Myles Kennedy in acustico al Castello di Udine sabato 21 luglio

Sabato 21 luglio il prestigioso palco del Castello di Udine accoglierà il cantautore e chitarrista Myles Kennedy, frontman del gruppo alternative rock Alter Bridge e apprezzato interprete solista. I biglietti per l’importante appuntamento, organizzato da Vertigo e Zenit srl, in collaborazione con Regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismoFVG, Comune di Udine, evento inserito nel programma di “Udinestate 2018”, saranno in vendita a partire dalle 10.00 di giovedì 26 aprile on line su Ticketone (www.ticketone.it) e dalle 10.00 del 29 aprile in tutti i punti autorizzati. Info, prezzi e punti vendita su www.azalea.it .

Dopo lo strepitoso concerto tenuto lo scorso 4 aprile, uno show indimenticabile andato sold out ai Magazzini Generali di Milano, a grande richiesta, Myles Kennedy torna in Italia per tre concerti estivi, tra i quali l’unico live nel Nordest a Udine, nei quali suonerà i brani acustici del suo primo e nuovo album solista intitolato “Year Of The Tiger”, pubblicato lo scorso 9 marzo. Ad arricchire i concerti, in apertura di serata, ci sarà in qualità di special guest, il chitarrista francese Dorian Sorriaux, già membro dei Blues Pills, che porterà sul palco il suo nuovo progetto solista.

Nato nel 1969, Myles Kennedy cresce a Spokane (Washington), e già a partire dai 15 anni inizia a suonare la chitarra ispirato dai classici dei Led Zeppelin. A livello canoro viene spinto dalla passione per i grandi del soul, conosciuti sbirciando tra i dischi dei genitori. Intraprende la carriera di musicista con due gruppi, con i quali abbraccia il genere jazz con tonalità fusion. Cura i testi e le musiche dei brani di due album dei Citizen Swing, suo seconda band. Nel 1996 diventa cantante solista, chitarrista e compositore del gruppo rock alternativo The Mayfield Four, con il quale ottiene un notevole successo, pubblicando un EP live e i due album “Fallout“ e ”Second Skin“ (Epic Records). Proprio in questo periodo incontra il chitarrista Mark Tremonti, il quale anni dopo lo invita a partecipare alla creazione di un nuovo gruppo, gli Alter Bridge, che sarà così composto da Kennedy, Tremonti e due membri dei Creed. La band pubblica cinque album in studio e tre dal vivo, esibendosi inoltre al Classic Rock Roll of Honour Awards nel 2010. Kennedy negli anni collaborerà a lungo con Slash, registrando anche “Starlight”, brano presente nell’album omonimo del chitarrista dei Guns N’ Roses. Nel 2014 vince per il terzo anno consecutivo il premio come miglior vocalist dell’anno agli Loudwire Music Awards. Lo scorso 9 marzo Myles Kennedy ha pubblicato “Year of the Tiger”, concept album solista dalle influenze blues rock, che segna l’inizio di una vera e propria carriera da solista, che verrà celebrata con il tour di prossima partenza che toccherà anche il Castello di Udine.

Mist: artwork e primo singolo del nuovo album ‘Free Me Of The Sun’

Le ‘streghe’ del doom metal MIST (Slovenia) hanno svelato l’artwork di ‘Free Me Of The Sun’ realizzato dalla batterista Mihaela Žitko, attiva anche come graphic designer. Contestualmente è stato rilasciato il primo singolo ‘Disembody Me’, che anticipa il debut album in uscita l’1 giugno  2018 su etichetta Soulseller Records.

Mist ‘Free Me of the Sun’, Soulseller Records, 2018, artwork by Mihaela Žitko 

Track List:

01. The Ghoul
02. Ora Pro Nobis
03. White Torch
04. December
05. Altar Of You
06. Disembody Me
07. The Offering
08. Demonized
09. Delirium
10. Free Me Of The Sun

L’album è stato registrato presso gli Ork Studio di Jevnica a est di Ljubljana, prodotto e mixato da Benjamin Kic e masterizzato da Patrick W. Engel (Candlemass, Pentagram, Darkthrone, Exodus) dei Temple Of Disharmony Studios.

