Nato dall’amore verso le grandi storie di supereroi, fin dall’inizio Il Ragazzo Invisibile è stato concepito come il primo grande progetto crossmediale tra fumetto e cinema del nostro Paese. Le centinaia di persone accorse al Lucca Comics & Games per la presentazione del fumetto rendono bene l’idea di un progetto coraggioso che ben si presta ad intercettare pubblici diversi, dai cultori della graphic novel alle famiglie che vanno al cinema durante il Natale.
La novità è proprio quella di un racconto trasversale, con al centro naturalmente il film del regista Premio Oscar Gabriele Salvatores, che arriverà sugli schermi italiani dal 18 dicembre con 01 Distribution, una storia che nella migliore tradizione dei padri fondatori del genere Stan Lee e Jack Kirby si basa sulla formula dei ‘supereroi con superproblemi’. Al film si affianca poi il romanzo omonimo, edito da Salani e scritto dagli sceneggiatori del film stesso, che approfondisce la trama arricchendola di dettagli, e il fumetto della Panini Comics. Quest’ultimo è una vera e propria miniserie spin-off che si muove tra una scena e l’altra del film, sviluppandosi su tre diversi piani narrativi. Il primo narra la storia di Michele, il ragazzo invisibile che sul grande schermo ha il volto del quattordicenne ‘deb’ Ludovico Girardello, il secondo ed il terzo hanno invece per protagonista Andreij, uno ‘Speciale’ che viene da lontano, in due diversi momenti della sua vita.
‘La lettura dei fumetti mi ha sempre molto influenzato’, ha detto Gabriele Salvatores, ospite insieme ai produttori Francesca Cima e Nicola Giuliano di un’affollata anteprima organizzata martedì 9 dicembre al The Space Cinema di Trieste dalla Fvg Film Commission. ‘Tra i miei preferiti ci sono in particolare i fumetti di fantascienza, soprattutto quelli di Bilal e Moebius, anche se il mio vero, unico eroe da ragazzino era Flash Gordon, che non era esattamente un super-eroe’. Centrale quindi la scelta di puntare sull’invisibilità, che ‘è un superpotere già più psicologico. Abbiamo scelto di stare su questa strada, non rinunciare all’azione, agli appuntamenti classici del genere di super-eroi, ma con la maggiore attenzione possibile alla psicologia dei personaggi, ed anche alla tenerezza che possono suscitare. Con l’obiettivo di giocare con un genere, non lasciandosi trasportare dallo stereotipo ma cercando di restituirlo con una sensibilità un po’ diversa, e più europea’.