Tutti gli articoli di Sarah Gherbitz

Chelsea Wolfe @Kino Šiška, Lubiana, 15.11.2024

‘La Divina’, ‘La Regina Nera’, ‘La Strega di Sacramento’… nei giorni immediatamente precedenti il debutto a Lubiana di Chelsea Wolfe, l’attesa era alle stelle. La concentrazione per l’outfit da sfoggiare al Kino Šiška ai massimi livelli. Durante l’andata, le sagome delle foreste illuminate dalla luna piena sembrano quasi preannunciare la magia dello spettacolo che troveremo a destinazione.

Al nostro arrivo la Katedrala si presenta già piuttosto affollata, mentre la performance di Mary Jane Dumphe si sta avviando alla sua conclusione. Al posto del suo allegro synth pop avrei preferito Myrkur….tanto per fare un altro nome che mi piacerebbe vedere a Lubiana.

Nel giro di pochi istanti le luci si abbassano e tutta l’attenzione è per lei, la Lady in Black troneggiante sulle sue zeppe. A farla da padrone è l’ultimo album ‘She Reaches Out to She Reaches Out to She’ (2024), fin dall’incipit con ‘Whispers In The Echo Chamber’ e poi nelle successive ‘Everything Turns Blue’, ‘House Of Self-Undoing’ , fino allo struggente medley di ‘Tunnel Lights’ con frammenti di ‘Zombie’ dei Cranberries. Momento clou sulle note della struggente ‘Flatlands’ che viene ahimé rovinato dagli schiamazzi di qualche ubriaco, con la povera Chelsea costretta ad interrompersi e ad aguzzare la vista per rintracciare il colpevole tra il pubblico.

Archiviato l’incidente di percorso, il concerto si avvia verso la sua seconda parte, con il recupero dai dischi più doom ‘Hiss Spun’ (2017) e ‘Birth Of Violence’ (2019). E la Wolfe amorevolmente circondata dal suo team, ovvero Bryan Tulao alla chitarra e Ben Chisholm alle tastiere, e soprattutto Jess Gowrie, la batterista e compagna di mille avventure fin dalle prime esperienze diy nella loro Sacramento.

Tutto il concerto è una danza di ombre spettrali che non ha nulla da invidiare a quella della luna piena lassù! E che raggiunge il suo culmine nel finale, quando la Sacerdotessa resta da sola sul palco per l’ammaliante unplugged di ‘The Liminal’, l’iconica silhouette nera che si staglia sullo sfondo incandescente. Il pubblico in adorato ascolto invoca a gran voce il ritorno sul palco anche degli altri componenti, prontamente accontentato dall’esecuzione della distopica ‘Carrion Flowers’. Riscaldate dal Sacro Fuoco della Dea, usciamo del concerto per tuffarci nelle dolci tentazioni della Lubiana by night….per una serata indimenticabile!

Exilia: intervista alla band in concerto a Prosecco venerdì 22 novembre

Alla vigilia dell’evento che li vedrà per la prima volta live a Trieste, abbiamo intervistato Masha Mysmane, leader e fondatrice dei milanesi Exilia. La storica band, che in questi giorni è in tour per i vent’anni dall’uscita dell’album ‘Unleashed’, sarà in concerto venerdì 22 novembre al Kulturni Dom di Prosecco (Trieste), in apertura ci saranno Red Code, Silent Lie, Asterya e Dead Planet, porte alle 17:30!

Ciao Masha! Intanto, benvenuta su Freezine, come va?

Ciao! Grazie mille per l’accoglienza. Sto bene, carica e grata per tutto il supporto che stiamo ricevendo in questo periodo speciale per noi.

Manca poco alla vostra prima volta a Trieste, come vi sentite?

Siamo entusiasti! Trieste è una città che ci ha sempre affascinato e non vediamo l’ora di condividere la nostra musica e l’energia con il pubblico locale. Sarà una serata speciale e intensa.

Eravate in tour per il ventennale di ‘Unleashed‘ in Germania, Paese in cui avete scalato le classifiche e che vi ha premiato tramite MTV. Com’è andata?