Ascolta il singolo ‘Disembody Me’:

MIST sono:
Nina Spruk – lead vocals
Ema Babošek – rhythm guitar, backing vocals
Blaž Tanšek – lead guitar
Neža Pečan – bass
Mihaela Žitko – drums

https://www.facebook.com/mist.doom/
https://mistdoom.bandcamp.com/releases
http://mistdoom.tumblr.com/

 

Messa: nuovo album e una data live a Trieste con i Church of Misery

I doomster veneti Messa pubblicheranno il loro secondo full-length album, intitolato ‘Feast For Water’, il 6 aprile 2018 su Aural Music. La band, rivelazione del panorama italiano in ambito doom rock, sarà live sabato 30 giugno al Kulturni Dom di Prosecco (Trieste) insieme ai già annunciati Church Of Misery ed altri gruppi per un concerto organizzato da East Edge Collettive.

Messa ‘Feast For Water’, Aural Music (2018)

Tracklist:

1. Naunet
2. Snakeskin Drape
3. Leah
4. The Seer
5. She Knows
6. Tulsi
7. White Stains
8. Da Tariki Tariquat

Rispetto all’occult doom del debut album, l’acclamato ‘Belfry’ (2016), il quartetto adotta oggi un sound più oscuro e atmosferico, figlio di sensazioni dark jazz, pur mantenendo i propri elementi chiave: inquietante e suadente voce femminile, fuzz settantiano e piano Rhodes.
Windhand, Bohren and Der Club Of Gore, The Devil’s Blood, Jex Thoth, Angelo Badalamenti, Bell Witch, Urfaust, John Coltrane e Aluk Todolo sono le influenze citate dalla band per ‘Feast for Water’, il cui concept è incentrato sulle caratteristiche simboliche, rituali e introspettive dell’elemento liquido.

MESSA IS
Marco – Guitar, Bass, Ambient
Sara – Voice
Rocco – Drums, Screams
Alberto – Lead Guitar, Rhodes piano

https://www.facebook.com/MESSAproject
https://messa666.bandcamp.com/
http://www.auralmusic.com/

Acid Muffin: in tour con Warrior Soul e The Skull

Gli Acid Muffin sono un power trio rock sperimentale e melodico, ispirato dal sound alternative e grunge degli anni 90.

Gli Acid Muffin sono:
Marco Pasqualucci – Chitarra & Voce
Grabiel Alvarez – Basso & Cori
Andrea Latini – Batteria

http://www.acidmuffin.com/
http://www.soundcloud.com/acidmuffinband
http://www.youtube.com/acidmuffinband

Qui sotto le date dove potremo vederli:

In supporto ai Warrior Soul
14.04. – Genk, Colosseum, BE
15.04. – Helmond, Cacaofabrik, NL
16.04. – MTS, Oldenburg, DE
19.04. – Nürnberg, Cult, DE
21.04. – Oberentfelden, Böröm pöm pöm, CH
22.04. – Weinheim, Cafe Central, DE

In supporto ai The Skull
02.10.2018 DE-Osnabrück Bastard Club
03.10.2018 DE-Hannover Faust
04.10.2018 DE-Hamburg Molotow
05.10.2018 DE-Berlin Cassiopeia
06.10.2018 DE-Dresden Puschkin
07.10.2018 AT-Vienna Viper Room
08.10.2018 HU-Budapest Dürer Kern
09.10.2018 SI-Ljubljana Channel Zero AKC Metelkova Mesto
10.10.2018 IT-Bologna Freakout
11.10.2018 IT-Milano Ligera

Gli Acid Muffin sono una band nata a Roma nel 2010. Il loro genere musicale è definito melodic rock e s’ispira all’alternative grunge degli anni ’90. Il primo demo esce nel 2012, mentre negli anni seguenti la band si dedica alla registrazione del loro primo EP dal titolo ‘Nameless’, 5 tracce che prendono spunto da un lato dalla tradizione grunge (come per esempio Alice In Chains, Pearl Jam e Nirvana) e dall’altro mischiano stili personali e ricreano un’atmosfera post rock. Dopo un’intensa attività live in tutta Italia, che porta la band ad aprire per Arcane Roots, Il Teatro Degli Orrori, L7, The Quireboys e altri artisti internazionali, gli Acid Muffin tornano in studio per lavorare al primo full-length album ‘Bloop’ che viene pubblicato nel novembre 2016 in collaborazione con K2 Music. Il nuovo sound risulta maestoso e teatrale, surreale e graffiante. Un sottile equilibrio tra post rock e alternative rock dal gusto assolutamente moderno e innovativo.

