Kory Clarke ci parla del disco in dirittura d’arrivo! Il frontman è reduce da un intenso tour negli Stati Uniti, dove ha registrato il nuovo materiale insieme a John Polacheck da Chicago alla chitarra e Nate e Adam Harling della hard rock band The Last Vegas.
L’uscita prevista è nell’autunno 2017 tramite l’etichetta londinese Cargo Records, nell’attesa Kory sarà in Italia con i Warrior Soul Christian Kimmett e Michael Branagh per due date:
Ciao Kory, bentrovato! Allora, cosa ci racconti?
Ciao, grazie…ci siam divertiti un sacco a Trieste, eh?! Be’, qui continuiamo a resistere: al controllo militare del petrolio negli Stati Uniti, a Trump e a tutti i suoi ‘tirapiedi’!
Sei appena tornato dalla East Coast, com’è andata? Sì, avevamo delle date a New York City e poi due show privati: alcuni mesi fa abbiamo lanciato un crowdfunding su Indiegogo per il nuovo album, e tra i premi in palio per i partecipanti c’era appunto la possibilità di un concerto privato! Direi una gran bella esperienza, abbiamo suonato sulle colline della Pennsylvania, in un posto molto suggestivo all’aperto..in un campo caravan, con un pubblico entusiasta! Anche l’altro show, che abbiamo organizzato per l’occasione in uno studio di registrazione a Manhattan, è stato fantastico!
Per l’occasione hai ritrovato un po’ del vecchio team… I miei amici hanno raccolto la sfida di rimettere insieme i Warrior…Suonavo con loro nei tour passati, ed è stato un po’ come tornare a casa…ma mi è mancata la band che invece sarà con me al Rock Camp di Trieste!
Ho visto le tue foto alla batteria… Sì, qualche volta mi capita di tornarci: è più facile che succeda quando ci sono questo tipo di concerti, di dimensioni un po’ più ‘intime’!
Che cosa ci dobbiamo aspettare dal nuovo album? Aspettati l’inaspettato! Rock n’ roll duro, e con un tiro piuttosto arrabbiato, decisamente contro l’establishment!
Parliamo finalmente dei tuoi dipinti! C’è qualche collegamento con la tua attività musicale, oppure lo fai per rilassarti? Dipingere può essere uno sfogo immenso, quasi come suonare, ti accorgi che il dipinto è realmente finito soltanto dopo che hai ingaggiato una specie di ‘lotta fisica’ con il disegno, con la tela…è una lotta anche fare in modo che non sia solo una verniciata, ma che abbia un senso! Qualche volta succede che resti lì a cambiarlo mille volte, per poi renderti conto che era molto meglio se lasciavi tutto com’era!
Tu hai iniziato da New York, oggi come ti sembra? Ci torni volentieri? Macché, è un incubo solo entrare ed uscire dall’aeroporto…c’è un abisso con la città che era nell’85…ci tornerò quest’autunno ma penso per l’ultima volta! Invece a Chicago è stato fantastico! Ho lavorato sul nuovo materiale con John Polacheck alla chitarra, poi con Adam e Nate Arling (rispettivamente chitarra e batteria, nda) dei The Last Vegas, che hanno contribuito al disco in uscita con le loro nuove idee e il loro talento…proprio ora abbiamo finito le tracce audio!
Sarà un album più che mai intercontinentale.. Mixato a Londra, e masterizzato tra gli studi di Atene (dove Kory vive, ndr) e Londra! Il mio ingegnere del suono Miguel Martins mi sta aspettando… sarà una gran cosa!
Ho notato che hai feedback in Italia, e anche a Trieste! Che ne dici di qualche progetto qui? Sì, è un’idea interessante! Ho già lavorato con GG Rock della Jetglow Recordings di Padova che ha prodotto ‘Light your Bonfires’… e che tra l’altro suonerà con me a Trieste insieme a Christian Kimmett da Edinburgo e Michael Branagh che è irlandese!
E’ un periodo importante per i Bullet-Proof trash metallers formati a Bolzano nel 2014. La band sta infatti riscuotendo parecchi apprezzamenti con ‘Forsaken One’, il loro secondo album uscito lo scorso aprile via Sleazsy Rider Records.
Abbiamo rivolto alcune domande a Richard Hupka, cantante e chitarrista della band di origine slovacca, in occasione del concerto che li vedrà suonare sabato 8 luglio al Rock Camp di Trieste ad ingresso gratuito.
Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?
Ciao, come prima cosa ci tengo a ringraziarti per l’intervista e a precisare che è un grande piacere per me presentare i Bullet-Proof ai lettori di Freezine!