Il tour in Germania è stato incredibile. Il pubblico ci ha accolto con calore ed energia, come sempre. Ogni volta che torniamo lì, è come ritrovare una famiglia. È un onore vedere come ‘Unleashed’ sia ancora così amato dopo vent’anni. Anche le date in UK, Austria e Svizzera sono andate alla grande: è un momento molto intenso e bello per noi.

Nel tour c’è anche una data unplugged, formula che avete già utilizzato per alcuni vostri brani. Perché questa scelta?

L’unplugged ci permette di mostrare un lato diverso della nostra musica, più intimo e vicino al cuore. È un’occasione per connetterci con il pubblico in modo profondo, raccontando le canzoni in una veste nuova e più vulnerabile. Facciamo pochi concerti unplugged, uno o due volte nell’arco di tre, quattro anni, quindi rimane un’occasione speciale per i nostri fans.

F: Avete condiviso il palco insieme a tanti artisti di calibro internazionale come Rammstein, Paradise Lost, Guano Apes, HIM, Buckcherry, Otep… Puoi raccontarci qualche aneddoto particolare, o quello che ti è rimasto più impresso?

MM: Ce ne sarebbero tanti, ma uno dei più memorabili è stato quando abbiamo suonato con gli In Extremo e Drowning Pool. L’energia e la scenografia dietro le quinte, il feeling che abbiamo instaurato tra noi musicisti è stato incredibile! Ricordo un peluche che ho trovato in camerino come regalo da parte di Micha (lead vocal degli In Extremo), che sapeva del mio amore per gli animali. Le serate negli aftershow ci hanno fatto sentire parte di qualcosa di speciale.

F: Credi che oggi per un gruppo italiano sia più facile emergere all’estero?

MM: In parte sì, grazie alle piattaforme digitali che permettono di raggiungere un pubblico globale. Tuttavia, la competizione è feroce e l’autenticità è ciò che davvero fa la differenza.

F: Quando hai iniziato, erano ancora poche le frontwomen. Quali sono state le tue fonti d’ispirazione, se ne hai avute?

MM: Le mie principali ispirazioni sono state Joan Jett e Björk. Hanno portato forza e unicità sul palco, dimostrando che la passione non ha genere.

F: Che cosa pensi delle band tutte al femminile? Rappresentano un cambiamento del ruolo femminile nella scena metal o è più che altro una strategia commerciale?

MM: Penso che rappresentino un’evoluzione naturale nella scena musicale. È bello vedere donne che prendono il controllo della propria espressione artistica. Se è fatto con sincerità, va oltre ogni strategia commerciale.

F: Ti sei specializzata nel metodo Vocal Power, che insegni anche nella tua scuola. Puoi spiegarci di che cosa si tratta e che cosa cerchi di trasmettere alle tue allieve?

MM: Il metodo Vocal Power di Elisabeth Howard è incredibile per ottenere potenza e controllo, e per diventare consapevoli di come usare i colori e le sfumature della propria voce. Cerco di trasmettere alle mie allieve la capacità di esprimersi in modo autentico e sicuro, trovando la propria voce. Ho anche realizzato il mio sogno e, insieme ai miei due soci, ho aperto una scuola di musica, la NCDM Music School, alle porte di Milano. Siamo anche centro Vocal Power in Italia.

F: Con gli Exilia avete qualche progetto all’orizzonte, qualche news in vista?

MM: Stiamo lavorando a nuova musica e ci sono collaborazioni in arrivo. Non vediamo l’ora di condividere di più con i nostri fans presto!

F: Un messaggio per i fans triestini?

MM: Portate la vostra voglia di musica  perché insieme faremo esplodere la serata! Ci vediamo presto, e sarà indimenticabile.

Castle, Mist @Channel 0, Lubiana, 26.9.2024

Super concerto lo scorso settembre 26 a Lubiana, dove abbiamo ribeccato a distanza di parecchi anni due gruppi che avevamo conosciuto a Trieste. Ospiti del Channel Zero al Metelkova c’erano i Castle, potente duo heavy doom da San Francisco in tour europeo per presentare il loro sesto album ‘Evil Remains’ di recente uscita via Hammerheart Records.