Methedrine: in uscita il primo Ep ‘Built For Speed’

Uscirà il 16 aprile 2018, per Kornalcielo Records, il primo ep dei Methedrine dal titolo ‘Built For Speed’: quattro pezzi che fondono il punk d-beat, una feroce attitudine hardcore e potentissimi riff di matrice thrash metal, sezione ritmica anfetaminica con la voce rabbiosa di Lou che vi accompagna nelle sue sordide storie di ordinaria follia sparando ogni nota come fosse l’ultima dell’universo.

Methedrine ‘Built For Speed’, Kornalcielo Records (2018)

Il progetto METHEDRINE, nome in onore della sostanza preferita di Lemmy e Johnny Cash, prende forma nell’inverno del 2017 per volontà di Bone (drums), Lou (vocals) e Mark (guitar) dopo lo scioglimento definitivo degli UPSET NOISE; band, attiva dal 1982, che fece parte della prima scena hardcore punk italiana assieme a band come Negazione, Raw Power, Wretched, CCM, Indegesti, ecc. e tra i pionieri del cross-over hc metal a cavallo degli anni 80/90 lasciando una manciata di dischi storici come ‘Disperazione Nevrotica’, ‘Nothing More To Be Said’ e ‘Growing pain’ (la cui title track fu coverizzata in una bellissima versione dalla band tedesca Jingo de Lunch), dividendo i palchi di mezza europa con bands come D.R.I, Cro Mags, HolyTerror, G.B.H., Coroner, Social Unrest, Jingo de Lunch.

Dopo una breve e intensa reunion, nella quale si era aggiunto Mark (che con Bone suona anche nella storica hardcore punk band EU’s Arse) si sciolse definitivamente nell’ autunno 2016; fu così che i tre superstiti contattarono Trampax (guitar) e Chainsaw (bass) provenienti dalle hardcore bands Face Your Enemy e Daltonic Outcry per un nuovo progetto.

Steven Tyler festeggia 70 anni cantando contro le armi: ‘Sono un hippie’

Super compleanno per Steven Tyler che oggi compie 70 anni! Il rocker lo ha trascorso con la famiglia e amici nella sua casa di Maui, dove sabato scorso ha partecipato al concerto di #MarchForOurLives, il movimento di protesta contro le armi che in questi giorni sta scuotendo l’America. ‘Hell Yeah, I’m a hippie e con la nostra marcia abbiamo cambiato il mondo’ ha scritto sulla sua pagina Facebook.


A differenza di altri illustri colleghi, per lui la pensione è ancora lontana: anzi, meglio prepararsi per quella che si preannuncia un’estate davvero infuocata! E’ di questi giorni infatti la notizia del nuovo Summer Tour che lo porterà anche a Trieste il 18 luglio con The Loving Mary band.
Nell’attesa, il 10 maggio sarà special guest del 49° Nashville Film Festival, per la premiere del film ‘Steven Tyler: Out on a Limb’ diretto da Casey Tebo.

Insomma, sembra proprio che Tyler stia attraversando un momento magico, sia sul piano artistico che personale. Va a gonfie vele anche la vita privata, che lo vede ormai stabilmente fidanzato con la bionda Aimee Preston di 40 anni più giovane. La loro presenza è ormai una costante di tutti i party della Janie’s Fund, l’associazione che hanno fondato in aiuto delle ragazze vittime di abusi.


E gli Aerosmith? Niente paura: secondo le recenti dichiarazioni di Joe Perry, si rimetteranno presto al lavoro insieme. Soprattutto in vista del 2020, anno in cui la band si ritroverà a festeggiare l’importante traguardo dei 50 anni di attività!

Steven Tyler: la leggenda del rock in concerto a Trieste mercoledì 18 luglio

Insieme agli Iron Maiden, in programma martedì 17 luglio, ed a David Byrne sabato 21, ecco il terzo grande nome dell’estate ‘Live in Trieste’: la super star mondiale Steven Tyler, icona rock globale e voce che si annovera come una delle più importanti della storia della musica.
Il front man degli Aerosmith si esibirà a Trieste in Piazza Unità mercoledì 18 luglio insieme alla band The Loving Mary, in quella che sarà l’unica data italiana nel Nordest e di tutta l’Europa dell’Est dell’artista. Ad aprire i concerti il duo country The Sisterhood Band formato da Ruby Stewart, figlia di Rod Stewart e da Alyssa Bonagura. Biglietti acquistabili su Ticketone e Ticketmaster e sui circuiti esteri Oeticket e Eventim a partire dalle 10.00 di mercoledì 21 marzo. Tutte le informazioni e i punti vendita su www.azalea.it .

