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Wardogs: intervista alla band domenica 9 luglio al Rock Camp di Trieste

Gradito ritorno a Trieste per i Wardogs, tribute band ufficiale italiana dei mitici Ramones. Abbiamo rivolto alcune domande a Sandro, chitarrista e fondatore del gruppo, in preparazione della data che li vedrà sul palco del Rock Camp Trieste per il gran finale del festival in programma domenica 9 luglio a Trebiciano sul Carso.

Ciao, benvenuti su Freezine. Prima di tutto, ti andrebbe di presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?

I Wardogs nascono nel 2009…però non volevamo fare una copia della band originale, ma una cosa tutta nostra, per certi versi originale; ci piaceva l’idea di partire da dove i Ramones avevano lasciato e, inserendo richiami ai Motörhead, ai Metallica e a Zakk Wylde, offrirne una versione moderna pur sempre nel rispetto della tradizione. Anche i suoni rispecchiano questa filosofia, sono grossi e pesanti, sporchi e diretti, come se i Ramones suonassero ai giorni nostri.
Dopo tanti tour in Italia, Europa e negli USA, nel 2013 abbiamo ricevuto lo status di Official Italian Ramones Tribute Band da Marky Ramone con cui abbiam suonato nel 2011 al Palaverde a Treviso davanti a 7000 persone, all’Home Festival nel 2014 in occasione delle celebrazioni per il 40esimo anniversario dei Ramones di fronte a 20000 persone e con Piero Pelù ospite speciale durante il live… e poi ancora a New York nello stesso anno e intrapreso un tour (Marky Ramone & Wardogs Italy Tour) che ha toccato le maggiori città italiane.

Wardogs con Marky Ramone @Indian Larry Block Party @Brooklyn, New York

Perché avete scelto proprio i Ramones e che cosa pensate vi lega?vi sentite con i membri della band originale?

Semplicemente perché rappresentano la nostra visione del rock: veloce, potente, onesto, violento. Insieme ai Motörhead e ai Metallica costituiscono quella linea che congiunge le generazioni di ragazzi per i quali il rock rappresenta uno stile di vita. Il giubbotto in pelle, i jeans strappati, la chitarra distorta, è tutto racchiuso lì.
Eravamo amici con i membri della Band (Joey, Johnny, Tommy Rip) e oggi con Marky siamo felici di mantenere vivo il mito.
Insieme a Monte Melnick (storico road manager della band) e agli organizzatori dell’Home Festival abbiamo curato la pubblicazione della sua biografia in italiano in occasione del 40esimo anniversario della band, l’evento celebrativo più grande in Europa che si è tenuto a Treviso…Ma abbiamo avuto anche Rick Weinman (tecnico di Johnny Ramone, Eddie Vedder, John Mellecamp e Rammstein nella nostra crew. George Dubose (fotografo ufficiale dei Ramones) è un carissimo amico.
Infine, come ti dicevo, John Holmstrom (illustratore di New York e ideatore della fanzine Punk) ci ha donato per la copertina del nostro ultimo singolo un suo disegno originale di quelli utilizzati per l’album dei Ramones.

Quanto è importante per voi l’attività live e con chi vi è piaciuto di più suonare?

Per noi l’attività live è fondamentale, suoneremmo ogni giorno se fosse possibile. Ovviamente suonare con Marky Ramone rappresenta un emozione incredibile, sai che sei sul palco insieme al batterista che insieme agli altri Ramones ha fatto un pezzo di storia del rock, è inserito nella Hall of Fame e ha suonato davanti a milioni di persone in tutto il mondo…è una cosa superlativa!
Abbiamo la fortuna di avere rapporti con molti musicisti internazionali, abbiamo diviso il palco con Napalm Death, Morlocks, Black Tibetans, Meteors, Sank Rock, Negrita, Prodigy, Eagles of Death Metal, a settembre suoneremo in Austria con i Black Stone Cherry e siamo in attesa di conferma di una data con Zakk Wylde.
Abbiamo avuto Piero Pelù come guest in un paio di brani a Treviso con Marky Ramone e fatto alcune date in Austria con Bo Matheson dei Los Gusanos (C.J. Ramone Band di New York) alla batteria.
Abbiamo ricevuto apprezzamenti da Steven Tyler degli Aerosmith, Dave Lombardo degli Slayer, Zakk Wylde dei Black Label Society, Motörhead e Anthrax.

Che cosa bolle in pentola per il futuro?

Di progetti ne abbiamo molti, sicuramente continuare con i live, ogni anno suoniamo a New York ed è veramente incredibile vedere l’affetto che ci manifestano gli americani ogni volta.
Abbiamo un altro singolo in cantiere, la data con Zakk Wylde, due date in Giappone a dicembre in fase di chiusura e la prossima estate alcune in California. Siamo contentissimi di suonare al Rock Camp con i Warrior Soul e tantissime altre band, a tutti gli organizzatori va il nostro ringraziamento e stima per il grande lavoro che stanno facendo per tener vivo lo spirito metal, grazie ragazzi!

 

 

 

 

Warrior Soul: Kory Clarke parla del nuovo album e delle collaborazioni

Kory Clarke ci parla del disco in dirittura d’arrivo! Il frontman è reduce da un intenso tour negli Stati Uniti, dove ha registrato il nuovo materiale insieme a John Polacheck da Chicago alla chitarra e Nate e Adam Harling della hard rock band The Last Vegas.
L’uscita prevista è nell’autunno 2017 tramite l’etichetta londinese Cargo Records, nell’attesa Kory sarà in Italia con i Warrior Soul Christian Kimmett e Michael Branagh per due date:

Sabato 8 luglio @Rock Camp, Trieste
Domenica 9 luglio @Lighthouse pub, Noale (Venezia)

Ciao Kory, bentrovato! Allora, cosa ci racconti? 
Ciao, grazie…ci siam divertiti un sacco a Trieste, eh?! Be’, qui continuiamo a resistere: al controllo militare del petrolio negli Stati Uniti, a Trump e a tutti i suoi ‘tirapiedi’!

Kory Clarke @Trieste, 9.4.2016, (C) Paola Erre

Sei appena tornato dalla East Coast, com’è andata?
Sì, avevamo delle date a New York City e poi due show privati: alcuni mesi fa abbiamo lanciato un crowdfunding su Indiegogo per il nuovo album, e tra i premi in palio per i partecipanti c’era appunto la possibilità di un concerto privato! Direi una gran bella esperienza, abbiamo suonato sulle colline della Pennsylvania, in un posto molto suggestivo all’aperto..in un campo caravan, con un pubblico entusiasta! Anche l’altro show, che abbiamo organizzato per l’occasione in uno studio di registrazione a Manhattan, è stato fantastico! 

Per l’occasione hai ritrovato un po’ del vecchio team
I miei amici hanno raccolto la sfida di rimettere insieme i Warrior…Suonavo con loro nei tour passati, ed è stato un po’ come tornare a casa…ma mi è mancata la band che invece sarà con me al Rock Camp di Trieste!

Ho visto le tue foto alla batteria…
Sì, qualche volta mi capita di tornarci: è più facile che succeda quando ci sono questo tipo di concerti, di dimensioni un po’ più ‘intime’!

Che cosa ci dobbiamo aspettare dal nuovo album?
Aspettati l’inaspettato! Rock n’ roll duro, e con un tiro piuttosto arrabbiato, decisamente contro l’establishment!

