Trieste, gli Scorpions in tour con cinquant’anni di successi

Assente dal 2014- e con l’estate di mezzo-, il rock da stadio è tornato a bussare alle porte di Trieste venerdì 13 novembre con gli Scorpions, unico live nel nordest del tour che celebra il 50° anniversario della band tedesca. Scattanti e atletici come non mai, gli scorpioni Klaus Meine (voce), Matthias Jabs (chitarra), Rudolf Schenker (chitarra), Paweł Mąciwoda (basso) e James Kottak (batteria) hanno richiamato al Palatrieste quasi cinquemila spettatori, molti dei quali provenienti dalle vicine Slovenia, Austria e Croazia, confermando ancora una volta che rock’n’roll never dies.

Ph. by Sarah Gherbitz
Ph. by Sarah Gherbitz

Apertura all’insegna del glocal con i nostrani Rhapsody Of Fire -ma il cantante è pisano-, unanimemente considerati nome di punta della scena symphonic power metal italiana con all’attivo 9 album in studio, oltre 1 milione di copie vendute in tutto il mondo e la partecipazione ai più importanti festival internazionali. Penalizzati dalla resa del suono ovattata, -che sfortunatamente perdurerà per tutta la serata-, hanno esaurito il poco tempo a loro disposizione con un bel po’ di chiacchiere e presentazioni. ‘Questo brano lo dedichiamo al nostro amico Sir Cristopher Lee‘, è il doveroso omaggio al Saruman de Il Signore degli Anelli, mentre dalle prime file inizia a serpeggiare una certa inquietudine per l’attesa dei cinque scorpioni.

Ph. by Sarah Gherbitz
Ph. by Sarah Gherbitz

Il tempo di ‘Going out with a bang’, tratto dall’ultimo album ‘Return To Forever’, ed ecco che il gruppo di veterani subito infila una dietro l’altra ‘Make It Real’, ‘The Zoo’ e ‘Coast To Coast’, tripletta di hit gloriose dei primi Anni Ottanta. Posers di prim’ordine, tutti mossette, sorrisini e glamour, -Klaus Meine, il frontman del gruppo, effettua i cambiamenti d’abito con la velocità di un raptor-, sul palco gli Scorpions fanno molto bene quello che sono: un gigantesco live circus di colori, luci e visual effects studiato e calcolato nei minimi dettagli. Clou dello spettacolo, della durata di circa un’ora e mezza, è il Kottack Attack, ovvero l’assolo di batteria che vede librarsi in alto, sopra una pedana sollevata a mezz’aria, James Kottak, batterista rientrato nel gruppo dopo un periodo di rehab. Fans in delirio, ovviamente, per ‘Send Me An Angel’, in versione acustica, il tormentone ‘Wind Of Change’, e bis finale sulle note trascinanti di ‘Still Loving You’ e ‘Rock Like A Hurricane’.