Steven Tyler, inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, è un mostro sacro della musica mondiale con oltre 150 milioni di dischi venduti. Ha vinto numerosi Grammy Awards, American Music Awards e Billboard Music Awards. Il disco di debutto come artista solista, intitolato “We’re All Somebody From Nowhere”, è stato pubblicato nel 2016 e ha raggiunto la prima posizione nella Billboard Top Country Albums Chart negli Stati Uniti e in Canada.

Steven Tyler, frontman degli Aerosmith e icona della musica rock mondiale, è universalmente riconosciuto per la sua voce graffiante e potente, autentico marchio di fabbrica della star americana. Nasce a Yonkers (Stato di New York) nel 1946 in una famiglia dove la musica è la protagonista. Fin da subito questa diventa la sua unica passione, che lo spinge a suonare in diversi gruppi rock e ad esibirsi nei locali di Westchester County, dove la sua famiglia si trasferisce durante la sua adolescenza. Con la sua prima band, i Maniacs Up In Sunapee, il successo non arriva. Bisogna aspettare il 1970 quando, assieme a due amici, tra cui il chitarrista Joe Perry, formerà gli Areosmith, gruppo che in pochi anni scalerà le vette delle classifiche mondiali. Sono moltissimi gli album e le canzoni che hanno fatto la storia di questa band, permettendo a Tyler di vendere decine di milioni di copie in tutto il mondo. Dischi come “Toys in the Attic” (1975), con le bellissime “Walk this Way” e “Sweet Emotion”, “Permanent Vacation” (1987) con i singoli “Rad Doll” e “Angel”, “Get a Grip” (1993) che include le super hit “Crazy”, “Livin’ on the Edge” e “Cryin’” – il loro più eclatante successo commerciale – sono solo alcuni dei meravigliosi lavori della vastissima discografia che la band ha pubblicato. Tra le canzoni che rimarranno nella storia anche la colonna sonora del film Armageddon, “I Don’t Want To Miss A Thing”, composta dallo stesso Steven Tyler in collaborazione con la figlia Lyv Tyler. Nel 2003 esce “Walk This Way: The Autobiography of Aerosmith”, autobiografia che ripercorre le vicende fondamentali del carismatico Steven Tyler. Nel 2015, agli International Music Awards, il cantante è stato riconosciuto come “l’icona musicale più imponente di tutti i tempi”, mentre si è classificato terzo nella classifica Hit Parade tra i “cento migliori vocalist metal di tutti i tempi”. La setlist dei nuovi concerti, tra cui quello di Trieste, comprenderà tutte le più grandi hit di Steven Tyler, così come alcuni brani tratti dal suo ultimo album come solista, “We’re All Somebody From Somewhere”. Il tour partirà a giugno e toccherà le principali città del mondo, facendo tappa a New York, Madrid e Londra (fra le altre).

Welcome Coffee: intervista alla band in concerto al Full Gass sabato 10 marzo

«Mine musicali da Trieste». Così ha definito ‘Rockit’ i Welcome Coffee nella recensione di ‘The Mirror Show’, il loro ultimo Ep che, dopo un breve periodo di pausa, li ha visti tornare sulla scena con una nuova line up più fresca e carica che mai.

Abbiamo rivolto alcune domande a Stefano Ferrara, leader della band, alla vigilia del concerto che li vedrà live  al Full Gass di Trieste sabato 10 marzo ad ingresso gratuito. La serata vede in apertura gli What If I Was The Ceiling, questo il link all’evento su Facebook. 

Welcome Coffee (C) Ishtar Reja

Ciao, benvenuti su Freezine! Siete freschi di nuovo Ep e video, come vi sentite, come state vivendo l’esperienza?

Ciao, innanzitutto grazie per la domanda (ho sempre sognato di dirlo!), questa seconda vita dei Welcome davvero ci sta dando molte soddisfazioni: aver cambiato 3/5 della band era un grossa sfida, a volte cambiarne anche solo un elemento diventa un’impresa…figuriamoci tre!
Le cose sono nate molto spontaneamente e i nuovi elementi hanno portato tanto entusiasmo e soprattutto tanta tecnica e professionalità.
Ora ognuno ha un suo ruolo ben preciso all’interno dell’ingranaggio della band e soprattutto ci divertiamo un sacco, specie quando componiamo nuovo materiale, sembra di suonare assieme da una vita.