Parliamo finalmente dei tuoi dipinti! C’è qualche collegamento con la tua attività musicale, oppure lo fai per rilassarti? 
Dipingere può essere uno sfogo immenso, quasi come suonare, ti accorgi che il dipinto è realmente finito soltanto dopo che hai ingaggiato una specie di ‘lotta fisica’ con il disegno, con la tela…è una lotta anche fare in modo che non sia solo una verniciata, ma che abbia un senso! Qualche volta succede che resti lì a cambiarlo mille volte, per poi renderti conto che era molto meglio se lasciavi tutto com’era!

Tu hai iniziato da New York, oggi come ti sembra? Ci torni volentieri?
Macché, è un incubo solo entrare ed uscire dall’aeroporto…c’è un abisso con la città che era nell’85…ci tornerò quest’autunno ma penso per l’ultima volta! Invece a Chicago è stato fantastico! Ho lavorato sul nuovo materiale con John Polacheck alla chitarra, poi con Adam e Nate Arling (rispettivamente chitarra e batteria, nda) dei The Last Vegas, che hanno contribuito al disco in uscita con le loro nuove idee e il loro talento…proprio ora abbiamo finito le tracce audio!

Sarà un album più che mai intercontinentale..
Mixato a Londra, e masterizzato tra gli studi di Atene (dove Kory vive, ndr) e Londra! Il mio ingegnere del suono Miguel Martins mi sta aspettando… sarà una gran cosa!

Ho notato che hai feedback in Italia, e anche a Trieste! Che ne dici di qualche progetto qui?
Sì, è un’idea interessante! Ho già lavorato con GG Rock della Jetglow Recordings di Padova che ha prodotto ‘Light your Bonfires’… e che tra l’altro suonerà con me a Trieste insieme a Christian Kimmett da Edinburgo e Michael Branagh che è irlandese!

 

Bullet-Proof: intervista alla band al Rock Camp di Trieste sabato 8 luglio

E’ un periodo importante per i Bullet-Proof trash metallers formati a Bolzano nel 2014. La band sta infatti riscuotendo parecchi apprezzamenti con ‘Forsaken One’, il loro secondo album uscito lo scorso aprile via Sleazsy Rider Records.

Abbiamo rivolto alcune domande a Richard Hupka, cantante e chitarrista della band di origine slovacca, in occasione del concerto che li vedrà suonare sabato 8 luglio al Rock Camp di Trieste ad ingresso gratuito.

https://bulletproofthrash.bandcamp.com/

Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?

Ciao, come prima cosa ci tengo a ringraziarti per l’intervista e a precisare che è un grande piacere per me presentare i Bullet-Proof ai lettori di Freezine!
I Bullet-Proof nascono nell’agosto 2014, quando io insieme a mio figlio batterista Lukas siamo usciti dalla band precedente… di cui non dico il nome perché non desidera che io la nomini 😉 Semplicemente c’era ancora voglia di andare avanti nel percorso musicale, avevo delle idee da proporre, e sapevo di avere alle spalle la persona giusta con cui buttarsi in questa bella avventura -cioè mio figlio Lukas. All’inizio ci ha aiutato il bassista della cover band dove suonavamo insieme, Diego Polli, il quale ha registrato il primo disco. Le nostre strade si sono però separate poco dopo l’uscita del debutto ‘De-Generation’ nel luglio 2015. Il posto del bassista ha preso un ragazzo giovane e talentuoso -Federico Fontanari – che ha saputo sin dall’inizio prendere in mano il suo ruolo e non possiamo essere più felici di così. La seconda chitarra non è mai esistita nel primo periodo, ci limitavamo a prendere semplicemente delle persone di passaggio così per dire, tra cui il fantastico chitarrista che ha suonato sul primo ‘De-Generation’  cioè Andrea Demasi. Tutto poi si è risolto con l’arrivo di Max Pinkle verso la fine del 2015, il suo era un nome già conosciuto nell’underground italiano, proveniente dalla band Sign Of The Jackal. Quindi eccoci! 😉

Lukas Hupka from Bullet-Proof (C) Annalisa Russo

Com’è nato il vostro ultimo ‘Forsaken One’, c’è un concept, un filo conduttore tra i diversi brani? E in che cosa si differenzia dal lavoro precedente?

Partiamo dall’ultima domanda: la principale differenza sta nel sound e nella produzione del disco. Abbiamo voluto concentrarci su questa direzione. Naturalmente cerchiamo di fare sempre meglio, e per farlo sapevo che ci dovevamo concentrare di più: per esempio sulle linee vocali, metterci più melodie ed armonie, così da essere ancora più straight into you face rispetto al nostro debut album. Spero che questo ci sia riuscito! 😉
‘Forsaken One’ è un semplice continuo evolversi della band. Ci sono pezzi scritti poco dopo l’uscita del primo disco, e ci sono i pezzi scritti letteralmente nello studio durante le riprese, come per esempio proprio ‘Forsaken One’ e ‘I was wrong’. Questo è dovuto al fatto che il nostro caro batterista :-)) non voleva assolutamente avere altri due pezzi preparati per il disco…così due giorni prima di entrare nello studio siamo stati ‘costretti’ a scriverne due nuovi al volo! Comunque devo dire che sono contento di questa decisione. Per cui, come puoi capire, non c’è un filo conduttore vero e proprio, ma semplicemente è quello che ci propone la vita e che poi ritroviamo nel comporre. Ogni giorno ti capitano tante cose, vivi mille esperienze, impari sempre qualcosa, perciò hai tutto servito sul piatto. Nei testi mi piace parlare di rapporti umani, delle cose che non mi piacciono sulle persone, o delle cose che non mi piacciono nella società stessa.

Bullet-Proof ‘Forsaken One’, Sleazy Rider Records, 2017

Quanto è importante per voi l’attività live e con chi vi è piaciuto di più suonare?

Guarda, io sono del parere che l’attività live sia la cosa più importante per una band. Non c’è niente altro di più importante, nemmeno i dischi, né le foto o i video. Tutto questo sono solo delle cose, che pur sempre più indispensabili, restano secondarie. È inutile avere un bel disco, videoclip, immagini, o altro, se la band non suona dal vivo. A che cosa è buona fare una band se poi questa non suona??
La seconda domanda…Per me personalmente le piu belle esperienze sono state quanod abbiamo suonato con i Testament e con gli Holocaust.

Bullet-Proof @Circolo Magnolia, Milano, luglio 2016, (C) Annalisa Russo

Domanda di rito: padre e figlio suonano nella stessa band, su quali cosa vi intendete alla perfezione? e quali sono invece le difficoltà?

Sì, sta diventando una domanda di rito per tutti ormai! :-))) Sai, noi oltre a suonare lavoriamo insieme, viviamo ancora nella stessa casa, quindi passiamo insieme davvero molto tempo. Questo ci porta spesso ad avere delle discussioni, a volte anche pesanti. Ma fa tutto parte di noi, della convivenza musicale. Per cui potrei rispondere prima sulle difficoltà: ti trovi spesso a pensare di di saper distinguere dove è quel sottile filo tra il rapporto padre-figlio-amico-collega da lavoro. Sembra facile , ma ti posso garantire che così non è! 🙂 Ma è proprio questo il bello! La risposta alla prima domanda è facilissima: ci capiamo con gli sguardi perfettamente ovunque. Siamo dello stesso sangue, amiamo la musica, più di così non potrei chiedere!

Che cosa bolle in pentola per il futuro?
Oltre al Rock Camp quali altri impegni vi attendono per l’estate?