Ad accoglierci in un club ancora semivuoto è la stessa band, prima nel backstage dove incontriamo Mat Davis, chitarrista e anima dei Castle, e Andrew Suarez, il batterista che li accompagna per queste date europee. C’è tutto il tempo per quattro chiacchiere anche con Liz Blackwell, la fenomenale bassista e cantante che, dall’alto del suo metro e ottanta, vigila attentamente sul banco del merch.

A fare gli onori di casa sono le Mist, gruppo doom di Lubiana di cui avevamo perso le tracce negli ultimi tempi. Le ritroviamo nuovamente in pista con una formazione leggermente diversa, che vede al basso Nina Grizonic, già alla chitarra nel demo del 2013. Al centro della loro esibizione ci sono i brani tratti da ‘Free Me Of The Sun’ (2018) l’album di debutto che, forte dell’uscita con la label olandese Soulseller Records, era riuscito a proiettare il gruppo dal silenzio delle valli alla notorietà dei principali palchi e festival della scena doom europea.

Chicca della serata è la presentazione di due nuovi singoli ‘Mountain’ e ‘Sea’ che, come ci racconta la cantante Nina Spruk-e neo mamma di una bambina-, vedranno la luce l’anno prossimo, mentre per il nuovo disco ci sarà da pazientare ancora per un po’. Nel frattempo il club si sta riempiendo per quella che è la ‘prima volta’ dei Castle nella capitale slovena.

Dalla title track a ‘Nosferatu Nights’ passando per ‘Black Spell’ a farla da padrone durante lo show dei californiani è ovviamente proprio l’ultimo ‘Evil Remains’, già accolto alla sua uscita con recensioni entusiaste da parte della specializzata…..Che dire? il connubio perfetto tra riff oscuri, lercio rock n’ roll old school ispirato ai testi dei poeti ‘maledetti’…senza dimenticare l’atmosfera da fantasmi della vecchia Hollywood che già con i Duel ci aveva catturato.

A rubare la scena ovviamente è la presenza femminile della bassista, che con il suo carisma e e attitudine (ha iniziato a suonare da piccola nella band psychedelic blues dei genitori) ci riporta alla Auf Der Maur dei tempi d’oro. Richiamati sul palco a gran voce per l’encore ‘Hammer and the Cross’ dal nerissimo ‘Welcome to the Graveyard’ del 2018, i Castle hanno sicuramente lasciato il segno in una data forse un po’ penalizzata dalla giornata infrasettimanale, per poi fermarsi con i fans e con le Mist per le foto e gli autografi di rito…speriamo di rivederli quanto prima, se non a Trieste almeno nelle vicinanze:)!

Rock Camp Trieste 31.5-2.6.2024 @Prepotto sul Carso

Si è concluso lo scorso 2 giugno il Rock Camp Trieste, la tre giorni di musica rock organizzata dall’associazione Rock Out X Project nell’area feste di Prepotto sul Carso triestino. Una quinta edizione con ospiti ben ventidue band tra cui quasi metà under 40 grintose, piene di entusiasmo, comprensibilmente alla ricerca di una ‘vetrina’ adeguata come può essere quella di un festival open air.

Open air che comporta anche i suoi rischi, come la serata inaugurale penalizzata dalla pioggia, e ha quindi visto l’esibizione restringersi ai gruppi provenienti da fuori regione, ovvero i croati Jelusick e i veneti Bad As. E pazienza se non c’è stata questa gran coda da Maracanà: Dino & Co. hanno suonato comunque, soltanto in una versione un po’ più ‘intima’ per i fans arrivati appositamente da Slovenia e Croazia, mostrandosi alla mano e disponibili per quattro chiacchiere e un brindisi al termine del concerto.

Decisa ripresa per la giornata di sabato, che si è aperta fin dalla mattina all’insegna del beltempo, con workshop dedicati ai bambini, competizioni sportive, la Rocking Dogs e i mercatini. Fuoco alle polveri, o meglio alle griglie, con i saporiti ćevapčići e altre specialità made by ‘Il Grande Buffo’.