Ti andrebbe di riassumere la storia della band per chi ancora non vi conosce?

Ok, cercherò di essere breve: Welcome Coffee è un progetto musicale rock-alternative formatosi a Trieste nel 2012. L’idea di base è quella di fondere varie sonorità musicali senza identificarsi in un genere in particolare, lasciando libero sfogo alle attitudini dei singoli musicisti.
Dopo aver realizzato un EP (Box #2), un singolo (‘Sleepwalker’) e un LP (‘UnEvEn’) nel dicembre del 2015, per divergenze musicali, la band si scioglie definitivamente.
La voglia di suonare era troppa e la sensazione di aver fatto qualcosa di buono non andava via, pertanto qualche mese dopo, il sottoscritto Stefano Ferrara (bassista e fondatore della band) e Andrea Parlante (tastiere), abbiamo deciso di portare avanti il progetto cercando gli elementi mancanti, e dopo qualche mese, la ricerca è finita con l’ingresso di Davide Angiolini (batteria), Andrea “Armando” Scarcia (voce) e Bill Lee Curtis (chitarre). Non abbiamo perso tempo e abbiamo subito realizzato il nostro quarto lavoro: l’EP chiamato ‘The Mirror Show, realizzando contestualmente anche il nostro primo video ufficiale.
Per chi non ci conosce il nostro genere è molto variegato, comprende rock, funky, elettronica, prog e tanto altro, il che rende i nostri live per nulla monotoni.

Da dove viene il nome Welcome Coffee?

Il nome originale era Caffeine ma era troppo inflazionato, per gioco poi è diventato Welcome Coffee, qualcosa che desse energia e allora stesso tempo ti facesse sentire rilassato… e poi da buon napoletano non nascondo una mia piccola mania per il caffè!

Com’è nato ‘The Mirror Show’, c’è un concept, un filo conduttore tra i diversi brani? Com’è stata l’accoglienza finora?

‘The Mirror Show’ è nato dai pezzi rimasti in sospeso dopo lo scioglimento della band: pezzi inediti, sì, ma non nuovi.
La voglia di metterci subito alla prova era tanta e quindi ci siamo lanciati in quest’avventura, diciamo che è questo il vero filo conduttore.
Abbiamo da poco stampato una minima quantità di copie fisiche dell’EP, perché ormai si punta più sul digitale, giusto per chi vuole contribuire a far crescere il progetto.
Sono tempi difficili per la musica, l’attenzione verso le band emergenti è al minimo storico, specie per una band di nicchia come la nostra, ma noi teniamo duro, consapevoli che suonare ci fa stare bene e il resto ben venga.

Welcome Coffee, ‘The Mirror Show’ (2017)

Quali sono le maggiori differenze con il materiale precedente? In quale direzione sta andando il vostro sound?

Il filo conduttore è sempre lo stesso, ogni idea è buona a prescindere dal genere e dalla lingua del testo, ma posso affermare senza dubbio che ora c’è un impronta più rock grazie alla chitarre di Bill Lee.
Inoltre il sound variegato e coivolgente di Davide e la duttilità della voce di Andrea rendono quasiasi genere appetibile al nostro nuovo repertorio.

Nell’album c’è un brano che è un omaggio a ‘Twin Peaks’, perché questa scelta?

Questa è stato un mio personale tributo all’opera del maestro David Lynch. Ogni 5-6 anni rivedo questo telefilm-capolavoro coinvolgendo persone che non lo conoscono. Proprio mentre riguardavo le vecchie puntate è nata l’esigenza di un testo per una nuova canzone e quindi ho voluto provare ad omaggiare questa pietra miliare della tv anni ’90.

Com’è nata invece l’idea del video di ‘The Mirror Show’?

L’idea del video l’avevo covata da anni ma mai realizzata. È stata un’esperienza straordinaria, a questi livelli ti scontri con budget quasi inesistenti, quindi devi puntare tutto sulla fantasia e sui pochi mezzi che hai a disposizione.
Tra le canzoni dell’EP, ‘The Mirror Show’ era quella che più si prestava ad essere realizzata a costi bassi e con un paio di location, inoltre a mio avviso ha un testo allegro e un sound molto orecchiabile.
È stato quasi interamente girato in un bagno, dove a tutti, almeno una volta, è capitato di canticchiare. Sarà che il riverbero ti fa sentire una rockstar o sarà perché sei solo e puoi sfogare la tua vena artistica senza paura di essere giudicato… Il video parte così, con del sano ‘bathroom singing’ ma poi le cose prendono una piega strana… ma non faccio spoiler, guardatelo! Ai posteri l’ardua sentenza, noi ci siamo divertiti da morire a girarlo e a nasconderci qua e là qualche ‘chicca’ divertente.

