Whiplash, il jazz torna alla ribalta

Corre fortissimo Whiplash di Damian Chazelle, già vincitore al Sundance, il festival più importante di cinema indipendente, e con 5 nominations ai Bafta inglesi –a pari merito con Boyhood-, la sua è una strada che si prospetta ancora ricca di premi. Ai prossimi Oscar, tra gli attori favoriti c’è proprio J.K Simmons, che nel film è il terribile professor Fletcher, e per il quale, dopo una lunga carriera tra cinema, teatro e televisione (Law & Order, The Closer), potrebbe arrivare così la consacrazione definitiva.

410_02__Fletcher_JK_SimmonsProtagonista del film è Andrew Neyman (Miles Teller), promettente batterista che frequenta il primo anno di un prestigioso conservatorio newyorchese ed insegue il sogno di diventare il migliore nel campo del jazz. L’incontro con Terence Fletcher (Simmons), docente musicale noto per i suoi metodi duri e poco convenzionali, rappresenta un’occasione imperdibile per dimostrare le sue capacità attraverso un percorso costellato di dolori, fatica e frustrazioni, così come vuole l’american dream. Nato come idea per un cortometraggio, Whiplash ha successivamente attirato l’attenzione di alcuni produttori, tra cui Jason Blum (Paranormal Activity, Ouija) e Jason Reitman, regista di Juno, e a distanza di un anno è tornato in gara al Sundance, dove ha trionfato aggiudicandosi sia il Gran Premio della giuria che quello del pubblico.

Whiplash-6206.cr2Classe 1987, con quella faccia un po’ così, Miles Teller è una delle stelle nascenti su cui punta Hollywood. Per Whiplash ha suonato personalmente gran parte dei brani, e per sembrare più credibile per il jazz si è allenato quattro mesi: ‘Durante le riprese guardavo il dvd di Toro Scatenato e ho preso molto ispirazione dalla forza di De Niro in quel film’, ha detto. A consigliarlo Damian Chazelle, regista con un passato da batterista jazz alle spalle, che così descrive il suo film: ‘Con Whiplash volevo fare un film sulla musica che sembrasse, però, un film di guerra o di gangster, dove gli strumenti musicali sostituissero le armi, le parole fossero minacciose come pistole e l’azione si sviluppasse non sul campo di battaglia ma nella sala prove di una scuola o su un palco’.