Toccata e fuga la scorsa settimana a Lubiana dove, dopo la pioggia e le nebbie tipiche delle valli lungo il tragitto, troviamo ad accoglierci una tiepida atmosfera d’autunno e un piacevole clima di festa.
Dopo due anni dall’ultima esibizione nella capitale slovena, lo scorso 22 ottobre i Naxatras sono tornati al Gala Hala davanti a una folla entusiasta che ha riempito il club. Al nostro arrivo si è già creata una discreta coda all’ingresso e anche al bar, questo nonostante sia una data infrasettimanale e, cosa ancor più insolita, nonostante non ci sia nessun gruppo ad aprire la serata.
Probabilmente i Naxatras sono una di quelle -poche- band che, anche se straniera sulla carta, suscita ‘appartenenza’ come se fosse composta da local heroes. Sensazione condivisa anche con il resto del tour che, oltre a Lubiana, ha toccato anche Vienna, Sofia, Bucharest, Zagabria, Belgrado ed altre città dell’Est…strapieno ovunque!
Una volta saliti a bordo della ‘navicella spaziale’ del Gala Hala-dai cui divanetti si gode una vista eccellente-, la partenza è puntuale sulle note di ‘Spacekeeper’, a cui seguono ‘Journey to Nahromon’ e ‘Celestial Gaze’. E se il concerto comprende comunque gli album precedenti, per la maggior parte si concentra su ‘V’ (2025), l’ultimo lavoro con cui i Naxatras hanno ulteriormente aggiustato la ricetta del loro sound, amalgamando gli ingredienti classici del progressive rock con le ‘spezie’ provenienti dai mondi dell’elettronica e dell’anatolica.
La band, fondata da John Delias (chitarra e voce), Kostas Harizanis (batteria) e John Vagenas (basso e voce) a Salonicco 14 anni, fin da subito è apparsa a suo agio, un po’ come se si trattasse di un ritrovo tra vecchi amici. Insieme a loro sul palco anche Spiros Kouroubetsis alle percussioni e Pantelis Kargas alle tastiere, celati da una spessa coltre di fumo.
Il risultato è un vero e proprio trip sonoro che scorre senza intoppi, capace di trasportare sia attraverso lo spazio da un luogo all’altro, sia attraverso il tempo in epoche differenti, dalla folla di un free party durante gli anni ’70 al silenzio delle montagne dell’Anatolia. In questo modo anche la percezione della durata dello show è molto soggettiva, e sembra che lo spettacolo di un’ora e mezza sia trascorso in pochi minuti.
A giudicare dal movimento sotto palco, e dai ripetuti ‘we want more’ prima ancora dell’uscita di scena, sembra proprio che il nuovo lavoro sia stato apprezzato. Sono da poco passate le ventitré quando i Naxatras salutano Lubiana. Tuttavia i fans vogliono di più, così dopo pochi minuti tornano sul palco con ‘I Am The Beyonder’, quasi una sorta di ‘manifesto’ della band ‘I’ve got the right to see the black and purple stars out of the sky tonight/ And I’ve got second sight to learn to know what’s hiding deep inside, to die’…Difficile accedere al merch, dove tutti si sono riversati contemporaneamente per acquistare qualche souvenir della notte psichedelica.
P.S.: solo una piccola delusione, dovuta alla mancanza dei visuals sullo sfondo che di solito accompagnano i concerti della band con un tripudio di colori per garantire l’effetto ‘cinema’…speriamo ci siano la prossima volta, magari nel giardino esterno!







