Sul palco del Southern Rock, poi al Rock Camp di Trieste sabato 8 luglio, poi al Rugby Sound Festival, poi in settembre in apertura ai mitici Kickin’ Valentina a Lezzeno…Sarà un’estate di fuoco per i Rebelhot, band che si caratterizza, oltre che per il curioso gioco di parole nel nome (in dialetto milanese ‘rebelòt’ senza l’acca significa infatti ‘casino, confusione), per il sound che pesca a piene mani dalla tradizione vintage del rock blues anni ‘70.
Abbiamo rivolto alcune domande a Luca Moroni, bassista e fondatore della band che compone la band insieme a Husty alla voce,
Paul alla chitarra, e Frank alla batteria!
Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?
Ciao, grazie a voi per lo spazio che ci dedicate! La band nasce nel 2012, io (Ze) e Paul, il chitarrista, suoniamo anche nei Lizhard e durante una lunga pausa forzata, abbiamo deciso di fondare questa band che avevamo in mente da tempo. Una band ispirata al rock anni 70, precisamente ai Cry of Love..un sound a metà tra Hendrix e gli Skynyrd. Dopo aver cercato un cantante adatto per mesi, mi sono imbattuto in Husty, abbiamo iniziato a lavorare a delle idee e successivamente ci siamo messi alla ricerca di un batterista. Dopo diversi provini abbiamo trovato Frank..e la famiglia era al completo.
Com’è nato il vostro debut album (‘Rebelhot’, Metalopolis Records, 2016) c’è un filo conduttore tra i diversi brani? Com’è stato accolto in generale?
Abbiamo iniziato a lavorare alle prime idee e poi tutto è venuto molto naturalmente, non c’è un filo conduttore se non la voglia di divertirsi e suonare quello che ci piace e con il sound che avevamo in mente. Abbiamo registrato praticamente in diretta, senza effetti digitali, proprio come si faceva una volta. Ed anche la produzione dell’amico Alessandro Del Vecchio è stata fedele alla linea, con un master molto semplice che lasciasse i suoni inalterati e reali. L’album è stato accolto bene, con ottime reviews in tutto il mondo e non può che farci molto piacere con tutto il tempo che abbiamo dedicato a questo lavoro.
Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato di più?
Sicuramente i Cry of Love appunto, nell’album c’è anche un brano con Jason Patterson dei Cry of Love (e Corrosion of Conformity), ma anche Bad Company/Free, Humble Pie ed ovviamente Hendrix.
Siete parecchio conosciuti anche all’estero, che aria si respira fuori dai confini italiani? In quale Paese vi è piaciuto di più suonare e perché?
L’Italia è il nostro paese, ma sapete bene anche voi qual’è la situazione della musica live ed in particolare del rock, soprattutto se fai inediti. All’estero è sempre bellissimo, c’è sempre un’atmosfera particolare e come si suol dire ‘Nemo propheta in patria’, all’estero sei sempre considerato in modo diverso. Beh.. ci mancano ancora molti paesi da testare 🙂 … ma sicuramente la Germania è quello che al momento ci ha trasmesso le emozioni più forti, ma è stato molto bello anche in tutti gli altri paesi.
Oltre al Rock Camp di Trieste, quali altri impegni vi attendono per l’estate?
Questo week-end suoniamo in provincia di Pavia al Southern Rock Festival con gli Skinny Molly (Mike Ested ex Lynyrd Skynyrd) e Smokey Fingers, poi la prima settimana di luglio suoneremo all’interno del Rugby sound festival dove ci saranno anche i The Darkness, mentre due giorni dopo saremo appunto nella bellissima cornice del Rock Camp (per cui ringraziamo il grande Maxx che ha fatto di tutto per averci!). Chiuderemo le date estive a settembre al Lazzeno Rock Festival sul Lago di Como con i Kickin’ Valentina e poi all’Escape Open Air vicino a Berlino, con Joe Lynn Turner, FM, Treat e molti altri! Speriamo di vedervi ad una di queste date!
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