I Bullet-Proof nascono nell’agosto 2014, quando io insieme a mio figlio batterista Lukas siamo usciti dalla band precedente… di cui non dico il nome perché non desidera che io la nomini 😉 Semplicemente c’era ancora voglia di andare avanti nel percorso musicale, avevo delle idee da proporre, e sapevo di avere alle spalle la persona giusta con cui buttarsi in questa bella avventura -cioè mio figlio Lukas. All’inizio ci ha aiutato il bassista della cover band dove suonavamo insieme, Diego Polli, il quale ha registrato il primo disco. Le nostre strade si sono però separate poco dopo l’uscita del debutto ‘De-Generation’ nel luglio 2015. Il posto del bassista ha preso un ragazzo giovane e talentuoso -Federico Fontanari – che ha saputo sin dall’inizio prendere in mano il suo ruolo e non possiamo essere più felici di così. La seconda chitarra non è mai esistita nel primo periodo, ci limitavamo a prendere semplicemente delle persone di passaggio così per dire, tra cui il fantastico chitarrista che ha suonato sul primo ‘De-Generation’ cioè Andrea Demasi. Tutto poi si è risolto con l’arrivo di Max Pinkle verso la fine del 2015, il suo era un nome già conosciuto nell’underground italiano, proveniente dalla band Sign Of The Jackal. Quindi eccoci! 😉
Com’è nato il vostro ultimo ‘Forsaken One’, c’è un concept, un filo conduttore tra i diversi brani? E in che cosa si differenzia dal lavoro precedente?
Partiamo dall’ultima domanda: la principale differenza sta nel sound e nella produzione del disco. Abbiamo voluto concentrarci su questa direzione. Naturalmente cerchiamo di fare sempre meglio, e per farlo sapevo che ci dovevamo concentrare di più: per esempio sulle linee vocali, metterci più melodie ed armonie, così da essere ancora più straight into you face rispetto al nostro debut album. Spero che questo ci sia riuscito! 😉
‘Forsaken One’ è un semplice continuo evolversi della band. Ci sono pezzi scritti poco dopo l’uscita del primo disco, e ci sono i pezzi scritti letteralmente nello studio durante le riprese, come per esempio proprio ‘Forsaken One’ e ‘I was wrong’. Questo è dovuto al fatto che il nostro caro batterista :-)) non voleva assolutamente avere altri due pezzi preparati per il disco…così due giorni prima di entrare nello studio siamo stati ‘costretti’ a scriverne due nuovi al volo! Comunque devo dire che sono contento di questa decisione. Per cui, come puoi capire, non c’è un filo conduttore vero e proprio, ma semplicemente è quello che ci propone la vita e che poi ritroviamo nel comporre. Ogni giorno ti capitano tante cose, vivi mille esperienze, impari sempre qualcosa, perciò hai tutto servito sul piatto. Nei testi mi piace parlare di rapporti umani, delle cose che non mi piacciono sulle persone, o delle cose che non mi piacciono nella società stessa.
Quanto è importante per voi l’attività live e con chi vi è piaciuto di più suonare?
Guarda, io sono del parere che l’attività live sia la cosa più importante per una band. Non c’è niente altro di più importante, nemmeno i dischi, né le foto o i video. Tutto questo sono solo delle cose, che pur sempre più indispensabili, restano secondarie. È inutile avere un bel disco, videoclip, immagini, o altro, se la band non suona dal vivo. A che cosa è buona fare una band se poi questa non suona??
La seconda domanda…Per me personalmente le piu belle esperienze sono state quanod abbiamo suonato con i Testament e con gli Holocaust.
Domanda di rito: padre e figlio suonano nella stessa band, su quali cosa vi intendete alla perfezione? e quali sono invece le difficoltà?
Sì, sta diventando una domanda di rito per tutti ormai! :-))) Sai, noi oltre a suonare lavoriamo insieme, viviamo ancora nella stessa casa, quindi passiamo insieme davvero molto tempo. Questo ci porta spesso ad avere delle discussioni, a volte anche pesanti. Ma fa tutto parte di noi, della convivenza musicale. Per cui potrei rispondere prima sulle difficoltà: ti trovi spesso a pensare di di saper distinguere dove è quel sottile filo tra il rapporto padre-figlio-amico-collega da lavoro. Sembra facile , ma ti posso garantire che così non è! 🙂 Ma è proprio questo il bello! La risposta alla prima domanda è facilissima: ci capiamo con gli sguardi perfettamente ovunque. Siamo dello stesso sangue, amiamo la musica, più di così non potrei chiedere!