Per il futuro spero che potremo esibirci il più possibile un po’ dappertutto, perché è ciò che vogliamo, e ciò che credo vuole ottenere ogni band. Non è certo facile, perché oltre a mille altri motivi e problemi, l’ offerta è voluminosa’, e concludere una data diventa sempre più difficile. Naturalmente ci sono vari problemi , per citarne uno non di poca importanza: i rimborsi spese. Non dobbiamo nasconderci davanti a certi fatti! Diventa sempre più comune sentirsi dire dagli organizzatori che non avrebbero dei soldi, o che ci sono soltanto per gli headliner, poi sentirsi dire che altre bands vengono suonare a gratis, quindi: se non ti va bene, non suoni. Questo di certo non va bene. Ma non perché uno se la vuol tirare o pretende chissà che! Semplicemente, tu come band investi del tempo e del denaro, e non parliamo di cifre basse! Quindi diventa piuttosto normale per un gruppo di persone che lavorano insieme il voler far tornare indietro quello che hanno speso. Se hai creato un prodotto valido, vuoi presentarti come un gruppo valido, vuoi essere professionale, hai delle spese continue ed è più che onesto chiedere un minimo rimborso. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo rinunciato di suonare in diversi posti questa estate. Purtroppo, ma è anche per una questione di rispetto verso noi stessi. Poi, ovviamente, dobbiamo anche pensare alle nostre famiglie con cui dobbiamo trascorrere pure del tempo, dato che le derubiamo di tanti momenti insieme, perché abbiamo deciso di dedicarci alla musica. Delle date comunque ne faremo, e chi sarà interessato a seguirci, troverà tutti gli aggiornamenti sulle nostre pagine. Stiamo concludendo di nuovo un tour europeo, tra le altre cose, quindi qualche cosina salterà sicuramente fuori! 😉

Grazie e a presto!

https://bulletproofthrash.bandcamp.com/

Sonic Riot da Graz al Rock Camp di Trieste: ‘Cerchiamo band con cui far date’

Arrivano da Graz i Sonic Riot, heavy metal band che suonerà al Rock Camp di Trieste nella giornata conclusiva in programma domenica 9 luglio a Trebiciano sul Carso. Abbiamo rivolto alcune domande al chitarrista e fondatore del gruppo Paul Arzberger, che compone il gruppo insieme a Markus Schemitsch alla chitarra, Andrej Samsanovich al basso, Loris Doff alla batteria e Raphael Tukovics alla voce.

Sonic Riot @Szene Wien, febbraio 2017

Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?

Il fondatore e anima della band è Paul, la band è nata due anni fa con l’idea di unire l’heavy metal old school con uno stile più attuale, con influenze dal sound degli anni ’80 ma anche dei primi anni 2000. Abbiamo messo un po’ di gente insieme, e dopo alcuni cambi di formazione alla chitarra ed al basso, siamo arrivati a quella che è la line up attuale. Abbiamo suonato un sacco in Austria, e siamo stati anche invitati a suonare in Germania. Stiamo lavorando al nuovo materiale che costituirà il nostro primo album.

Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato maggiormente?

La cosa divertente è che pur avendo tante band in comune, abbiamo anche gusti diversi e tra noi c’è molta collaborazione! Il nostro stile parla heavy metal old school, Skid Row e Iron Maiden.

Venite da Graz, che cosa ci raccontate della vostra zona? Com’è la scena metal in Austria?

L’Austria ha una scena piccola ma forte e il pubblico non manca. Il problema è che mancano i promoter….noi cerchiamo un accordo tra band: organizziamo una data nella nostra città, dove invitiamo a suonare band da fuori come headliner, e in cambio chiediamo di poter suonare una data nella loro città, con il rimborso spese, alloggio ecc. Di solito lo facciamo con altre due band, così ciascuno di noi ha almeno tre date, di cui una fissa come headliner. Il fatto è che non tutte le band sono in grado di assicurarci una data in cambio…Per fortuna conosciamo abbastanza gente e quindi alla fine riusciamo ad organizzare… le location non mancano, non costano nemmeno tanto, ma bisogna che le band abbiano voglia di darsi da fare!

Avete già suonato in Italia? Quali aspettative avete?

E’ la prima volta per noi in Italia, ovviamente non vediamo l’ora! Non solo perché è il nostro debutto, ci aspettiamo un pubblico diverso da quello austriaco o tedesco. Raphi parla anche un po’ di italiano…

 

Però avete suonato di recente con una band di Trieste, i Tytus…

Sì, e ci siamo divertiti un casino! I Tytus, ma anche le altre band e il concerto era molto figo, ci siamo divertiti con loro ed anche ad ascoltarli! Gran bella storia, che ci piacerebbe ripetere!

Con quali gruppi vi piacerebbe andare in tour in futuro?

Difficile sceglierne uno…penso che potremmo andare d’accordo un po’ con tutti!

Progetti per il futuro?

Abbiamo un sacco di progetti, ma per scaramanzia non vogliamo anticipare troppo! Diciamo che qualcosa di buono sta per succedere…Nel frattempo, potete guardarvi i nostri live video su You Tube, registriamo sempre i nostri concerti e così faremo anche al Rock Camp!

Volete aggiungere qualcosa?

Grazie per averci invitato a Trieste! Lo apprezziamo molto, e non vediamo l’ora di veder saltare la gente al Rock Camp! Saremo lì di domenica, fermateci pure per una birra o quattro chiacchiere se vi va!

Intervista ai RebelHot in concerto sabato 8 luglio al Rock Camp di Trieste

Sul palco del Southern Rock, poi al Rock Camp di Trieste sabato 8 luglio, poi al Rugby Sound Festival, poi in settembre in apertura ai mitici Kickin’ Valentina a Lezzeno…Sarà un’estate di fuoco per i Rebelhot, band che si caratterizza, oltre che per il curioso gioco di parole nel nome (in dialetto milanese ‘rebelòt’ senza l’acca significa infatti ‘casino, confusione), per il sound che pesca a piene mani dalla tradizione vintage del rock blues anni ‘70.

Abbiamo rivolto alcune domande a Luca Moroni, bassista e fondatore della band che compone la band insieme a Husty alla voce,
Paul alla chitarra, e Frank alla batteria!

Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?
Ciao, grazie a voi per lo spazio che ci dedicate! La band nasce nel 2012, io (Ze) e Paul, il chitarrista, suoniamo anche nei Lizhard e durante una lunga pausa forzata, abbiamo deciso di fondare questa band che avevamo in mente da tempo. Una band ispirata al rock anni 70, precisamente ai Cry of Love..un sound a metà tra Hendrix e gli Skynyrd. Dopo aver cercato un cantante adatto per mesi, mi sono imbattuto in Husty, abbiamo iniziato a lavorare a delle idee e successivamente ci siamo messi alla ricerca di un batterista. Dopo diversi provini abbiamo trovato Frank..e la famiglia era al completo.

Com’è nato il vostro debut album (‘Rebelhot’, Metalopolis Records, 2016) c’è un filo conduttore tra i diversi brani? Com’è stato accolto in generale?
Abbiamo iniziato a lavorare alle prime idee e poi tutto è venuto molto naturalmente, non c’è un filo conduttore se non la voglia di divertirsi e suonare quello che ci piace e con il sound che avevamo in mente. Abbiamo registrato praticamente in diretta, senza effetti digitali, proprio come si faceva una volta. Ed anche la produzione dell’amico Alessandro Del Vecchio è stata fedele alla linea, con un master molto semplice che lasciasse i suoni inalterati e reali. L’album è stato accolto bene, con ottime reviews in tutto il mondo e non può che farci molto piacere con tutto il tempo che abbiamo dedicato a questo lavoro.

Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato di più?
Sicuramente i Cry of Love appunto, nell’album c’è anche un brano con Jason Patterson dei Cry of Love (e Corrosion of Conformity), ma anche Bad Company/Free, Humble Pie ed ovviamente Hendrix.