Sul palco tante band alcune delle quali per la prima volta al Rock Camp, come Zimanera, Mordechai, Elettrastorm e dalla Slovenia i Guilty of Joy, finalisti al Rock X Contest. Protagonisti della serata sono stati gli scatenatissimi Superhorror con i pezzi dal loro nuovo ‘Devilish Whisper’, e gli Elvenking per la prima volta live a Trieste.

Giove Pluvio è tornato a infastidire nella giornata conclusiva, ma il festival è riuscito nel suo intento di portare a termine la serata rispettando la scaletta così come da programma. Protagonista della domenica sul palco del Camp è stata la Trieste Rock City con il Luca Lucchesi Trio, i Supersordo (con Marco dei Gonzales alla batteria!), i Red Code prima dell’annunciata pausa estiva (per nuovo materiale), i Deadlock e il gran finale con gli immancabili Sinheresy. A far risuonare lo spirito del morbin triestin ci ha pensato anche Karnokkorok, che con i suoi siparietti ha invitato a prendere la vita con più leggerezza… e di questi tempi non è una cattiva idea.

Appuntamento quindi nell’estate 2025 con quello che sarà il 6° Rock Camp, crediamo ormai pronto per la scommessa più grande: insieme ai giovani portare anche un nome storico…perché il rock non è nato ieri!

Animaux Formidables, Beat On Rotten Woods @Teatro Miela, Trieste, 29.3.2024

A poche settimane circa dalla suggestiva performance di Lili Refrain (ne abbiamo parlato qui), venerdì 31 marzo siamo tornati al Teatro Miela. Questa volta principalmente per festeggiare il grande ritorno dei Beat On Rotten Woods, chiamati come band di supporto per aprire la data triestina degli Animaux Formidables.

Dopo averli persi di vista per un po’ di tempo, è bello ritrovarli con la line up originaria a due in gran forma e particolarmente agguerriti. ‘Negli ultimi anni abbiamo accumulato un sacco di pezzi nuovi’, ci racconta Mace, ‘anima’ dei Beat On Rotten insieme al chitarrista Rob- ‘ed ora siamo finalmente pronti ad entrare in studio!’ Ad applaudirli un pubblico variegato di amici di vecchia data così come di nuove leve, che fin dall’inizio ha approfittato dello spazio libero dalle sedie per riversarsi a ballare sotto il palco.

Tanta la curiosità per gli headliner ovvero gli Animaux Formidables, gruppo rivelazione dell’ultima edizione di X Factor. Dopo esser stati eliminati dal popolare show televisivo, continuano a suonare nei club e locali del circuito underground, riscuotendo la stima di chi la musica preferisce viverla live anziché sul divano.

Protagonisti sul palco sono Mr. Formidables e Mrs Formidables, lei alle percussioni, lui voce e chitarra, i cui volti restano misteriosamente celati dietro la maschera in latex dalle orecchie appuntite. A partire dagli outfit e accessori, la dinamica Mistress-schiavo si estende anche nel sonoro, con il brutale drumming di lei che, alta e imperiosa, sovrasta la voce già parecchio ‘effettata’ di suo.

Brani originali tratti dall’album d’esordio ‘We Are All Animals’ si alternano a cover di Nina Simone e Johnny Cash (‘Feelin’ Good”, ‘Ring On Fire’) in una performance he per certi versi ha diviso il pubblico. Da registrare comunque la presenza di alcuni ‘affezionati’ che alla fine dello spettacolo si sono fermati per avvicinare le band e farsi autografare il vinile, stampato dalla label di culto Go Down Records.

Ma la primavera al Miela è appena incominciata: tra i prossimi concerti, segnaliamo il 26 aprile Massimo Silverio (folk malinconic dalle valli carniche), il 27 aprile i Tre Allegri Ragazzi Morti (sold out), l’11 maggio il duo svizzero post punk Peter Kernel (indie rock) e Bob Log III in chiusura di stagione il 15 giugno. Info: www.miela.it

Lili Refrain @Teatro Miela, Trieste, 1.3.2024

‘𝑫𝒆𝒗𝒐 𝒂𝒔𝒔𝒐𝒍𝒖𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝑻𝒓𝒊𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒊𝒔𝒊𝒕𝒂𝒓𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒂𝒍𝒎𝒂’: lo ha ripetuto più di una volta 𝐋𝐢𝐥𝐢 𝐑𝐞𝐟𝐫𝐚𝐢𝐧, sia durante che dopo la suggestiva 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑛𝑐𝑒 che l’ha vista salire sul palco del 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐌𝐢𝐞𝐥𝐚 nell’ambito della rassegna ‘Protagoniste’.

