trieste

Freezine: Quali sono state le principali difficoltà all’inizio?
[Davide] Tante! Chiedo scusa ai gruppi che hanno dovuto partecipare alle complicazioni dovute all’inesperienza, che mi ha costretto anche all’annullamento di qualche data, fare da mediatore è una rogna!

Freezine: Quali invece i concerti che ricordate con più soddisfazione?
[Davide] Ne abbiamo spesso parlato tra noi: quelli dei Bloody Riot, Diserzione e Digos Goat, Svetlanas, Straight Opposition e Raw.
Ti chiederai il motivo? Attitudine al 100%. Spudorati!
[Lorenzo] In generale tutti i live sono stati buoni sia come partecipazione di pubblico che qualità delle band. Personalmente i live che mi sono rimasti di più nel cuore sono quello dei Diserzione alla Casa delle Culture da cui è stato tratto un live bootleg e gli Svetlanas al Tetris. Il batterista suonò con 39 di febbre, mezz’ora di set memorabile! Farei un torto se non citassi dei gruppi storici anche i live dei C.G.B., Digos Goat, Raw Power, Bloody Riot, Indigesti, Fall Out, Blue Vomit, Warfare, Eu’s Arse, No Limits. Delle band più recenti: Straight Opposition, Round7 HC, DiscoMostro, Definite, Golliwog, Vivere Merda, Spavaldery, Carlos Dunga, Call The Cops, Vocazione HC, Vetro, Nervous HC, Anti Slaughter, Yes, We Kill!, RA.W., Minoranza Di Uno,  Because The Bean, The Nutries,  Mordax, Daltonic Out Cry, Ämbonker, North-East Rebel, Vecchia Scuola Trieste HC, Sisma, Furgone.

RA.W. @Tetris, Trieste, pic by Andrea Stoppa

Freezine: Qualche aneddoto, situazione particolare capitata ai vostri concerti?
[Davide] Sono sempre impegnato durante le serate, ho poco tempo per godermi le band e il party post-concerto. Spesso in un momento costruttivo possono capitare delle situazioni di forte emotività e le conseguenze sono tese, forse equivoche, ma servono comunque per regalarci esperienza, per riflettere e trovare anche un modo per capire che quando ci sono degli impegni e progetti seri, inevitabilmente si usano toni alti e modi scortesi. Tensione, imprevisti e stress non mancano mai, cerchiamo di risolvere i problemi sempre nel migliore dei modi, c’è sempre tanto da fare. Stiamo imparando!
[Lorenzo] Ricordo due ragazzi che alla fine di ogni concerto di HCUTS andavano a caccia dei manifesti per appenderli nella propria stanza. Le stesse cose che facevo io quando avevo vent’anni. Non avrei mai pensato che un giorno un mio manifesto potesse finire appeso in casa di qualcuno.

Freezine: Adesso il contesto è abbastanza difficile innanzitutto per la mancanza di spazi, come vedete la situazione a Trieste?
[Davide] Trieste è una città che ha perso la sua identità, è diventata borghese. La musica punk e metal fa parte di una classe sociale umile, semplice, popolana, bisogna ricercare nuovi spazi nella periferia![Lorenzo] La situazione attuale non è certamente rosea. Alla fine degli anni ‘80 era decisamente peggio, se c’era anche un solo concerto hardcore/punk o metal ogni due mesi era già tanto. Quello che è sempre mancato sono gli spazi adeguati, non mi riferisco a palazzetti da decine di migliaia di spettatori ma anche semplici club come esistono in altre città che possano ospitare anche un massimo di 300 persone. Da questo punto di vista Trieste è sempre stata carente.

Freezine: Qual è il problema maggiore e che cosa secondo voi si potrebbe fare per migliorare?
[Davide] Collaborazione, dialogo, rispetto, siamo rimasti in pochi, frequentiamo gli stessi posti, abbiamo molti amici in comune, conosciamo le stesse persone, abbiamo delle responsabilità.
[Lorenzo] Concordo! Meno futili discussioni sui social, creare una maggiore collaborazione tra le varie realtà, non solo hardcore/punk o metal.

Freezine: Progetti futuri? Sogni nel cassetto? C’è un gruppo ‘big’ che vi piacerebbe portare?
[Davide] Adolescents, Discharge, Raw Power, Indigesti sono gruppi che ascoltavo da ragazzo, il mio sogno si è già realizzato! Continueremo finché sarà possibile, con la speranza di ricevere altre proposte di collaborazione come è stato con il CDC, Tetris Club, Centro Culturale Il Cantiere (Festintenda) e Distruggi la Bassa, Rumori in Cantina, Professional Punkers e Roger Canfly rec. o altri promoter. Siamo solo un gruppo di amici, volete suonare per noi? rivolgetevi ai professionisti. Grazie Freezine, un abbraccio.