Siete parecchio conosciuti anche all’estero, che aria si respira fuori dai confini italiani? In quale Paese vi è piaciuto di più suonare e perché?
L’Italia è il nostro paese, ma sapete bene anche voi qual’è la situazione della musica live ed in particolare del rock, soprattutto se fai inediti. All’estero è sempre bellissimo, c’è sempre un’atmosfera particolare e come si suol dire ‘Nemo propheta in patria’, all’estero sei sempre considerato in modo diverso. Beh.. ci mancano ancora molti paesi da testare 🙂 … ma sicuramente la Germania è quello che al momento ci ha trasmesso le emozioni più forti, ma è stato molto bello anche in tutti gli altri paesi.

Oltre al Rock Camp di Trieste, quali altri impegni vi attendono per l’estate?
Questo week-end suoniamo in provincia di Pavia al Southern Rock Festival con gli Skinny Molly (Mike Ested ex Lynyrd Skynyrd) e Smokey Fingers, poi la prima settimana di luglio suoneremo all’interno del Rugby sound festival dove ci saranno anche i The Darkness, mentre due giorni dopo saremo appunto nella bellissima cornice del Rock Camp (per cui ringraziamo il grande Maxx che ha fatto di tutto per averci!). Chiuderemo le date estive a settembre al Lazzeno Rock Festival sul Lago di Como con i Kickin’ Valentina e poi all’Escape Open Air vicino a Berlino, con Joe Lynn Turner, FM, Treat e molti altri! Speriamo di vedervi ad una di queste date!

Passate a visitare il nostro sito www.rebelHot.com, e a mettere un like alla nostra pagina Facebook! Grazie a voi ragazzi e un caro saluto ai vostri lettori! Ci vediamo al Rock Camp!

Junkie Dildoz: intervista alla band in tour con i Toxic Rose

Parla come un fiume in piena Tommy dei Junkie Dildoz, horror sleaze rockers fiorentini che abbiamo intervistato alla vigilia del tour che li vedrà aprire le quattro date italiane degli svedesi Toxic Rose:

1 giugno @ Supernova- Perugia
2 giugno @ BLUE ROSE CLUB -Milano
3 giugno @ PADIGLIONE 14 – Torino
4 giugno @ The Stony Pub – Firenze

Si aggiunge così un’altra tappa importante per i Junkie, che hanno condiviso il palco con molte band, tra cui WhitesnakeThe Answer e Hardcore Superstar l’anno scorso al Pistoia Blues Festival e con i Warrior Soul in occasione del tour italiano.

Ciao ragazzi, benvenuti su Freezine! La band nasce dalle ceneri dei Revel con diversi cambi di lineup: chi avete accolto e quella attuale invece da chi è composta?
Aiuto! Stiamo parlando di qualcosa come quasi 10 anni! In tutto 8 persone hanno militato per più o meno tempo nella band, alcuni hanno abbandonato per motivi legati ad altri loro progetti, alcuni anche davvero interessanti come il Combo De La Muerte di Giuliano Billi, un gruppo che rileggeva tutti i grandi classici del metal in chiave salsa e merengue, il debut album ottenne anche un discreto successo in tutta Europa.
Altri ex-membri hanno mollato per motivi personali o scarsa motivazione…i soliti problemi legati ad una nazione ancora provincialotta e che prende per sfinimento tutti coloro che tentano di creare qualcosa…musica, pittura, cinema…viviamo tutti nella più totale indifferenza da parte di chi dovrebbe proteggere e valorizzare la cultura, così capisco la frustrazione e la delusione che a un certo punto possono portare ad avere voglia di abbandonare tutto e tutti!

Attualmente la formazione dei Junkie Dildoz è composta da me (Tommy, voce), membro fondatore e superstite della prima ora, Brian Ancillotti (membro anche degli Ancillotti, classic metal band fondata da alcuni membri di Strana Officina e Bud Tribe) alla batteria, Davide Puliti alla chitarra e Daniele Petri dei Pollution al basso. Abbiamo anche alcuni amici che al momento del bisogno ci aiutano a non saltare le date in cui non potremmo essere presenti in formazione completa, persone splendide come Mino Di Leonardo (Necromass) e Edoardo Scali (Disboskator) che considero come dei membri effettivi della band, sempre pronti, disponibili ed entusiasti, in questo senso siamo la Rock Family più felice e fiera della storia! :-p

Su quale sound vi state concentrando nella fase attuale? Quali sono i gruppi che vi ispirano in questo momento?
Diciamo che non ci stiamo ponendo limiti, stiamo buttando giù davvero tanto materiale e in questa fase non stiamo facendo più di tanto caso all’omogeneità dello stile o del sound, arriveremo a quella fase solo quando avremo individuato i 10 brani che vorremmo incidere per il disco. Per il momento se un brano nasce con un sound più thrash lo lasciamo thrash, se entriamo in sala con le idee per un brano ruffiano alla Andrew W.K. lasciamo che si sviluppi autonomamente così, ecc. ecc. La fase creativa e compositiva è quella più bella e complicata allo stesso tempo!
Non posso parlare per tutti i membri dei Junkie, ma personalmente ultimamente mi sento particolarmente ispirato da W.A.S.P., Hardcore Superstar, Sixx A.M., Warrior Soul e Blessed By A Broken Heart.

Il vostro primo ep ‘Welcome To The Porn Nation’: perché avete scelto questo titolo?
Perché, nonostante le apparenze bacchettone al limite del puritano ostentate dai nostri governanti, membri influenti della nostra società, capitani d’azienda e membri del clero, pare che il sesso, le droghe, e in generale tutte le perversioni che l’uomo comune può solo immaginare, siano costantemente al centro dei loro pensieri.
I complottisti vedono una società governata dalle banche, io da tutti coloro che lavorano nel mercato del sesso, quello sì che è potere, ecco il perché del titolo ‘Welcome To The Porn Nation’!

Di tutte le band con cui avete calcato il palco qual è quella a cui siete più legati e perché?
Se devo scegliere due band su tutte, una sono gli Hardcore Superstar, gruppo che nonostante tutti i successi raggiunti e’ rimasto sempre molto umile e umano. La seconda volta che abbiamo suonato insieme il loro chitarrista Vic Zino mi ha chiesto se potevo andarlo a prendere all’aeroporto e fare il viaggio insieme, mentre Jocke Berg mi ha presentato come se fossi un suo caro amico al resto dello staff una volta raggiunta la location del live…stavo per mettermi a piangere per l’emozione, voglio dire…cazzo, lui è uno dei miei miti, gira il mondo e suona decine e decine di date ogni anno e si ricorda come mi chiamo e il nome della mia band? Che figata!
L’altra band che dobbiamo citare sono i Warrior Soul e – ovviamente – in particolar modo il loro leader Kory Clarke, ci siamo conosciuti lo scorso anno grazie a Dario Caroli, batterista dei Sabotage e titolare del Circus Club di Firenze che ci ha selezionati per aprire a questa storica formazione, tra di noi è scattata subito una certa scintilla…Kory è una forza della natura e ci ha subito coinvolti nella sua distruttiva, anarchica, ribelle e creativa visione della vita, abbiamo continuato a sentirci spesso fino a quando non sono riuscito ad organizzargli insieme ad alcuni amici un tour italiano nel gennaio 2017 che è culminato con la loro esibizione come headliners presso il nostro Fuck You We Rock Festival.
Per promuovere il tour ero riuscito ad organizzargli diverse interviste per radio e webzine, un giornale locale gli ha anche dedicato una pagina, non mi dimenticherò mai il suo sorriso quando gli ho consegnato la copia cartacea….ho millemila aneddoti legati alle nostre avventure con Kory ma ci occorrerebbero molte più pagine a disposizione…voglio però dirvi cosa disse prima di salire sul palco al nostro chitarrista Davide: ‘Sai una cosa? Adoro Tommy, gli voglio davvero bene, anche se è ritardato!’…ecco, ogni volta che ci ripenso rido fino alle lacrime!

