Ad un anno dall’uscita dell’acclamato debut‘Through Demonic Spell’ -disponibile anche su vinile a questo link via Everlasting Spew Records– la bestia feroce dei Feral Forms si prepara per un novembre di fuoco!
Partenza nella Notte dei Morti sabato 1 novembre al Circolo Hex di Bologna insieme ad Eraser, grindcore vecchia scuola da Palermo e Shrieking Demons, altra realtà tricolore devota alle forme più putride e classiche del death metal.
Feral Forms si preparano inoltre per il loro debutto live in Norvegia, dove saliranno sul palco dell’Oslo Death Fest, brutale due giorni di death metal la cui terza edizione si svolgerà il 28 e 29 novembre 2025 in tre club nel cuore della capitale scandinava. In cartellone Hideous Divinity, Krypts, Nekromantheon, Engulfed e molti altri!
Formati a New York City nel 1990 dallo split tra la formazione originale degli Incantation e il chitarrista John McEntee, i Profanatica sono rapidamente diventati un’icona del black metal più estremo e blasfemo, con demo rivoluzionari e le prime uscite sulla label francese di culto Osmose Productions.
Dopo lo scioglimento, il mastermindPaul Ledney (batteria/voce) ha rilanciato la band nel 2006, pubblicando una serie di album ed Ep con etichette come Season of Mist eHells HeadbangersRecords. Con il loro sound brutale e una visione senza compromessi, i Profanatica sono tornati ad esibirsi come headliner nei principali festival europei e in diversi tour internazionali, tra cui la tournée europea del 2018 a supporto di Watain e Rotting Christ.
LINE-UP: Mayhemic Slaughter of the Heavens: drums, vocals Destroyer of the Holy Hymen: guitars The True Peversion of the Heavenly Father: bass
Gli Spiter sono emersi nel 2022 con il debut ‘Bathe the Babe in Bat’s Blood’, offrendo un contagioso mix di vampyric blackthrash, hardcore punk e deathrock. Con membri di SHITFUCKER e Devil Master, il power trio si è rapidamente guadagnato l’attenzione con i suoi intensi concerti dal vivo. Il loro ultimo mini-album, ‘Enter the Gates of Fucking Hell’ (Hells Headbangers Records), distilla il loro sound in sei tracce feroci, al tempo stesso più taglienti e pesanti, che sfoggiano un’energia inarrestabile e un’inquietante orecchiabilità. Gli Spiter continuano a infestare l’underground con il loro selvaggio assalto sonoro.
Domenica 5 aprile 2026, i Villagers of Ioannina City, maestri greci del rock psichedelico che combinano chitarre potenti, melodie etniche e l’energia mistica dell’Epiro, tornano a Lubiana. Il loro sound unico vi porterà in un viaggio tra miti antichi e rock moderno. La serata sarà riscaldata dagli Omega Sun, potenza stoner doom locale, che faranno tremare il terreno dell’Orto con riff pesanti e un groove imponente fin dalla prima nota.
Toccata e fuga la scorsa settimana a Lubiana dove, dopo la pioggia e le nebbie tipiche delle valli lungo il tragitto, troviamo ad accoglierci una tiepida atmosfera d’autunno e un piacevole clima di festa.
Dopo due anni dall’ultima esibizione nella capitale slovena, lo scorso 22 ottobre i Naxatras sono tornati al Gala Hala davanti a una folla entusiasta che ha riempito il club. Al nostro arrivo si è già creata una discreta coda all’ingresso e anche al bar, questo nonostante sia una data infrasettimanale e, cosa ancor più insolita, nonostante non ci sia nessun gruppo ad aprire la serata.
Probabilmente i Naxatras sono una di quelle -poche- band che, anche se straniera sulla carta, suscita ‘appartenenza’ come se fosse composta da local heroes. Sensazione condivisa anche con il resto del tour che, oltre a Lubiana, ha toccato anche Vienna, Sofia, Bucharest, Zagabria, Belgrado ed altre città dell’Est…strapieno ovunque!
Una volta saliti a bordo della ‘navicella spaziale’ del Gala Hala-dai cui divanetti si gode una vista eccellente-, la partenza è puntuale sulle note di ‘Spacekeeper’, a cui seguono ‘Journey to Nahromon’ e ‘Celestial Gaze’. E se il concerto comprende comunque gli album precedenti, per la maggior parte si concentra su ‘V’(2025), l’ultimo lavoro con cui i Naxatras hanno ulteriormente aggiustato la ricetta del loro sound, amalgamando gli ingredienti classici del progressive rock con le ‘spezie’ provenienti dai mondi dell’elettronica e dell’anatolica.