Karnokkorok: 10 dischi da ascoltare la notte di Halloween

1. KISS ‘Hotter Than Hell’ (1974)
2. MISFITS ‘Walk Among Us (1982)

3. IMPALER ‘If We Had Brains…We’d Be Dangerous!’ (1986)
4. W.A.S.P. ‘W.A.S.P.’ (1984)
5. DEICIDE ‘Legion’ (1992)

6 TWISTED SISTER ‘Stay hungry’ (1984)

7. IRON MAIDEN ‘Killers’ (1981)
8. THE CURE ‘The Head on the Door’ (1985)
9. BAUHAUS ‘Bauhaus 1979–1983’ (1985)

10 POSSESSED ‘Seven Churches’ (1985)

11. MERCYFUL FATE ‘Melissa’ (1983)

Storie di rock’n’roll: E.K. Krawall (Fuel From Hell, Planet K Records)

Storie di rock’n’roll. Storie di vita che si intrecciano con le storie di band, di tournée, di date da trovare o da ‘salvare’. Storie di incontri, di amicizie che poi diventano sodalizi di anni, nati ben prima di salire sul palco; magari per caso, chiacchierando al banco di un bar.

Storie come quella di Enrico Susi aka E.K. Krawall, triestino, 48 anni, ex frontman dei Fuel From Hell, hard rock band di cui è stato anche il manager. La sua incredibile passione per la musica, unita ad una buona dose di grinta, hanno fatto di lui un vero ‘pioniere’ nei primi anni ’90: sia nella promozione di concerti (Biohazard, No-FX, Sick Of It All, Cro-Mags, Doctor and the Medics, ecc.) che nella produzione di band come Upset Noise, Cenotaph e Ariadigolpe

Nell’86 ho conosciuto a Trieste in via Foscolo Fausto Franza e Paolo Cattaruzza’, racconta Enrico, che nella vita ha un lavoro e una famiglia. ‘Abbiamo cominciato a parlare e così ho scoperto che facevano parte degli Upset Noise, band che arrivava dall’hardcore e stava maturando un crossover mescolato al metal…insomma, il tipo di generi che in quegli anni hanno avuto la loro esplosione. Ho ascoltato l’album ‘Nothing More To Be Said’, scoprendo che andavano in tour con band americane che in quel periodo ascoltavo e adoravo’.

‘Con loro ho iniziato a fare il roadie vivendo situazioni incredibili’ continua, ‘ed assistendo a concerti strepitosi che poi sono rimasti nella storia, come quello nell’87 con gli Attitude, Messiah e i Negazione al mitico Leoncavallo di Milano. Da lì sei anni dopo sono riuscito a produrre ‘Come To Daddy’: doveva essere il disco che avrebbe lanciato gli Upset definitivamente, c’era in ballo un grande progetto con le etichette discografiche e diverse tournée in programma’.

‘Iniziando ad andare in tour, a vivere il viaggio, il prima e  il dopo concerto, a vedere le prove e l’organizzazione mi sono detto: ‘Cavolo, ci sono in giro tante band interessanti in giro, provo a chiamarle io!’
E così insieme ad altre persone ho cominciato ad organizzare concerti con la K Productions portando in Triveneto anche band americane. Ho visto nascere band che poi sono cresciute, tra cui Sick Of It All, Agnostic Front, ho visto nascere i Madball, che ascolto ancora oggi! Stampavamo anche magliette e felpe, gira addirittura un video con gli Articolo 31 e gli Extrema che avevano le nostre felpe!’

Flyer del concerto di Into Another e Upset Noise al Rototom di Gaio Spilimbergo nell’ottobre 1992

‘Poi, trovandoci nella sala prove dei Cenotaph che facevano death grind, abbiamo iniziato a pensare di mettere su una band un po’ diversa.
In quel periodo infatti molte band che facevano musica estrema avevano un progetto parallelo, penso ad esempio a Nick Royale, il batterista degli Entombed che poi si è dedicato agli Hellacopters!
Così io e Manuel Galati con Damiano e Max dei Cenotaph ci siam detti: ‘Proviamo anche noi a metterci a fare un certo tipo di rock, sostenuto, alla Motörhead!’

‘Siam partiti con cover di gruppi punk, poi, grazie a Damiano, son venuti fuori dei pezzi, finché si sono sentiti pronti a suonare live e me l’hanno comunicato…perché a me sembrava ancora impossibile! Primo concerto in assoluto è stato al ‘Bever Forever’ di Borgo S. Nazario dove io gridavo alla gente ‘Tiremo zo ‘sta baracca!’