In programma a breve avete 4 date con i Toxic Rose, come state vivendo l’attesa? Che cosa vi aspettate dal tour con i Toxic Rose?
Conoscevamo i Toxic Rose per alcuni video che avevano rilasciato prima di giungere al traguardo del debut album. Per via del loro trucco e attitudine ci erano sempre sembrati una band molto affine alla nostra, pensa la sorpresa quando Elena di School Of Rock Milano ci ha contattati per fargli da gregari per tutte le tappe italiane, che figata!
Dato che l’ascoltatore italiano è particolarmente esterofilo da sempre, ci aspettiamo di avere l’occasione di esibirci davanti a un pubblico più nutrito rispetto a quanto siamo abituati, e di poter quindi essere ascoltati da tante persone che ancora non ci conoscono, ogni singolo nuovo spettatore è per noi una conquista!
Ovviamente siamo anche eccitati all’idea di passare 4 intensi giorni con i ragazzi dei Toxic on the road, viaggiare tutti insieme è sempre una bella emozione, gli aneddoti, gli scherzi e le folli risate sono all’ordine del giorno…

Definite i vostri spettacoli ‘al limite del pericoloso e della denuncia’. Potete raccontarci un po di più a questo riguardo? 
Diciamo che dipende sempre dal locale e dalla reazione del pubblico, sai, abbiamo un trucco di scena sempre molto pesante e ben definito, viviamo il palco in maniera molto fisica e quando è possibile cerchiamo di coinvolgere il più possibile chi è in sala… La vita è già abbastanza dura di per sé, e allora l’obiettivo è e sarà sempre quello di far accantonare problemi e pensieri alla gente almeno per qualche minuto…sai, vorremmo sempre instaurare un clima da Party Hard nella terra di Tim Burton, brindisi insieme, ci buttiamo in mezzo a loro per fare macello, fog machine, sangue finto, trucchi di scena vari… A volte si creano delle connessioni davvero molto forti e tra show e after show la situazione degenera ma –ti prego– non farmi parlare di episodi specifici, o potrei essere ricercato o peggio…non vi rimane che venire sempre a vederci e sperare di capitare nella serata giusta hahahahahaha!!!

Nelle prossime settimane avete anche un progetto di registrazione, che cosa ci potete raccontare di questo? C’è in cantiere un album?
Sì, decisamente sì, come accennavo poco sopra siamo attualmente in fase di composizione e selezione dei brani che finiranno sul nuovo disco. Abbiamo avuto da poco una riunione a tavolino con i boss della Flotta Nemesi, un’associazione di pirati che ha deciso di portarci allo step professionale successivo. Non è un modo di dire, sono davvero dei pirati in senso letterale, alcuni di loro hanno una gamba di legno o un uncino e si vestono esattamente come ai cari vecchi tempi degli assalti ai galeoni! Non chiedetemi da dove provengono i soldi con cui intendono finanziarci, ma era da tempo che non vedevo dei dobloni spagnoli macchiati di rosso…

Dov’è la vostra ‘base’? Come va la scena dalle vostre parti in Toscana? Ci sono gruppi attivi, locali dove suonare? 
Anche se uno di noi (il bassista) è umbro e vive nella zona del Lago Trasimeno, noi tutti abitiamo a Firenze, Brian ha un suo studio professionale, il BlackSmith Studio, ed è da quella tana che partiamo sempre alla conquista della notte e della gloria hehehe!
La scena toscana è ancora abbastanza attiva, soffre ovviamente come tutto il pianeta di un ricambio generazionale molto basso. D’altra parte è innegabile che oggi il fascino maledetto, l’ascendente irresistibile che il rock ha da sempre esercitato sui teenagers sia stato sostituito da hip hop e musica elettronica (con nostro sommo orrore ovviamente…). Siamo sicuri ad ogni modo che presto ci sarà un’inversione di tendenza, anche grazie a band come Runover, Deathless Legacy, Subhuman, Drunken’ Rollers, Cesio 135: tutte band che con umiltà e tenacia hanno cercato di creare uno stile personale e che – come noi – ogni giorno lottano per promuovere la nostra scena preferita, è sempre stato un piacere condividere il palco con loro e lo sarà sempre di più!
Sempre a causa dello scarso ricambio generazionale tanti locali negli ultimi anni sono scomparsi, ad ogni modo per fortuna abbiamo ancora alcuni club con gestori professionali ed entusiasti che investono nelle serate, ci credono ed offrono l’opportunità a tante band locali e underground di aprire ad artisti stranieri spesso anche molto ben affermati: sto parlando del Circus di Scandicci, dell’Exenzia di Prato e del Borderline di Pisa.

Fuck You Rock Festival @Exenzia Rock Club, Prato (Italy), 28.1.2017

Siete attivi anche come promotori del Fuck You We Rock festival, com’è nata l’iniziativa?
Il Festival è nato nel 2011 con il preciso obiettivo di radunare i migliori gruppi hard rock underground sullo stesso palco, solo musica inedita e solo gruppi con velleità di crescita. La prima serata andò talmente bene che da quella volta siamo stati ‘costretti’ ad organizzarne due edizioni l’anno, una estiva open air, e una invernale in clubs ‘regolari’…Con il tempo l’affluenza notevole di pubblico ci ha concesso di avere abbastanza budget per chiamare gruppi stranieri come i Nasty Ratz e i mitici Warrior Soul.
Per le prossime edizioni abbiamo ulteriormente alzato l’asticella ma non diremo nulla per scaramanzia…

Sogni nel cassetto, se vi va di dircelo?
Ne abbiamo tanti, smettere di sognare rappresenterebbe la morte dell’arte e della creatività, ogni giorno mi sveglio e mi metto subito a pensare a quale potrebbe essere il nuovo passo, la nuova sfida da affrontare, ero un ragazzino timido e bassottello incapace di suonare e soprattutto nato in una nazione dove mettersi a fare heavy metal equivaleva alla condanna alla cantinetta a vita…lo scorso anno abbiamo aperto per gli Whitesnake….se avessimo smesso di sognare l’avremmo mai fatto??? :-p

 

 

 

 

Intervista ai Duel: ‘Il nostro album come un horror degli anni Settanta’

Sesso, sangue, riti cannibali: è un vero e proprio viaggio nell’occulto ‘Witchbanger’, nuovo album dei Duel in uscita il 28 aprile via Heavy Psych Sounds Records.

A solo un anno dal dirompente esordio con ‘Fear of The Dead’ (2016), il super combo texano, che vede in line up i due ex Scorpion Child Tom Frank (voce e chitarra) e Shaun Avants (basso e voce), è in Europa per presentare il nuovo album: ed è proprio a Tom che abbiamo chiesto di raccontarci un po’ come sta andando con questo nuovo lavoro e gli appuntamenti principali del tour.

Ciao, l’album sta raccogliendo buone recensioni, come la state vivendo?
Grazie, diciamo super bene! Abbiamo collaborato tutti quanti alla scrittura di questo lavoro, inoltre lo abbiamo prodotto noi stessi con Jeff Henson, il nostro chitarrista, che si è occupato anche della registrazione così come già aveva fatto per il primo disco: quindi possiamo dirci soddisfatti del risultato!