Che cosa bolle in pentola per il futuro? Oltre al Rock Camp quali altri impegni vi attendono per l’estate?
Per il futuro spero che potremo esibirci il più possibile un po’ dappertutto, perché è ciò che vogliamo, e ciò che credo vuole ottenere ogni band. Non è certo facile, perché oltre a mille altri motivi e problemi, l’ offerta è voluminosa’, e concludere una data diventa sempre più difficile. Naturalmente ci sono vari problemi , per citarne uno non di poca importanza: i rimborsi spese. Non dobbiamo nasconderci davanti a certi fatti! Diventa sempre più comune sentirsi dire dagli organizzatori che non avrebbero dei soldi, o che ci sono soltanto per gli headliner, poi sentirsi dire che altre bands vengono suonare a gratis, quindi: se non ti va bene, non suoni. Questo di certo non va bene. Ma non perché uno se la vuol tirare o pretende chissà che! Semplicemente, tu come band investi del tempo e del denaro, e non parliamo di cifre basse! Quindi diventa piuttosto normale per un gruppo di persone che lavorano insieme il voler far tornare indietro quello che hanno speso. Se hai creato un prodotto valido, vuoi presentarti come un gruppo valido, vuoi essere professionale, hai delle spese continue ed è più che onesto chiedere un minimo rimborso. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo rinunciato di suonare in diversi posti questa estate. Purtroppo, ma è anche per una questione di rispetto verso noi stessi. Poi, ovviamente, dobbiamo anche pensare alle nostre famiglie con cui dobbiamo trascorrere pure del tempo, dato che le derubiamo di tanti momenti insieme, perché abbiamo deciso di dedicarci alla musica. Delle date comunque ne faremo, e chi sarà interessato a seguirci, troverà tutti gli aggiornamenti sulle nostre pagine. Stiamo concludendo di nuovo un tour europeo, tra le altre cose, quindi qualche cosina salterà sicuramente fuori! 😉
Arrivano da Graz i Sonic Riot, heavy metal band che suonerà al Rock Camp di Trieste nella giornata conclusiva in programma domenica 9 luglio a Trebiciano sul Carso. Abbiamo rivolto alcune domande al chitarrista e fondatore del gruppo Paul Arzberger, che compone il gruppo insieme a Markus Schemitsch alla chitarra, Andrej Samsanovich al basso, Loris Doff alla batteria e Raphael Tukovics alla voce.
Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?
Il fondatore e anima della band è Paul, la band è nata due anni fa con l’idea di unire l’heavy metal old school con uno stile più attuale, con influenze dal sound degli anni ’80 ma anche dei primi anni 2000. Abbiamo messo un po’ di gente insieme, e dopo alcuni cambi di formazione alla chitarra ed al basso, siamo arrivati a quella che è la line up attuale. Abbiamo suonato un sacco in Austria, e siamo stati anche invitati a suonare in Germania. Stiamo lavorando al nuovo materiale che costituirà il nostro primo album.
Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato maggiormente?
La cosa divertente è che pur avendo tante band in comune, abbiamo anche gusti diversi e tra noi c’è molta collaborazione! Il nostro stile parla heavy metal old school, Skid Row e Iron Maiden.
Venite da Graz, che cosa ci raccontate della vostra zona? Com’è la scena metal in Austria?
L’Austria ha una scena piccola ma forte e il pubblico non manca. Il problema è che mancano i promoter….noi cerchiamo un accordo tra band: organizziamo una data nella nostra città, dove invitiamo a suonare band da fuori come headliner, e in cambio chiediamo di poter suonare una data nella loro città, con il rimborso spese, alloggio ecc. Di solito lo facciamo con altre due band, così ciascuno di noi ha almeno tre date, di cui una fissa come headliner. Il fatto è che non tutte le band sono in grado di assicurarci una data in cambio…Per fortuna conosciamo abbastanza gente e quindi alla fine riusciamo ad organizzare… le location non mancano, non costano nemmeno tanto, ma bisogna che le band abbiano voglia di darsi da fare!
Avete già suonato in Italia? Quali aspettative avete?
E’ la prima volta per noi in Italia, ovviamente non vediamo l’ora! Non solo perché è il nostro debutto, ci aspettiamo un pubblico diverso da quello austriaco o tedesco. Raphi parla anche un po’ di italiano…
Però avete suonato di recente con una band di Trieste, i Tytus…
Sì, e ci siamo divertiti un casino! I Tytus, ma anche le altre band e il concerto era molto figo, ci siamo divertiti con loro ed anche ad ascoltarli! Gran bella storia, che ci piacerebbe ripetere!