Fuel From Hell, da sinistra: Dam (chitarra), Steve (chitarra), E.K. Krawall (voce), Max Velvet (basso), Andy T.N.T. (batteria)

‘All’inizio i Fuel erano un passatempo, poi sono diventati una priorità: cominciavano ad arrivare sempre più richieste per suonare, con loro tutto era più facile, a differenza dei Cenotaph con cui c’erano dei problemi per via di un genere così estremo. Invece con i Fuel ci siamo adattati a fare da supporto a band sia rock che grind, eravamo più versatili e adattabili, non eravamo per forza obbligati a suonare con band di un certo tipo. L’entusiasmo è arrivato proprio da questo, dalla facilità di suonare in giro, così il nome pian piano ha cominciato a circolare sempre di più!!!’

Fuell From Hell @Orto bar, Ljubljana, 2007

‘Da lì abbiamo cominciato a suonare sempre più spesso, sia all’aperto che al chiuso: aprivamo i nostri show con lo sputafuco Emiliano von Pesten, la gente si divertiva ai nostri concerti e i locali, dall’Hip Hop di Trieste al Motoraduno di Prepotto, erano sempre pieni! Eravamo spesso anche su ‘Il Piccolo’, grazie a Ricky Russo che ci ha sempre supportati’.

‘Fill You Up’ raduna tutte le cose belle fatte negli anni prima, direi che ha concretizzato tutto quello che è stato il nostro periodo migliore! Prima avevamo già fatto delle piccole autoproduzioni che stampavamo per gli amici, poi, mano a mano che ci siamo resi conto che la band funzionava a livello locale, quindi spinti dall’entusiasmo della gente, abbiamo deciso di raccogliere tutti i pezzi’.

Fuel From Hell ‘Fill You Up With Five Star Gasoline’, Go Down Rcords (2007)

‘Infatti ‘Fill You Up’ si compone di brani che avevamo già scritto aggiungendone anche una parte di nuovi. Abbiamo trovato l’etichetta, la Go Down Records, poi abbiamo registrato e ci siamo affidati ad un designer di Bologna, il Blitz Studio, per le grafiche è stato fatto un lavoro certosino…direi che è stata una gran bella sfida!’.

Fuel From Hell @Orto bar, Ljubljana, 13.12.2007

‘Poi abbiamo cominciato a portare l’album in giro con tante date in Italia, Austria, Germania, Slovenia, Croazia e anche Finlandia! Suonando anche con band importanti come gli L.A.Guns, a cui abbiamo fatto di supporto al tour per i vent’anni di carriera, al basso c’era il figlio di Tracii Guns. Ricordo la data al Rock Club di Pinarella di Cervia, io ero senza voce tanto che Damiano voleva sospendere il concerto… invece è venuto fuori miracolosamente uno dei migliori concerti che abbiamo fatto! Il disco ha funzionato parecchio a livello di recensioni e anche negli Stati Uniti, dove abbiamo ricevuto proposte per la distribuzione e per suonare, c’era in ballo una ristampa per il mercato sudamericano’.

‘Oggi che l’esperienza con i Fuel è finita mi dedico alla Planet K Records, che di fatto continua quello che avevo iniziato con la K Productions. Oltre ai Cenotaph e Upset Noise ho fatto uscire ‘Una Nuova Resistenza’ degli Ariadigolpe, crossover italiano che funzionava tanto…Tra gli ultimi eventi che abbiamo organizzato abbiamo portato a Trieste i Warrior Soul di Kory Clarke e i Mindwars, thrashers californiani in cui milita l’ex chitarrista Holy Terror Mike Alvord. Ho collaborato con la F.O.A.D. Records alla ristampa per la prima volta su cd di ‘Nothing More To Be Said’ (1987) e di ‘Growing Pain’ (1989) degli Upset Noise, un lavoro piuttosto lungo perché si tratta di una rimasterizzazione dalle bobine originali. Oltre agli album ci sono anche un bonus con un live in Olanda dell’86 e un dvd, una  sorta di documentario con interviste e footage rari dell’epoca. Mi occupo anche del merch a concerti e fiere, sarò alla Mostra Mercato del Disco in programma a Trieste il 26 novembre’.

Upset Noise ‘Nothing More To Be Said/Growing Pain + Live 1986’, F.O.A.D. Records, 2015

‘E comunque’, conclude, ‘aggiungerei ‘never say never’: dopo un bel po’ di tempo sono anche tornato a cantare nel cd che fa parte del progetto con Doctor Heathen Scum (The Mentors) & Karnokkorok su Planet K Records…vero punk metal rock grezzo, sporco e volgare!!!!’