La band, fondata da John Delias (chitarra e voce), Kostas Harizanis (batteria) e John Vagenas (basso e voce) a Salonicco 14 anni, fin da subito è apparsa a suo agio, un po’ come se si trattasse di un ritrovo tra vecchi amici. Insieme a loro sul palco anche Spiros Kouroubetsis alle percussioni e Pantelis Kargas alle tastiere, celati da una spessa coltre di fumo.
Il risultato è un vero e proprio trip sonoro che scorre senza intoppi, capace di trasportare sia attraverso lo spazio da un luogo all’altro, sia attraverso il tempo in epoche differenti, dalla folla di un free party durante gli anni ’70 al silenzio delle montagne dell’Anatolia. In questo modo anche la percezione della durata dello show è molto soggettiva, e sembra che lo spettacolo di un’ora e mezza sia trascorso in pochi minuti.
A giudicare dal movimento sotto palco, e dai ripetuti ‘we want more’ prima ancora dell’uscita di scena, sembra proprio che il nuovo lavoro sia stato apprezzato. Sono da poco passate le ventitré quando i Naxatras salutano Lubiana. Tuttavia i fans vogliono di più, così dopo pochi minuti tornano sul palco con ‘I Am The Beyonder’, quasi una sorta di ‘manifesto’ della band ‘I’ve got the right to see the black and purple stars out of the sky tonight/ And I’ve got second sight to learn to know what’s hiding deep inside, to die’…Difficile accedere al merch, dove tutti si sono riversati contemporaneamente per acquistare qualche souvenir della notte psichedelica.
P.S.: solo una piccola delusione, dovuta alla mancanza dei visuals sullo sfondo che di solito accompagnano i concerti della band con un tripudio di colori per garantire l’effetto ‘cinema’…speriamo ci siano la prossima volta, magari nel giardino esterno!
Concrete Jellÿhanno annunciato sulla loro pagina Facebook tre date live nel mese di novembre 2025.
La band scrive: ‘(A)LIVE AGAIN. Dopo 6 anni di pausa, siamo tornati! Qualche cambiamento, stesso spirito. Ci vediamo in giro!‘.
14 novembre @S8, Budapest HU 15 novembre @Hard Place, Zagabria HR 21 novembre @Round Midnight, Trieste IT
Concrete Jellÿ si sono formati a Trieste nel 2014, e la loro musica è un misto di stoner e prog anni ’70 con venature blues e funk . Nel 2015 esce il primo concept album autoprodotto, intitolato “3”. Nel 2017 esce il secondo album ‘Getting Noticed’ (Sliptrick Records). A marzo 2018 esce il terzo album, ‘Amless in Wonderland’, che completa la trilogia. ‘Jellÿfied’ (2019) è un album live registrato al Tetris di Trieste nel 2017. Con il loro progetto si sono fatti conoscere sul circuito nazionale e anche all’estero, suonando al Wakuum di Graz, Prulček di Lubiana, Pietrasonica Fest, Trieste Rock City Party e Liwkstock, festival indipendente di Livek in Slovenia.
Martedì 3 marzo 2026 l’Orto Bar di Lubiana diventerà la sede di una delle esperienze concertistiche più oscure e intense dell’anno. Quattro straordinarie forze dell’oltretomba saliranno sul palco e, insieme, creeranno un rituale che va oltre una normale serata di concerto. Muri di suono, un’atmosfera dark e un’energia inarrestabile trasformeranno Lubiana in un vero e proprio tempio dell’arte oscura per una notte.