Con quali gruppi vi piacerebbe andare in tour in futuro?
Difficile sceglierne uno…penso che potremmo andare d’accordo un po’ con tutti!
Progetti per il futuro?
Abbiamo un sacco di progetti, ma per scaramanzia non vogliamo anticipare troppo! Diciamo che qualcosa di buono sta per succedere…Nel frattempo, potete guardarvi i nostri live video su You Tube, registriamo sempre i nostri concerti e così faremo anche al Rock Camp!
Volete aggiungere qualcosa?
Grazie per averci invitato a Trieste! Lo apprezziamo molto, e non vediamo l’ora di veder saltare la gente al Rock Camp! Saremo lì di domenica, fermateci pure per una birra o quattro chiacchiere se vi va!
Sul palco del Southern Rock, poi al Rock Camp di Trieste sabato 8 luglio, poi al Rugby Sound Festival, poi in settembre in apertura ai mitici Kickin’ Valentina a Lezzeno…Sarà un’estate di fuoco per i Rebelhot, band che si caratterizza, oltre che per il curioso gioco di parole nel nome (in dialetto milanese ‘rebelòt’ senza l’acca significa infatti ‘casino, confusione), per il sound che pesca a piene mani dalla tradizione vintage del rock blues anni ‘70.
Abbiamo rivolto alcune domande a Luca Moroni, bassista e fondatore della band che compone la band insieme a Husty alla voce,
Paul alla chitarra, e Frank alla batteria!
Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?
Ciao, grazie a voi per lo spazio che ci dedicate! La band nasce nel 2012, io (Ze) e Paul, il chitarrista, suoniamo anche nei Lizhard e durante una lunga pausa forzata, abbiamo deciso di fondare questa band che avevamo in mente da tempo. Una band ispirata al rock anni 70, precisamente ai Cry of Love..un sound a metà tra Hendrix e gli Skynyrd. Dopo aver cercato un cantante adatto per mesi, mi sono imbattuto in Husty, abbiamo iniziato a lavorare a delle idee e successivamente ci siamo messi alla ricerca di un batterista. Dopo diversi provini abbiamo trovato Frank..e la famiglia era al completo.
Com’è nato il vostro debut album (‘Rebelhot’, Metalopolis Records, 2016) c’è un filo conduttore tra i diversi brani? Com’è stato accolto in generale?
Abbiamo iniziato a lavorare alle prime idee e poi tutto è venuto molto naturalmente, non c’è un filo conduttore se non la voglia di divertirsi e suonare quello che ci piace e con il sound che avevamo in mente. Abbiamo registrato praticamente in diretta, senza effetti digitali, proprio come si faceva una volta. Ed anche la produzione dell’amico Alessandro Del Vecchio è stata fedele alla linea, con un master molto semplice che lasciasse i suoni inalterati e reali. L’album è stato accolto bene, con ottime reviews in tutto il mondo e non può che farci molto piacere con tutto il tempo che abbiamo dedicato a questo lavoro.
Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato di più?
Sicuramente i Cry of Love appunto, nell’album c’è anche un brano con Jason Patterson dei Cry of Love (e Corrosion of Conformity), ma anche Bad Company/Free, Humble Pie ed ovviamente Hendrix.
Siete parecchio conosciuti anche all’estero, che aria si respira fuori dai confini italiani? In quale Paese vi è piaciuto di più suonare e perché?
L’Italia è il nostro paese, ma sapete bene anche voi qual’è la situazione della musica live ed in particolare del rock, soprattutto se fai inediti. All’estero è sempre bellissimo, c’è sempre un’atmosfera particolare e come si suol dire ‘Nemo propheta in patria’, all’estero sei sempre considerato in modo diverso. Beh.. ci mancano ancora molti paesi da testare 🙂 … ma sicuramente la Germania è quello che al momento ci ha trasmesso le emozioni più forti, ma è stato molto bello anche in tutti gli altri paesi.
Oltre al Rock Camp di Trieste, quali altri impegni vi attendono per l’estate?
Questo week-end suoniamo in provincia di Pavia al Southern Rock Festival con gli Skinny Molly (Mike Ested ex Lynyrd Skynyrd) e Smokey Fingers, poi la prima settimana di luglio suoneremo all’interno del Rugby sound festival dove ci saranno anche i The Darkness, mentre due giorni dopo saremo appunto nella bellissima cornice del Rock Camp (per cui ringraziamo il grande Maxx che ha fatto di tutto per averci!). Chiuderemo le date estive a settembre al Lazzeno Rock Festival sul Lago di Como con i Kickin’ Valentina e poi all’Escape Open Air vicino a Berlino, con Joe Lynn Turner, FM, Treat e molti altri! Speriamo di vedervi ad una di queste date!