Ascolta ‘Deep In Your Mouth’ qui sotto:

Svetlanas e Barb Wire Dolls, una greca e una milanese nuove ‘regine’ del punk

Non soltanto il punk is not dead, ma anzi, è più vivo che mai, e prepotentemente sotto i riflettori grazie a due female fronted band, Svetlanas e Barb Wire Dolls, capitanate rispettivamente dall’italiana Olga e la greca Isis Queen. Sono loro le icone della nuova scena punk rock, la bionda e la mora, un combo esplosivo che si accinge a partire per un tour insieme tra ottobre e novembre negli Stati Uniti.

Isis Queen (Barb Wire Dolls) e Olga (Svetlanas) durante un concerto a Ferrara nel giugno 2017

Isis Queen è nata ad Atene, e nel 2010, mentre si trova sull’isola di Creta, conosce il chitarrista Pyn Doll, ex surfer e skate boarder professionista che in seguito diventerà suo marito. I Barb Wire Dolls nascono quindi nello stesso luogo dove, secondo la leggenda, Dedalo e Icaro sfuggirono dal labirinto di Minosse con le ali che si erano fabbricati da soli…chi meglio di questi due personaggi incarna la rabbia del punk?!?

Barb Wire Dolls (C) Amdo Photo

Dall’isola del mito all’Olimpo del Sunset Strip il passo è breve, e durante un tour a Los Angeles la band riesce a catturare l’attenzione anche di Lemmy Kilmister, che li prenderà sotto la sua ala protettiva. Nel 2016 esce via Motörhead Music ‘Desperate’, loro terzo album, prodotto e mixato da Jay Baumgardner (Bush, Evanescence, Lacuna Coil) e masterizzato da Howie Weinberg (‘Nevermind’ dei Nirvana, ‘Blood Sugar Sex Magik’ dei Red Hot Chili Peppers, ‘Pop’ degli U2).

Un’immagine di Isis Queen con Lemmy Kilmister

Molto popolari sono anche gli Svetlanas, definiti più volte come ‘la più pericolosa band del mondo’ per i loro infuocati concerti, tanto da attirare l’attenzione di storici gruppi punk come Adolescents e Dwarves. Guidati dalla carismatica Olga, la punk band moscovita-milanese ha incluso nella sua line up il bassista Nick Oliveri (ex Kyuss, Queens Of The Stone Age). L’ultimo album è ‘This is Moscow, not L.A.’ (Rad Girlfriend Records, 2017), che portano in giro attraverso un’intensa attività live soprattutto fuori dai confini italiani, ed ormai soprattutto oltreoceano.

Olga degli Svetlanas sul palco dell Whisky a Go-go nell’aprile 2017

Qui sotto le date del tour in via di definizione:

6-Oct Laguna Niguel, CA – Karman Bar
8-Oct Santa Cruz, CA – The Catalyst Club
10-Oct San Francisco, CA – DNA Lounge
11-Oct Sacramento, CA – Goldfield
12-Oct Portland, OR – Dante’s
14-Oct Fife, WA – Louie G’s Pizza
15-Oct Boise, ID – The Olympic
17-Oct Salt Lake City, UT – Club X
18-Oct Colorado Junction, CO – Mesa Theater
19-Oct Denver, CO – Marquis Theater
20-Oct Lawrence, KS – The Bottleneck
21-Oct Omaha, NE – Reverb Lounge
24-Oct St. Louis, MO – Blueberry Hill
25-Oct Chicago, IL – Cobra Lounge
26-Oct Columbus, OH – The Basement
27-Oct Akron, OH – Musica
29-Oct Millvale, PA – Funhouse at Mr Smalls
1-Nov New York, NY – Bowery Electric
2-Nov Somerville, MA – Thunder Road
3-Nov Manchester, NH – Jewel Night Club
4-Nov Providence, RI – Fete Music Hall – Lounge
5-Nov Philadelphia, PA – Voltage Lounge
7-Nov Baltimore, MD – The Depot
8-Nov Atlanta, GA – Masquerade- Purgatory
10-Nov Satellite Beach, FL – Sports Page
11-Nov Lake Worth, FL – Propaganda
14-Nov Huntsville, AL – Maggie Meyers Irish Pub
16-Nov Houston, TX – Warehouse Live – Green Room
18-Nov Dallas, TX – Three Links
19-Nov Lubbock, TX – Depot Obar Live
22-Nov Las Vegas, NV – Beauty Bar
24-Nov San Diego, CA – Space – The Hideout
25-Nov Los Angeles, CA – Whisky A Go Go