Per quanto tempo ci avete lavorato?
Praticamente ci siamo dedicati a scrivere i pezzi per quasi tutti questi ultimi otto mesi!  La nostra grande fortuna è stata quella di avere lo studio di Jeff a disposizione. Si chiama Red Nova Ranch, e lì hanno registrato anche Eagle Claw, Vast, Crobot, i Clutch che poi con quell’album hanno scalato le classifiche! Insomma, avere questo posto tutto per noi ci ha dato la possibilità di metterci comodi a scrivere i pezzi, lavorandoci su anche di notte se ci veniva l’ispirazione giusta!

Dove si trova esattamente?
Il Red Nova si trova in campagna nei dintorni di Austin, non molto lontano dai luoghi dove hanno girato il film ‘The Texas Chainsaw Massacre’ (‘Non aprite quella porta, pietra miliare dell’horror ‘indie’ americano, ndr). E’ un posto molto isolato…di quelli dove il silenzio è interrotto solo dal latrare dei cani e dal rumore delle fucilate…puoi fare qualsiasi cosa lì! Ci siamo divertiti, e il suono è ottimo.

Questo ‘isolamento’ ha influito anche sul risultato finale?
Diciamo che il risultato è a metà tra una colonna sonora heavy metal di stile old school e un horror movie anni ’70…Ad influenzarci è stato soprattutto il vecchio dark metal e l’hard rock che va dagli ultimi anni ’60 agli ultimi anni ’70, e tra i gruppi sicuramente i Kiss e Thin Lizzy. Poi abbiamo cercato di renderlo il più possibile ‘nostro’, e pensiamo di esserci riusciti!

https://youtu.be/QBhII_DkzzI

Volevate provocare con questo titolo? 
In realtà ‘Witchbanger’ è il nome dell’amp che usiamo per le nostre chitarre, quello che poi ci è servito per quasi tutto il lavoro di registrazione, e anche durante i live! E poi ci piacciono le storie occulte! ‘Witchbanger’, il brano che dà il nome all’album, racconta appunto di uno stregone immortale che va matto per la carne umana…Questo è un tema che ricorre parecchie volte nel corso dell’album!

Venite da Austin nel Texas, com’è la scena musicale lì?
Sì, ad Austin abbiamo la nostra ‘base’, gran bel posto per la musica! Ci sono un sacco di band che spaccano, posti fighi per suonare, e soprattutto un sacco di concerti! Ti dà un sacco di input che stimolano a fare sempre meglio! C’è una scena musicale forte, sopratutto stoner, che ti dà opportunità per suonare e ti spinge a fare sempre meglio, cercando di coinvolgere sempre più gente.

Ormai conoscete bene l’Italia, vi piace? Qual è la vostra meta europea preferita?
Sì, non vediamo l’ora di tornarci, poi con la bella stagione…pensiamo sarà fighissimo. E’ la nostra meta preferita, non solo per viaggiare ma anche per il suo pubblico…bella gente piena di vita! E poi non vediamo l’ora di suonare anche a Berlino, al Desert Fest!

Tra le varie tappe in programma i Duel saranno ‘live’ con gli sloveni Blackoutt all’Hangar di Izola martedì 9 maggio su iniziativa di Rocket Panda Management:
https://www.facebook.com/events/1872358059702936/

E anche la vostra etichetta Heavy Psych Sounds è italiana…
Abbiamo cercato un sacco di etichette prima di concludere con loro. Ne avevamo 5-6 interessate, poi abbiamo optato per la HPS per il rapporto che abbiamo con Gabriele (Gabriele Fiori alla guida dell’etichetta, ndr), il quale, oltre a far uscire i nostri dischi, organizza anche dei tour fantastici!

Ok, è giunto il momento di salutarci…c’è qualcosa che vorreste aggiungere?
Sì, grazie a voi per l’interesse nei nostri confronti!!!

 

 

 

 

Cripple Bastards, un pezzo di storia in arrivo al Tetris

Chi li ha visti dal vivo giura che sono una bomba! Sono di casa all’Obscene Extreme così come nel Sol Levante, eppure i Cripple Bastards non hanno mai suonato a Trieste…Tenetevi dunque pronti per sabato 25 febbraio, quando le porte del Tetris si spalancheranno per accogliere quest’autentico pezzo di storia che, sulla scena da quasi trent’anni, ha conquistato l’attenzione internazionale suscitando spesso anche feroci polemiche.

Mente e corpo del progetto è Giulio detto The Bastard, che lo ha fondato ad Asti nel 1988 con Alberto the Crippler, insieme a cui suonava dall’87. In quel periodo Giulio frequentava la scena metal/hc della ex Jugoslavia, in particolare Belgrado, ed è proprio lì che lui e Alberto si conoscono.

Ciao Giulio, benvenuto su Freezine! Questa è la prima volta che suonate a Trieste! La conoscete già, e quali pezzi porterete?
Ciao! Sì, conosco bene Trieste perché, essendo in parte cresciuto in Serbia, ci passavo spesso, e ogni tanto nei weekend mi ci portavano i miei genitori, specie negli anni ’80. Non lontano da lì abbiamo suonato qualche volta a Udine, Gorizia ed anche in Slovenia. Personalmente sono contento di suonarci perché la zona mi è sempre piaciuta, e perché è la città degli Upset Noise, band che ho sempre stimato e rispettato. La nostra scaletta attinge in modo abbastanza uniforme da ogni nostro album, in tutto sono ventisette brani che ripropongono un po’ tutta la storia dei CB! 

Chi c’è nella nuova line up?
Attualmente i C.B. sono: Giulio The Bastard – voce, Schintu The Wretched – basso (nella band dal 1998), Der Kommissar – chitarra (nella band dal 1999), Wild Vitto – chitarra (nella band dal 2014) e Raphael Saini – batteria dal 2014.

La vostra immagine si richiama spesso al cinema di genere anni ’70, da dove nasce questa passione?
Seguo il cinema di genere da quando ero bambino, in generale ho sempre collezionato e consumato film anni ’60/’70/’80 principalmente italiani, con preferenze su giallo, horror, western, polizieschi e drammatici. 

E il cinema ricorre spesso nella storia dei Cripple Bastards, nel bene ed anche nel male: una loro performance all’Open Hands Festival è stata interrotta a bottigliate dal pubblico, offeso da una frase (‘le donne sono tutte puttane’, ndr) presa da ‘Frenzy’, noto film di Alfred Hitchcock del 1972. Così come la figura del ferocissimo Tomas Milian/Giulio Sacchi di ‘Milano odia: la polizia non può sparare’ (1974) si collega a ‘Misantropo a senso unico’, considerato ancora oggi il disco manifesto della band.

Oltre ai Cripple Bastards, Giulio da alcuni anni gestisce anche la F.O.A.D Records, storica etichetta specializzata in trash e hc.
‘La F.O.A.D.’, racconta Giulio, ‘è stata fondata dal mio amico Marco Garripoli di Torino, inizialmente era una fanzine, poi si è sviluppata anche come label partendo dalle cassette e proseguendo con uscite su CD. Nel 2008 dopo un periodo passato insieme a lavorare – Marco mi aiutava a tenere il merch dei CB ai concerti, cosa che fa tutt’ora- abbiamo deciso di unire le forze e trasformare la F.O.A.D. in un’attività a tempo pieno, arrivando a due uscite al mese e dando la precedenza al nostro supporto preferito, il vinile. Le cose si sono evolute nell’arco del tempo, siamo arrivati a lavorare con band come Terrorizer, Cryptic Slaughter, Discharge, Wehrmacht, Raw Power, Bulldozer, DRI e molti altri. Nel 2013 Marco ha lasciato l’etichetta e al suo posto è entrato Luca, anche lui amico storico e supporter dei CB da moltissimo tempo. Ad oggi siamo arrivati a più di 120 dischi pubblicati e uno standard di due uscite al mese.