Passate a visitare il nostro sito www.rebelHot.com, e a mettere un like alla nostra pagina Facebook! Grazie a voi ragazzi e un caro saluto ai vostri lettori! Ci vediamo al Rock Camp!
Headliner della serata di sabato 8 luglio saranno i leggendari Warrior Soul, di ritorno a Trieste dopo l’evento dell’anno scorso a Prosecco. Prima si alterneranno sul palco anche Meant to Be dalla Croazia, Deck Janiels dalla Slovenia, Nuclear Aggressor da Gorizia, dal Friuli Starsick System e Fake Idols, e da Padova The Wankerss, post punk tra i nomi più caldi dell’underground europeo, con già in archivio un significativo numero di concerti in tutto il continente.
Al via la seconda edizione del ROCK CAMP Summer Festival!
Il festival si terrà il 7 – 8 – 9 Luglio 2017 a Trebiciano, in mezzo al verde del Carso di Trieste. Il festival aprirà le porte Venerdì 7 Luglio alle 12:00. Dopo di che partirà uno ‘spara tutto Rock’ di 72 ore: concerti, spettacoli, after show party e dj set che dureranno fino all’alba di Lunedì 10 Luglio.
Ritorna l’UNICO Festival Rock a Trieste!
Dopo il sorprendente successo della scorsa edizione, ritorna l’unico Festival Rock di Trieste, della durata di tre giorni, con la possibilità di dormire nel campeggio adiacente (anch’esso gratuito); il Rock Camp è un’importante vetrina per le band emergenti ma anche per i big della musica italiana ed internazionale.
Il Festival è giunto alla seconda edizione anche grazie al decisivo aiuto di molteplici partners commerciali che hanno creduto nel progetto dell’Associazione Rock Out X Project, un gruppo di persone con un’unica passione: la musica!!
L’ingresso al Camp è GRATUITO!!!
Un Festival Ecologico
La location offre grandi spazi all’aperto, immersi nel verde dell’Altipiano Carsico, lontani dai centri abitati.
A disposizione del pubblico un parcheggio per i camper ed una grande area camping per le tende, inclusa di servizi igienici, docce e vigilanza notturna, tutto esclusivamente gratuito.
Ai motociclisti verranno riservate zone ‘bikers’ per parcheggiare le moto proprio nell’area centrale della festa!!
Verranno inoltre allestiti spazi ricreativi per bambini, ma anche per adulti ed amanti dell’abbronzatura, che potranno prendere il sole e rinfrescarsi nelle nostre piscinette.
Un Festival Cosmopolita
Il Festival ha carattere internazionale e cosmopolita.
Oltre ai migliori gruppi in circolazione disponibili nel territorio triestino, si esibiranno band provenienti dalla Croazia, dalla Slovenia, dall’Austria, dal Friuli Venezia Giulia, oltre che da altre regioni italiane.
Punti di Ristoro
Verranno allestiti palchi, gazebi, stand eno-gastronomici e vari punti di ristoro che offriranno di tutto e di più! Dalla colazione alle prime luci del mattino fino allo spuntino di mezzanotte!
Disponibili anche menù vegani.
Concorso per band Emergenti
Verrà indetto un concorso riservato a tutte le bands che si esibiranno al Festival.
Sarà il pubblico ad esprimere le proprie preferenze e decidere la band vincitrice.
Per chi viene da Trieste seguendo la Superstrada o la camionale prendere il tratto E70 verso A4. Uscita Trebiciano – Opicina, girare a sinistra per la Strada Provinciale del Carso/SP1. Il Rock Camp si trova dopo circa un chilometro sulla destra.
Per chi viene dall’A4, continuare per il tratto E70 seguendo sempre le indicazioni per Trieste. Uscire a Trebiciano-Opicina verso Trebiciano/Prosecco (Strada Statale 202/SP35). Dopo circa 1 km svoltare a destra verso la Strada Provinciale del Carso/SP1. Il Rock Camp si trova dopo circa un chilometro, sulla sinistra, prima di entrare a Trebiciano.
BUS 39 Partenze da STAZIONE CENTRALE (2 tratte): Stazione Centrale – Via Ghega – Piazza Oberdan – Via Coroneo – Via Fabio Severo – Università – S. Cilino – Strada per Basovizza – Basovizza – Padriciano – Trebiciano – Opicina – Villa Carsia