‘Se lo avessi incontrato per strada in queste condizioni, avrei chiamato il numero di emergenza’: comincia così una delle ultime, a tratti scioccante, interviste a Scott Weiland, il cantante ex Stone Temple Pilots e Velvet Revolver trovato morto la sera del 3 dicembre nel suo bus tour a Bloomington, Minnesota, dove avrebbe dovuto suonare con il suo gruppo The Wildabouts. Proprio con loro Weiland stava promuovendo attraverso club e piccoli locali ‘Blaster’, l’ultimo album uscito a marzo prodotto da Rick Parker (già con i Black Rebel Motorcycle Club) e definito dallo stesso rocker ‘animalesco’.
Nato a Santa Cruz il 27 ottobre del 1967, a soli cinque anni Weiland si trasferisce a Chagrin Falls, in Ohio, ma torna in California durante l’adolescenza (mollando il liceo). Nel 1987 incontra ad un concerto dei Black Flag il bassista Robert DeLeo: i due, decisi a formare un gruppo, danno vita alla band dei Mighty Joe Young, insieme al chitarrista Dean DeLeo e al batterista Eric Kretz. La prima demo del gruppo arriva nel 1990 e in quello stesso anno firmano il loro primo contratto discografico con Atlantic Records, con il nome di Stone Temple Pilots. Il loro album di debutto, ‘Core’ (1992), ha venduto oltre 8 milioni di copie. Nei successivi quattro anni la band divenne una delle più grandi degli Anni 90.
Una volta lasciati gli Stone Temple Pilots, Weiland ha collaborato con l’ex chitarrista dei Guns N’ Roses Slash, Duff McKagan e Matt Sorum e ha formato i Velvet Revolver, con cui ha suonato fino al 2008. Era tornato negli Stone Temple Pilots, ma nel 2013 gli altri membri della band decisero di esplellerlo.
Durante tutta la sua vita, il cantante ha cercato di tenere a bada la sua dipendenza dall’eroina, entrando e uscendo dai centri di riabilitazione.
Aveva due figli, Noah e Lucy, nati dalla tormentata relazione con la modella e scrittrice Mary Forsberg.