Che cosa bolle in pentola per il futuro?

Dopo la data del 10 Marzo al Full Gass di Trieste, il 6 aprile saremo al 2° Lamps e Saetis a Corno di Rosazzo (UD) per una serata a base di birra e biker.
Inoltre siamo già stati confermati per il prossimo “Rock CAMP Summer Music Festival” che si terrà a Trieste in estate.
Qualche altra data è ancora in fase di conferma, vi aggiorneremo sui nostri canali social.
Oltre ai live, c’è l’obiettivo di di realizzare un nuovo CD entro l’inizio dell’anno prossimo, con tutto il materiale composto in questi ultimi mesi dalla nuova formazione, non vediamo l’ora!

Welcome Coffee

Contact:
Booking Manager: Stefano Ferrara
Phone:+39 328 0649735

www.welcomecoffee.com

www.facebook.com/WelCoffee

soundcloud.com/welcomecoffee

www.youtube.com/user/WelcomeCoffee

 

 

Ingmar Bergman: from black metal to Chelsea Wolfe, the legend lives on

The hooded Death. The tormented Knight. The Chess Game. It’s quite easy to guess which film has become a cult for its images, its deep contrast between light and dark, the solitary landscapes.
If Ingmar Bergman was still alive today, next July 14th, 2018 would be a hundred years. Despite time, its cinema maintains its charm unaltered, with artistis generations inspired by look, videoclip and music.

Det Sjunde Inseglet- The Seventh Seal (1957)

Strongly rooted in the culture of his native country, Sweden, Bergman is considered a pioneer of folk horror with films like ‘The Seventh Seal’ (1957) and ‘The Virgin Spring’ (1960): both of medieval setting, paganism and witchcraft, wild landscapes, stories of folklore and superstition.

Jungfrukällan- The Virgin Spring- ( 1960)

Taken from a Swedish ballad of the fourteenth century, ‘The Virgin Spring’ is a kind of horror movie,  later it would be inspired by such a master as Wes Craven with his first ‘The Last House on the Left ‘(1972). Of all Bergman’s films, it’s definitely the most folk. He uses aspects of Norse mythology and focuses on the conflict between ancient legends and Christianity. In one scene, we see the beautiful Ingeri (Gunnel Lindblom) while praying the god Odin.

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Det sjunde inseglet- Il Settimo Sigillo (1957)

«When the Lamb opened the seventh seal, there was silence in heaven for about half an hour. And I saw the seven angels who stand before God and to whom were given seven trumpets» 
(Apocalypse, 8, I)

With its dark and surreal atmosphere, ‘The Seventh Seal’ has become the black metal film par excellence. Many bands have paid tribute to him, from the Funeral Mist (‘Salvation’), Marduk (‘Plague Angel’), austrian Abigor in ‘Invoke the Dark Age’, Agalloch (The Mantle). In Italy Death SS, Vidharr, La Cuenta, whose last album is called ‘La Confessione di Antonius Block’ from the main character.

La Cuenta, ‘La Confessione di Antonius Block’ (2017)

California’s songstress Chelsea Wolfe is a Bergman big fan too: ‘The Seventh Seal was an early influence for me’, she explains in this interview. ‘I saw it and then read Ingmar Bergman’s autobiography ‘Lanterna Magica’ and was intrigued by his use of contrast and shadow. But also just the mood and concept of that film—the character of Death followed me for many years. The album cover for my first album, The Grime and the Glow, was in tribute to that, shot by my friend Jessalyn Wakefield’.

Chelsea Wolfe ‘The Grime and the Glow’, Pendu Sound Recordings (2010), artwork by Jessalyn Wakefield

‘The director came to me with the idea for it’, she told in this interview about ‘Mer’ video. ‘I wanted it to explore the wonder of the sea – he kind of built up the imagery from there. He knew that ‘The Seventh Seal is one of my favourite films and the ideas for the video developed from there very naturally. The dancing girls was a visual representation of the end scene in The Seventh Seal, where the characters are holding hands and dancing together on the hill. Now you’ve mentioned it, perhaps I played the ‘death’ character, too – the somber, silent one’.