I Cripple in tour in Giappone

Parliamo un po’ dell’ultimo tour…
Sì, qualche mese fa siamo stati per la seconda volta in tour in Giappone! E’ una delle nostre mete preferite sia per l’entusiasmo e l’affiatamento del pubblico, sia per il livello qualitativo incredibile delle loro band, dall’hardcore al metal a qualsiasi altro genere. Ogni serata è stata grandiosa, con tanta gente e la possibilità di dividere il palco con alcuni tra i miei gruppi preferiti. Poi il fattore amicizia e rispetto da parte di chi organizza e chi segue una band come noi, lì è qualcosa di veramente unico.

Ed ora? Quali progetti avete per il 2017?
Stiamo lavorando all’album nuovo e a un cofanetto definitivo che raccoglie tutti i nostri singoli/split e un mucchio di materiale inedito ‘d’epoca’. Entrambi dovrebbero uscire nel 2018 per il nostro trentesimo anniversario.

 

Trieste, il rock all’attacco: ‘Servono più spazi per la musica dal vivo’

Oggi tenere aperto un locale che propone musica dal vivo, si sa, è sempre più difficile. In Italia i costi sempre più elevati e la burocrazia hanno modificato la mappa dei live club un po’ ovunque, comprese le grandi città.

Ma come si presenta la situazione a Trieste all’alba del 2017?
Lo abbiamo chiesto alle associazioni ed organizzatori presenti in maniera attiva sul territorio.

Ecco come ci hanno risposto.

‘Molti posti importanti hanno chiuso’esordisce Drakonia InChain (Licht und Blindheit, Rock Out X Project). 
‘Per ora ci sono il Tetris, patria dell’underground triestino, il RedRace, che organizza concerti solo saltuariamente, e il Fallout di prossima apertura. L’ Anubi Production gestisce l’Ausonia e il Molo 4, ma fanno più discoteca che live…Il Naima apre a chiamata (a breve si convertirà in hamburgeria, ndr), lo Streaming è piccolissimo e fa discoteca… quindi resta solo il Tetris!

Un’immagine del Tetris, club nel centro storico di Trieste

Che cosa mancherebbe? ‘Sicuramente uno spazio socio-culturale aperto alle varie realtà’, dice Drakonia. ‘Per esempio il rap di nicchia senza l’Etnoblog a Trieste è stato sostanzialmente decapitato. Cosa servirebbe? Un quartiere del divertimento, non lontano dal centro e raggiungibile a piedi o comunque collegato 24/7 con la città, per i turisti e i cittadini’.

‘Le location presenti in città ed adatte al nostro tipo di spettacoli purtroppo si contano sulle dita di una mano, a voler essere ottimisti’dice Trieste is Rock, associazione culturale attiva dal 2010 nell’organizzazione di concerti e festival tra cui Light of Day benefit e Trieste Calling the Boss. ‘Anzi, da quest’anno il locale di riferimento presso il quale sviluppavamo la maggior parte dei nostri eventi, l’ex Macaki/Naima, cambia gestione ed i concerti live lì non saranno più realizzabili’.

Il Naima durante una delle serate targate Trieste is Rock, (c) Dean Zobec

Continua Trieste is Rock: ‘I grossissimi costi che la normativa sui locali di pubblico spettacolo impone per realizzare una nuova struttura sono l’ostacolo principale che blocca gli investimenti di qualsiasi imprenditore in tempo di crisi. Anche una possibile collaborazione tra pubblico e privato, il cosiddetto project financing, al di là di timide dichiarazioni di principio da parte dell’amministrazione comunale, non è all’orizzonte. Individuare ad esempio un contenitore nell’area del Porto Vecchio adatto ad ospitare un centro multimediale destinato ai giovani era e rimane soltanto un sogno nel cassetto’.

Quali sono le alternative? ‘Noi continuiamo la nostra attività grazie alla preziosa collaborazione con il Teatro Miela e con il Teatro Verdi di Muggia, ma le dimensioni di queste due strutture ed i costi connessi impongono quasi obbligatoriamente la programmazione con artisti internazionali di un certo richiamo, con rischi non indifferenti per un’associazione culturale come la nostra.

Il Teatro Verdi di Muggia durante il Nirvana 25th Anniversary, (c) Marta Barnabà

Per promuovere invece la scena rock locale, davvero interessante ed in continua crescita’, conclude Trieste is Rock, ‘ci daremo da fare offrendo nuove collaborazioni con i gestori che vogliano investire sulla musica live; noi ci siamo e da parte nostra continueremo a proporre artisti validi con il supporto di un’organizzazione seria e professionale’. 

Trovo che a Trieste scarseggino spazi per organizzare concerti’, dice Marco, attivo nell’organizzazione del Tetris. ‘Per essere chiaro, non riesco a considerare bar o pizzerie posti dove fare suonare musicisti o bands definibili tali. L’unico posto attrezzato è sostanzialmente rimasto il Tetris, che però può ospitare solo concerti underground e per un numero di pubblico limitato. Ci sarebbe sicuramente l’esigenza di creare uno spazio per concerti di artisti che mediamente richiamino 400-500 persone in una zona come Trieste, e che magari attirerebbero un pubblico pronto a spostarsi da Slovenia, Croazia o resto d’Italia, creando anche un maggiore giro di turisti. Penso che il Comune abbia l’occasione di creare uno spazio del genere nella zona del Porto Vecchio, uno spazio dove le diverse realtà che si occupano di organizzare eventi musicali in città potrebbero curare una programmazione varia e di livello medio-alto che tenga conto dei diversi gusti musicali, ma non ho alcuna fiducia che le amministrazioni desiderino procedere in tal senso. Credo che, purtroppo, per vedere concerti di buon livello dovremo continuare ad andare in Slovenia, dove posti attrezzati e messi a disposizione dallo stato esistono’.

C’è da dire che il 2016 per la scena rock di Trieste ha portato anche delle novità. Come il Capodanno Rock in periferia, il festival con i Warrior Soul e il Rock Campla tre giorni di rock e metal che si è svolta a luglio presso il campo sportivo di Trebiciano.
‘La miriade di musicisti e di band triestine sono costrette a vivere nel sottobosco assolutamente prive di sale prove e di strutture dove potersi esibire’ dice Linus dell’associazione Rock Out X Project. ‘Da tempo ci stiamo prodigando a dare una giusta vetrina a questi artisti nostrani (ce ne sono più di un migliaio) incentivandoli e coadiuvandoli nelle loro attività non solo con concerti singoli ma anche con festival come il Capodanno ed il Rock Camp estivo’.

Ma il pubblico come ha risposto a queste novità? ‘Il pubblico accorso, di tutte le età, è rimasto molto soddisfatto di quanto siamo riusciti, a fatica, a mettere in piedi, ci ha fatto sentire la loro presenza, e ci ha incoraggiato a continuare. Se ne sono accorti tutti, dagli alberghi (gli eventi hanno richiamato turisti da ogni parte d’Italia e dalle vicine repubbliche di Slovenia, Croazia ed Austria), i ristoranti, i vari fornitori e le altre associazioni con le quali abbiamo collaborato. Se ne sono accorte le televisioni locali, i principali giornali triestini e della vicina Slovenia, le riviste del settore e numerose radio private a copertura nazionale, che hanno dedicato ampio spazio alle nostre iniziative e ci hanno richiesto parecchie interviste.