Dopo averla conosciuta a Lubiana, dove si è esibita a febbraio nella sala piccola del Kino Šiška, decidiamo di tornare questa volta a Trieste, curiosi di vederla alla prova in un contesto diverso. Caratterizzato da un pubblico molto più tranquillo, prevalentemente seduto sulle sedie, e senza un gruppo di spalla utile ad ‘accendere’ l’attesa.

Quello di Lili Refrain è un vero e proprio viaggio sonoro durante il quale l’artista guida con passo deciso gli spettatori alla scoperta della parte più oscura che ciascuno cela dentro di sé. Dalla voce ai tamburi, attraverso la tecnica della loop station, ogni strumento diventa il fido partner in crime con cui affrontare gli ostacoli disseminati lungo il cammino.

Non è facile trovare un personaggio capace di sprigionare un’aura così sacrale ed al tempo stesso anche ad intrattenere e divertire: Lili ci riesce, il suo tutorial sulle tecniche da lei utilizzate durante lo show è un quarto d’ora di puro cabaret che riesce a riscaldare l’atmosfera in breve tempo.

Al centro del concerto sono stati soprattutto i brani tratti da ‘Mana’, l’ultimo lavoro uscito nel 2022 via Subsound Records. Traducibile come ‘forza interiore’ o ‘forza della vita’, è l’album che ha consacrato l’artista romana a livello internazionale, portandola alla conquista del Roadburn Festival, Leipzig Gothic Treffen ed altri palchi prestigiosi del circuito underground europeo.

Ad applaudirla al Miela un nutrito pubblico decisamente trasversale: dagli appassionati del movimento 𝑑𝑎𝑟𝑘 ai metallari, tutti in qualche modo ‘contagiati’ dalla sua prorompente energia. Alla fine della serata c’è stato anche il tempo di scambiarci quattro chiacchiere, con la promessa di rivederci al più presto….naturalmente a Trieste!

Blue Öyster Cult @Cvetličarna Media Center, Lubiana, 27.8.2023

Mezza Slovenia -ma anche tanta Austria- hanno sfidato il terribile maltempo di lunedì 28 agosto per vedere i Blue Öyster Cult nella nuova, imponente sala del Cvetličarna Media Center di Lubiana.

Arriviamo a Lubiana sotto una pioggia torrenziale, che dopo essersi sfogata in mattinata sul litorale, nel frattempo si è spostata verso nord inseguendoci fino a destinazione. Nel quartiere di Bezigrad si respira un’aria surreale, neanche un’anima in giro, ed è praticamente a nuoto se per miracolo riusciamo a raggiungere la venue.

All’interno c’è grande attesa per i Blue Öyster che quest’anno tagliano l’importante traguardo dei 50 anni di attività. Un’occasione speciale, resa tale ancor di più dal fatto che la Dirty Skunks è riuscita ad accaparrarseli in un tour esclusivo che, oltre a Lubiana, comprendeva soltanto altre due date, una allo Sweden Rock Festival e l’altra ad un festival nella contea di Nottingham.

Sono le 21 puntuali quando, sotto gli occhi di un parterre ormai gremito, i Blue Öyster attaccano sulle note dei titoli di coda di ‘Blade Runner’ (1982) dell’artista greco Vangelis. E sparano subito due cartucce come ‘The Red &The Black’ e ‘Dr Music’ direttamente dai primi album, caratterizzati dalle iconiche grafiche in stile Escher -in realtà sono opera di Bill Gawlik, autore anche del logo della band- con simboli dell’esoterismo e dell’occulto.

Della formazione storica -nata già nel 1967 a Long Island con il monicker di Soft White Underbelly-, resta il chitarrista Donald Buck Dharma’ Roeser (76 anni), il frontman Eric Bloom (79 anni), a cui ora si affiancano Richie Castellano alla voce, chitarra e tastiere, Danny Miranda al basso e Jules Radino alla batteria. Nel frattempo ci siamo appollaiati nella fighissima gallery -che fa tanto Globe Theatre- e dove si gode davvero una vista spettacolare… toilette open space inclusa!

