Damned Pilots alla vigilia del tour con i Mentors. L’intervista a Don Nutz

Una band dal sound incendiario, con le idee chiare e tanta grinta da vendere, questi sono i Damned Pilots. L’attuale formazione vede la presenza di Sgt. Ote alla voce e chitarra, Willer Hz alla chitarra, Enrico Apostoli ‘Kusabi’ al basso e Don Nutz alla batteria. Abbiamo intervistato Don, che della band è stato il fondatore, alla vigilia del tour che li vedrà salire sul palco come supporter dei Mentors, shock rock band americana attiva dal 1976.

donThe Rock Für Die Menschen, questo il nome del tour che inizierà il 3 aprile a Helsinki, proseguirà per Germania, Olanda, Regno Unito -con tappa il 6 aprile al Black Heart di Londra, nel cuore di Camden Town-e si concluderà il 12 aprile nella città di Anversa. In mezzo c’è spazio anche per due date italiane, il 9 aprile al Twitty Sister di Parma e il 10 aprile al Freak Out a Bologna.

La domanda iniziale è di rito: come vi siete conosciuti e come è iniziata l’avventura dei Damned Pilots? DN: I Damned Pilots nascono a Trieste nel 2012, ero appena tornato dall’Olanda dove ho vissuto per circa dieci anni, suonando e collaborando con numerose band e musicisti della scena di Amsterdam. Dopo così tanto tempo la voglia di rivivere e riscoprire musicalmente Trieste, che è la città dove sono cresciuto, mi ha portato a frequentare un paio di locali underground dove è ancora possibile ascoltare della buona musica live, fu proprio in questo periodo che conobbi i primi membri della band e nacque così la prima line up della band. L’idea era quella di suonare un metal influenzato dai Black Sabbath ed Electric Wizard, ma allo stesso tempo caratterizzato anche da un’immagine molto glam ed influenzata dall’immaginario fumettistico steampunk. Dopo un paio di cambi di formazione e qualche live, decidemmo di registrare Spaced Out ai Track Terminal Studio di Trieste. L’Ep andò esaurito nell’arco di un paio di mesi, tanto che sull’onda dell’entusiasmo iniziammo ad organizzare il nostro primo tour europeo .

10395195_730408570378355_2141025002109150362_nTi andrebbe di raccontarci, in sintesi, quali sono le sue caratteristiche per coloro che non l’avessero ancora ascoltato?
DN: Spaced Out, che è uscito per la Radioactive Records, comprende sei canzoni, tra le quali anche due cover: una degli Electric Light Orchestra, Believe Me Now, oltre ad un classico del glam metal dei primi anni 80 come Sleeping In The Fire dei W.A.S.P. Believin’in è una ballata acustica psichedelica un po’ triste, influenzata da certi pezzi di Beck dal disco Sea Change, My Word invece è un pezzo un po’ più incentrato sulle ritmiche di basso-batteria, influenzato da gruppi hard rock funk in stile anni 70 come i Grand Funk Railroad, ma con un sound leggermente più moderno. Make My Day è invece il singolo dell’Ep, un pezzo abbastanza orecchiabile del quale abbiamo realizzato anche un videoclip con il regista Fabio Bressan.

Che storia avete voluto raccontare in questo video? Quando l’ho visto, mi è piaciuto molto e mi ha stupito.
DN: Abbiamo registrato Make My Day all’Etnoblog di Trieste, avevamo in mente un’atmosfera un po’ retro ispirata ai videoclip degli anni 90, in questo senso è un video molto influenzato da certi video dei Rockets, il gruppo famoso per il loro look spaziale negli anni 80. Si vedono i Damned Pilots come dei piloti suonare in mezzo alla spazio, per far sì che questo succedesse abbiamo costruito una pedana rotante dove abbiamo suonato uno alla volta, e durante le riprese mentre uno di noi suonava gli altri la facevano girare per creare l’idea del movimento. Alla fine della session che è durata due giorni eravamo davvero esausti, poi c’è stata l’anteprima mondiale su Blank.TV, che è una web-tv di musica piuttosto conosciuta nell’ambito.

249176_451139984971883_1193920875_nQuali sono le vostre influenze, a quali artisti vi ispirate e quali ascoltate con più piacere?
DN: La nostra musica è un incrocio tra classic rock, old school metal, black metal, stoner doom ed anche pop! (ride, ndr) I gruppi che ci hanno più influenzato fino ad ora nelle composizioni dei pezzi sono tantissimi, dai Devil’s Blood ai Beatles passando per Electric Light Orchestra, oltre naturalmente ai Kiss e Black Sabbath. Personalmente in questa fase sto ascoltando tanto metal classico che ascoltavo da ragazzino ma che ancora oggi riesce a emozionarmi, mentre tra i gruppi nuovi o più recenti di questo stesso genere citerei Dawnbringer, Bullet, Wytch Hazel, Portrait, Ghost B.C. e Volture. Per quanto riguarda altri generi, mi è piaciuto tantissimo Ultraviolence di Lana Del Rey e Blackberry Smoke che al momento sono il mio gruppo preferito, li ascolto almeno una volta al giorno. Poi anche gli svedesi Ancient VVisdom, e molte altre cose che vanno dal grindcore più grezzo ai Melvins, soundtracks di film come Drive o The Secret Life Of Walter Mitty, ma anche il soul di Etta James e The Bellrays.