Un’immagine del Rock Camp che si è svolto nel luglio 2016 a Trebiciano sul Carso triestino, credit foto Licht und Blindheit

‘Quello che a noi è sembrato, ed è sembrato stranoè che non se ne è accorto nessuno tra le istituzioni, Regione, Comune, enti culturali vari, nonostante le nostre numerose richieste ed incontri per avere contributi ed aiuti per poter continuare nel nostro ambizioso progetto, quello di rendere più viva la nostra città. 
Siamo riusciti a coprire le spese solo attraverso l’aiuto di alcuni sponsor privati’, conclude Linus, ‘e grazie ai numerosi volontari che hanno sostenuto la nostra associazione ed il nostro sogno di poter finalmente organizzare qualcosa di grosso, di importante, e possibilmente in via continuativa, in una città difficile come Trieste’.

1- Continua nella prossima puntata

Genus Ordinis Dei-Intervista alla band in concerto sabato 26 a Pordenone con i Lacuna Coil

Freezine va alla scoperta dei Genus Ordinis Dei, la band scelta dai Lacuna Coil come support act ufficiale del tour europeo di ‘Delirium’. Li abbiamo intervistati in preparazione del concerto che li vedrà suonare sabato 26 novembre sul palco del Palatenda di Pordenone dove porteranno ‘The Middle’, l’album uscito con la Mighty Music di Copenhagen, e alcune anteprime del prossimo disco in pubblicazione nei primi mesi del 2017.

http://genusordinisdei.com/

https://www.facebook.com/genusordinisdei/?fref=ts

god_7322Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?

Ciao a tutti, il piacere è nostro!
Allora…il tutto è cominciato circa nel 2011…viviamo tutti nella stessa città cioè Crema, e da sempre abbiamo militato nella scena musicale locale ma in band differenti. L’attuale line-up è composta da Nick K (voce e chitarra), Tommy Mastermind (chitarra e orchestra), Steven F. Olda (basso) e Richard Meiz alla batteria.
Ad un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di creare un progetto musicale che rappresentasse a pieno il gusto e il linguaggio musicale di ognuno; ma soprattutto un progetto creato e portato avanti da gente che da sempre ha sognato fare questo nella vita…ed eccoci qua!

Da dove viene il nome Genus Ordinis Dei?

Il nome deriva dal latino e significa ‘Origine/Stirpe dell’ordine divino”, e si ricollega al nostro concept album principale ‘Genus Ordinis Dei’ che si presenta e si presenterà come una trilogia cominciata con ‘The Middle’.

Genus Ordinis Dei @ La Laiterie, Strasbourg, 8.11.2016, (c) Shoot Me Again
Genus Ordinis Dei @ La Laiterie, Strasbourg, 8.11.2016, (c) Shoot Me Again

Qual è il concept di ‘The Middle’, c’è un filo conduttore tra i diversi brani?

Come dicevamo, ‘The Middle’ è la seconda parte della nostra main story che si dividerà in tre capitoli. Il concept rivisita in maniera originale la storia dell’universo prendendo spunto dalla Bibbia e non solo. Un viaggio dall’origine di tutto fino alla fine dei tempi. In ‘The Middle’ il protagonista è il The Fallen, il primogenito figlio di Dio che cacciato dal paradiso trova nuova vita e forma in quel posto che noi potremmo chiamare Inferno. Per qualche oscuro motivo il The Fallen è stato abbandonato e ora, dopo un tempo di redenzione ritrova forze ed energie per marciare contro Dio. The Middle è come un ponte di collegamento, che unirà la prima e la terza parte di questo concept.

Il vostro stile fonde il new metal con le sonorità sinfoniche, come mai avete scelto questo incrocio stilistico? Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato maggiormente?

Questo è perché arriviamo tutti dal metal, ma ognuno di noi ha gusti musicali leggermente diversi. Nick e Tommy sono grandi fan del power e epic metal, Steven è più sul trash e Richard arriva dal progressive e dal metalcore. Abbiamo cercato di fondere tutto questo, e di aggiungere una parte sinfonica/orchestrale che sentiamo parte del nostro dna da italiani. Tommy ad esempio ama molto la musica classica, infatti è lui che si occupa degli arrangiamenti orchestrali.
Come maggiori influenze potremmo citare i Lamb Of God, i Gojira, i Dark Tranquillity, i Dimmu Borgir… questi sono solo alcuni tra tanti.

Genus Ordinis Dei @ La Laiterie, Strasbourg, 8.11.2016, (C) Shoot Me Again
Genus Ordinis Dei @ La Laiterie, Strasbourg, 8.11.2016, (C) Shoot Me Again

Parliamo un po’ della fase di registrazione, come si è svolta e cosa potete raccontarci delle collaborazioni?

La fase di registrazione del disco in uscita ‘Great Olden Dynasty’ si è svolta a San Marino al Domination studio, con Simone Mularoni (DGM).
I pezzi erano già scritti da tempo e non vedevamo l’ora di registrarli, anche perché il 2016 per noi è stato un anno in cui abbiamo lavorato più che altro sulla parte ‘burocratica’ della band -l’uscita del disco e dell’EP, pianificazione del tour con i Lacuna Coil e via discorrendo.
Abbiamo una collaborazione interessantissima, che è Cristina Scabbia che ha cantato un pezzo del disco…non vediamo l’ora di farlo uscire!

Cristina Scabbia, Lacuna Coil
Cristina Scabbia, Lacuna Coil

Che cosa ci raccontante dell’esperienza danese con l’etichetta Mighty Music? Avete suonato lì? Che aria si respira al di fuori dei confini italiani?

Mighty Music con noi ha lavorato molto bene. In un anno ha fatto uscire il nostro primo lavoro ‘The Middle’ e poi l’EP, dando ai nostri lavori un’ottima distribuzione a livello mondiale.
Non avevamo mai suonato in Danimarca fino a questo tour, nel quale abbiamo suonato a Copenhagen in una delle venue più rinomate. Chiaramente è stata anche una bella occasione per parlare con Michael, il boss di Mighty Music, e parlare un po’ del nostro futuro.

E’ stato un anno intenso anche per quanto riguarda l’attività live con il tour con i Lacuna. Come sta andando?

Alla grande! Stiamo avendo una risposta grandiosa da parte del pubblico, in parte inaspettata! Eravamo partiti un po’ prevenuti in quanto l’ascoltatore medio dei Lacuna è abituato a sonorità molto più soft e melodiche, ma ad ogni modo non abbiamo avuto una data in cui la gente fosse stranita da noi. Siamo stati ben accolti e la nostra fanbase è cresciuta notevolmente.

Per quanto riguarda il vostro futuro, dunque, cosa avete in mente? Quali i prossimi impegni?

Sicuramente l’uscita del nostro prossimo lavoro. Al momento stiamo considerando varie proposte da alcune etichette, ma sarà una decisione che prenderemo a mente fresca una volta a casa.
Non mancheranno dei live in Italia oltre a quelli del tour, in cui suoneremo una setlist più lunga per i nostri fan! Al momento la nostra testa è ancora on the road…abbiamo bisogno di un po’ di decompressione’.

Bene ragazzi, grazie mille per l’intervista. Avete qualcos’altro da aggiungere ai nostri lettori?

Un saluto a tutti i lettori di Freezine! invitiamo tutti a passare sui nostri social per dare un’occhiata a quello che stiamo combinando, e chiaramente speriamo di vedervi davanti al palco nei nostri show! Hail!