Epica trasferta giovedì 31 gennaio in direzione New Age di Roncade per gli Uriah Heep, alfieri del british rock in tour per presentare il loro 25esimo album ‘Living The Dream’, uscito via Frontiers Music a metà settembre. Quello degli Uriah è un nome frequente da queste parti, come mi raccontano i miei compagni di viaggio, amici e super esperti della band, che al New Age li hanno già visti nel 2010 e, più recentemente, in Friuli a Lignano Sabbiadoro e nella vicina Slovenia. Tra di loro c’è anche Alex Falcone, tastierista della tribute band Uriah Sweet Lorraine, che ha anche suonato con John Lawton, frontman subentrato a David Byron nella seconda metà degli anni ’70.
Altri amici e fans della band ci accolgono al nostro arrivo al New Age, mitico club sulla Treviso-Mare che negli anni ha ospitato tante stelle dell’hard rock internazionale tra cui W.A.S.P., The Dead Daisies, Hardcore Superstar etc.
Visto l’anticipo e la cassa ancora chiusa pensiamo di andare a mangiare qualcosa nelle vicinanze, senza prima dimenticare di salutare delle groupies arrivate direttamente dalla data precedente di Tolosa. Si tratta di due sorelle gemelle che, nonostante la comprensibile stanchezza per i 1000 e passa chilometri di viaggio, riusciranno comunque a raggiungere le prime fila per cantare senza sosta sulle note dei loro idoli!
Dopo circa un’ora torniamo nel locale, che nel frattempo si è riempito di fans della vecchia guardia provenienti sia dalla pianura che dal Bellunese. Quella in Veneto è la prima delle quattro date previste in Italia, paese a cui la band è molto legata: a chiamarli per la prima volta, nell’ormai lontano 1971, fu Francesco Sanavio, storico promoter veneziano, il primo a portare anche Jethro Tull, John Mayall & the Blues Breakers, YES, Deep Purple, Pink Floyd, Grand Funk Railroad etc.
Di quella formazione l’unico rimasto oggi è Mick Box, anima degli Uriah insieme al singer canadese Bernie Shaw, Phil Lanzon alle tastiere, Davey Rimmer – l’acquisto più recente – al basso e Russell Gilbrook alla batteria. La loro alchimia sul palco è davvero speciale, ricambiata dall’affetto e dall’entusiasmo di tutto il pubblico presente…l’unico e vero ‘supporter’ della serata!
Arrivederci!‘ ‘Come state?’ ‘Grazie’: i rockers salutano e scherzano in italiano durante il concerto di circa un’ora e tre quarti, che da ‘Return To Fantasy’ a ‘Knockin’ At My Door’ ha visto mescolarsi le hit storiche con le tracce del già citato ‘Living The Dream’.
La festa arriva puntuale sui primi accordi di ‘Lady In Black’, ballatona tratta dall’album ‘Salisbury’ che, a cinquant’anni dalla sua uscita, a tuttoggi è considerato una delle pietre miliari del progressive.
E i brani più attesi sono proprio quelli vintage, da ‘Gypsy’ e ‘July Morning’ a ‘Easy Livin’ che segna la fine dello show. Con una promessa però: ‘Ci rivediamo presto presto’, è il saluto degli Uriah Heep prima di lasciare il palco…forse addirittura entro quest’estate!