IMG_20150320_185008Uno degli elementi essenziali è la scelta dei costumi, il trucco sempre molto marcato…Quanto è importante l’immagine in un contesto come il vostro? DN: Sono un appassionato di fumetti fin da ragazzino, colleziono fumetti, ho sempre avuto l’idea di gruppo musicale come se fosse un gruppo di Supereroi! Mi piacciono quei gruppi che oltre a suonare fanno anche spettacolo, con facce caratteristiche, personaggi assurdi ed incredibili: adoro i Kiss per esempio, ma anche GG Allin, Mentors, Mötley Crüe, W.A.S.P., Turbonegro, Buzzoven, Pantera, e tutti quelli che rimandano in qualche modo ai personaggi dei fumetti. La musica per me è qualcosa che dev’essere ‘fuori di testa’ e non ha niente a che fare con la quotidianità di un tranquillo cittadino di provincia, quindi alla fine ho cercato di proporre una band che stilisticamente abbia a che fare con i fumetti, con la sci-fi, tanto humour e sarcasmo, il tutto un po’ speziato da una buona dose di autoironia.

Siete una band che suona più all’estero che in Italia, con già diversi tour alle spalle, che cosa vi è rimasto di quest’esperienza?
DN: Abbiamo fatto tre tour europei fino ad oggi: Spaced Out Tour 2013, Beating The Odds Tour 2013 e Ride The Sky Tour 2014. L’ultimo in particolare è stato un’esperienza fantastica, siamo arrivati fino in Lituania, passando per la Polonia e la Cecoslovacchia. L’accoglienza in questi posti è stata incredibile, il pubblico dell’Est è un pubblico vero. In Lituania abbiamo fatto due date memorabili a Kaunas, per due sere consecutive c’era il pienone nello stesso locale, abbiamo conosciuto delle persone bellissime. Siamo stati ospiti di un ragazzo lituano, siamo stati con lui ed i suoi amici per due giorni e ci hanno fatto capire il loro spirito di gente buonissima, molto ospitale, e con un’attitudine al divertirsi e fare festa incredibile. Un altro posto incredibile è Bielsk Podlaski in Polonia: lì abbiamo suonato in una sala concerti con un’ottima organizzazione e conosciuto delle persone indimenticabili, veri appassionati di metal: è stato il miglior concerto di tutto il tour e non vediamo l’ora di tornarci! Mi ricordo che al nostro arrivo a Bielsk il promoter mi chiese in quanti eravamo, e poi ci portò quattro bottiglie di vodka… e che dire delle mitiche sorelle lituane Rita e Ruta che ci offrivano continuamente bicchieri puri di vodka, ci hanno massacrati a suon di vodke, e c’è da dire che non ho mai visto due ragazze così belle bere tanta vodka senza scadere nello squallido! Non parliamo poi della data in Belgio e del gestore del mitico Carpe Diem… birre belghe? Ehehe, e anche le date in Olanda…Sì, dài, siamo degli stoners e ci piace bere quando siamo on the road.

Come è nata invece la collaborazione con i Mentors?
DN: Ho conosciuto i Mentors tramite il mio grande amico Paul van Rijswijk, tecnico al Voodosoundstudio e chitarrista molto conosciuto nell’ambito metal olandese. Paul mi ha presentato Steve Broy che è il bassista dei Mentors, meglio noto come Dr. Heathen Scum, abbiamo iniziato a registrare dal primo giorno che ci siamo conosciuti, e insieme abbiamo formato una studio band, The Milfhunters. I Mentors sono nativi di Seattle ma vissuti a Los Angeles, e sono conosciuti per i loro testi demenziali con tematiche fortemente sessiste, tanto che si autodefiniscono rape rock. Il loro leader, il batterista Eldon Hoke detto El Duce era uno dei personaggi più oltraggiosi del panorama rock, politicamente scorretto e al di fuori di ogni schema, sempre contro ma con una gran dose di autoironia…I Mentors sono stati il primo gruppo ad essere censurato dal PMRC (Parents Music Resource Center), l’associazione fondata da Tipper Gore, moglie del vicepresidente degli USA. La leggenda racconta che El Duce sia stato l’assassino di Kurt Cobain dei Nirvana, famosa è l’intervista che appare nel film documentario Kurt & Courtney (1998) dove lui dichiara di aver ricevuto dalla Love un’offerta da 50mila dollari per uccidere il marito. Con Steve l’amicizia dura da tanti anni, lui è sempre in giro per lavoro, e ogni volta che passava vicino ad Amsterdam veniva a trovarci e registravamo dei pezzi. Poi io sono tornato ad abitare in Italia, ma siamo rimasti in contatto tanto che i Mentors sono venuti anche a Trieste per suonare un paio di anni fa. Qualche mese fa Steve mi ha chiesto se volevo dare una mano ai Mentors come batterista per il tour, così il 2 aprile 2015 partiremo in tour da Helsinki a Londra, i Damned Pilots li supporteranno per tutto il tour.

A quale grande festival straniero desiderereste partecipare più di tutti?
DN: Be’, se parliamo di sogni nel cassetto ci piacerebbe molto suonare al Wacken Open Air in Germania, è un festival storico, forse il più famoso in Europa, ci sono stato tante volte, l’organizzazione e il bill di band sono sempre incredibili, centomila persone provenienti da tutta Europa e anche dal resto del mondo, e ogni anno si registra il sold out!

Come ti piacerebbe si evolvesse il vostro sound? DN: Sempre più cattivo ma anche sempre più pop.

Concludo con una domanda un po’ stupida: dove vedi i Damned Pilots nel 2025?
DN: (ride, ndr)…a suonare su Marte!