And what about this one below?
Jex Thoth Ft. Bergman’ ‘The Virgin Spring’…amazing!

https://youtu.be/mLHe9l1cF08

Ingmar Bergman: dal black metal a Chelsea Wolfe, il mito continua

La Morte incappucciata. Il Cavaliere tormentato. La Partita a Scacchi. Non è difficile indovinare quale film è diventato un cult per le sue immagini, il suo chiaroscuro, i paesaggi solitari.
Se Ingmar Bergman oggi fosse ancora vivo, il prossimo 14 luglio compirebbe cent’anni. Nonostante il passare del tempo, il suo cinema mantiene intatto il suo fascino, ispirando intere generazioni di artisti nella musica, nei video ed anche nel look.

Det Sjunde Inseglet- Il Settimo Sigillo (1957)

Bergman, fortemente legato alla cultura del suo Paese, la Svezia, è considerato un pioniere del folk horror con film come ‘Il Settimo Sigillo’ (1957) e ‘La Fontana della Vergine’ (1960): entrambi di ambientazione medievale, ricchissimi di riferimenti al paganesimo e alla stregoneria, immersi in una natura aspra e selvaggia, storie di folklore e superstizione.

Jungfrukällan- La Fontana della vergine- ( 1960)

Tratto da una ballata svedese del XIV secolo, ‘La Fontana della Vergine’ è visto come un proto-horror, a cui si è ispirato un maestro del genere come Wes Craven con il suo primo film ‘The Last House on the Left’ (1972). Tra tutti i film di Bergman è sicuramente quello più folk. La storia è incentrata sul conflitto tra antiche leggende e il cristianesimo, e sono presenti diversi elementi della mitologia norrena. In una scena, il personaggio di Ingeri (Gunnel Lindblom) invoca il dio Odino.

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Det Sjunde Inseglet- Il Settimo Sigillo (1957)

«Quando l’agnello aprì il settimo sigillo, nel cielo si fece un silenzio di circa mezz’ora e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe» 
(Apocalisse, 8,I)

Con la sua atmosfera cupa e surreale, ‘Il Settimo Sigillo’ è diventato il film manifesto del black metal. Centinaia e centinaia le band che gli hanno reso omaggio, citato nei titoli e richiamato sulle copertine, campionando scene e dialoghi nei loro dischi.
Dalla scena scandinava -Funeral Mist (‘Salvation’) e Marduk (‘Plague Angel’)- ai viennesi Abigor in ‘Invoke the Dark Age’ passando per gli americani Agalloch (‘The Mantle’).
In Italia Death SSVidharr, La Cuenta , il cui ultimo album ‘La Confessione di Antonius Block’ (2017) prende nome dal personaggio interpretato dal grande Max Von Sydow.

La Cuenta, ‘La Confessione di Antonius Block’ (2017)

Grande fan di Bergman è Chelsea Wolfe, che per ‘Il Settimo Sigillo’ confessa una vera e propria ‘ossessione’: ‘E’ uno dei miei film preferiti’, ha detto la cantautrice californiana in quest’intervista . ‘Dopo averlo visto e aver letto l’autobiografia di Bergman ‘Lanterna Magica’ sono rimasta affascinata dalla sua fotografia, dai suoi contrasti. Ma anche dall’atmosfere e dalla storia del film -il personaggio della Morte mi ha ‘inseguita’ per anni. La copertina del mio album d’esordio ‘The Grime and the Glow’ (2010) realizzata da Jessalyn Wakefield è un esplicito tributo al film’

Chelsea Wolfe ‘The Grime and the Glow’, Pendu Sound Recordings (2010), artwork by Jessalyn Wakefield

E ancora sul videoclip di ‘Mer’ (2011): ‘Il regista sapeva che ‘Il Settimo Sigillo’ è uno dei miei film preferiti’, racconta in quest’intervista, ‘quindi l’idea di rendergli omaggio è venuta naturalmente. La scena delle ragazze che ballano sulla spiaggia richiama il finale del film, la danza sulla collina. Anzi, ora che mi ci fai pensare, forse nel video io sono la Morte!’

E che dire del video qui sotto?
Jex Thoth featuring Ingmar Bergman…geniale!

https://youtu.be/mLHe9l1cF08

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