Gli svizzeri Bölzer, sinonimo di una miscela unica di potenza pura e melodie mistiche, tornano con un nuovo capitolo della loro visione apocalittica. Il loro sound distintivo, che trascende i confini del black e del death metal, è da tempo diventato un fenomeno di culto che dispiega dal vivo un’esperienza sonora e spirituale selvaggia. I tedeschi The Ruins of Beverast, maestri del black doom metal lento, monolitico e quasi liturgico, daranno un colpo fondamentale al cuore della serata con la loro atmosfera epica, quasi ipnotica. Le loro creazioni sono oscure cattedrali sonore: ogni canzone è un viaggio attraverso l’abisso e la trascendenza. Gli americani Vitriol propongono un death metal implacabile e ardente, in cui non c’è spazio per la pietà. La loro brutalità è al tempo stesso precisa e viscerale, e le loro performance sono un’esplosione di pura rabbia e catarsi. Arrivano dalla Svezia i Trepaneringsritualen, un progetto che confonde i confini tra musica, rituale e atmosfera occulta. Con strati sonori tra ritual industrial e drone, creano una presenza inquietante e magnetica che risucchia l’ascoltatore nelle profondità dell’inconscio. Questa sera non sarà solo un concerto, ma un intenso rituale per tutti coloro che cercano più del semplice rumore nella musica: un viaggio nell’oscurità dove estasi e distruzione si incontrano. Preparatevi per uno degli eventi più potenti dell’anno, che gli appassionati di musica estrema non vorranno perdersi.
‘Scapegoat’ è il secondo album in studio di Malota, a quattro anni dal precedente Ep. Il titolo richiama l’immagine dell’agnello sacrificale, sim-bolo del degrado che ci circonda, del dolore nato dall’odio, dal fanatismo e dalla profonda paura di restare soli. In questo nuovo capitolo, la band compie una svolta sonora radicale: le ritmiche rallentano, le melodie si fanno più sinistre, le voci trovano la loro dimensione nel grido e nella disperazione. Le influenze rock degli esordi vengono abbandonate per abbracciare un sound metallico, sporco, monolitico, denso di tensione e privo di compromessi. La suggestiva copertina ritrae una donna che fissa lo spettatore negli occhi, in silenzio, giudicandolo. Rappresenta tutte coloro che sono state, e continuano a essere, vittime dell’ignoranza, della crudeltà e di una cultura tossica, plasmata e perpetuata da un mondo dominato dagli uomini. Con ‘Scapegoat’, Malota esplora la complessità delle relazioni umane e l’ansia che accompagna il nostro sguardo verso il futuro. L’album riflette sulla violenza dei conflitti, passati e presenti, e incanala un profondo senso di inquietudine e disillusione verso la società contemporanea.
Malota ‘Scapegoat’, Go Down Records 2025
I Malota si formano nel 2014 come power trio, da un’idea di Alberto Montagner, Max D’Ospina e Roberto ‘Mariuz’ Mariuzzo. Fin da subito, il progetto si distingue per un suono potente, viscerale e diretto. Il primo EP omonimo, registrato nel 2015, è un concentrato di stoner rock ruvido e autentico. Con l’arrivo di Massimo Battistella alla seconda chitarra, la band apre una nuova fase creativa e realizza Космонавт (Il Cosmonauta, in russo) nel 2018: un concept albumsci-fi dai toni space doom, con la produzione di Tommaso Mantelli. Un lavoro ambizioso e atmosferico, che segna una svolta nel percorso sonoro del gruppo. Con la formazione a quattro elementi ben rodata, i Malota continuano a esplorare nuovi territori musicali, mescolando influenze diverse e i background personali, maturati in altri progetti. Il risultato è un’identità sonora solida e riconoscibile. Nel 2021 pubblicano ‘The Uninvited Guest’ per Go Down Records, registrato nuovamente con Mantelli al Lesder Studio. L’EP digitale rappresenta un’evoluzione decisa: sonorità più cupe, impatto punk hard rock e una scrittura che riflette la tensione dei momenti difficili vissuti dai membri della band e il clima sospeso del periodo pandemico in cui è stato registrato. Il secondo album in studio, ‘Scapegoat’, è in uscita nell’autunno 2025, su LP e digitale per Go Down Records. Registrato al Mal De Testa Recording Studio di Padova, è un viaggio sonoro che segna una nuova tappa nella crescita della band, mantenendo intatta la sua essenza: diretta, potente e profondamente autentica. I Malota si sono esibiti in diverse venue in Italia e all’estero e a festival come Pietrasonica, Maximum Fest, Metalpunk Fest.
Malota sono
Max D’Ospina | basso, piano, didjeridoo, voce
Alberto Montagner | chitarre
Roberto ‘Mariuz’ Mariuzzo | batteria, percussioni, voce in ‘Clemency’, cori
Massimo Battistella | chitarre, cori
Prodotto da Malota, Daniel Grego, Enrico Lenarduzzi.