Certo, resta difficile credere che quelli sul palco, con quell’aria così alla mano e l’outfit da Amici della Bocciofila, siano gli stessi che hanno influenzato band come Maiden e Metallica, e addirittura nutrito gli incubi di scrittori come Stephen King e registi come David Cronenberg.

Su questo gruppo è stato davvero scritto di tutto…cosa si potrebbe aggiungere che non sia già stato detto?? A pensarci bene, forse una cosa c’è: uno dei motivi che mi ha portato ad affrontare la tempesta per vedere i BÖC è che è stata proprio la loro musica a fare da Cupido tra Johanna Sadonis dei Lucifer e Nicke Andersson degli Hellacopters…La bionda Johanna li cita spesso come una delle sue band preferite, e Andersson racconta che proprio ispirandosi a loro ha iniziato a suonare con i Lucifer.

In tutto un’ora e quaranta di concerto, che in scaletta ha visto alternarsi i classici d’ispirazione sci-fi ‘E.T.I.’ e ‘Godzilla’ ai brani più recenti come la ballata aor ‘Tainted Blood’ dall’ultimo ‘The Symbol Remains’ (2020, per concludersi con l’assolone finale di Bloom in apertura a ‘Don’t Fear The Reaper’.

Grande soddisfazione da parte degli organizzatori che hanno così commentato: ‘Bringing back Ljubljana to be a rock capital! I’ve met people from Ireland, people from Sweden, people from Turkey, and people from everywhere in between, coming to see their idols live for what might be one of the last times. Amazing! All the experience was again under the bad influence of the floods, but still it’s a beginning of a new chapter…

Megadeth, Lacuna Coil, Katatonia, Messa @AMA Music Festival, 27.8.2023

Gran finale col botto per l’Ama Music Festival, la cinque giorni di musica che dal 23 al 27 agosto ha portato alle pendici del Monte Grappa, per la precisione in quel di Romano d’Ezzelino (VI), un sacco di nomi dei generi più diversi, da Chemical Brothers agli Articolo 31, da Salmo ai Cypress Hill.

Tiro in porta di questa ottava edizione sono stati però i Megadeth, protagonisti della serata di domenica 27 agosto per quella che è stata l’unica data italiana dell’intenso tour estivo. Spettacolare location della serata, Villa Ca’ Cornaro, o meglio il suo parco secolare, trasformato per l’occasione in un megaraduno open air diviso tra l’area del mercatino artigianale, più defilata, quella centrale della ristorazione con tavoli e stand per tutti i palati- e quella del concerto vero e proprio.

A fare gli onori dei padroni di casa sono i Messa, band padovana ormai stella della scena internazionale grazie ad un’incessante attività live e al sound originale connubio di doom, dark jazz e ambient. La pioggia, che fino a quel momento era rimasta a guardare, forse stregata dalla voce di Sara dei Messa, inizia a scendere in concomitanza con l’arrivo dei Katatonia, band icona del death doom fin dal suo esordio, avvenuto ormai nel lontano 1991. Una performance non proprio memorabile quella degli svedesi, penalizzata dalla resa acustica e dalla line up ridotta a quattro elementi…pazienza, sarà per la prossima volta!

L’attesa per gli headliner inizia a farsi sentire, così come si avverte nel pit ormai affollatissimo di fans giunti appositamente da tutto lo stivale per incontrare i loro idoli. Ad allietare l’attesa ci pensano bene i nostrani Lacuna Coil, altra macchina da guerra since 1994, hanno letteralmente spaccato capitanati da una Cristina Scabbia in stato di grazia.

La cantante milanese -ma di genitori veneti, come ha orgogliosamente sottolineato più volte durante lo show-, si conferma ancora una volta stabile sul gradino più alto del podio di Metal Queen.. e riuscirci a 51 anni senza rischiare di cadere nel ridicolo, o peggio nel volgare, non è sicuramente cosa da poco!

‘Cristina Is A National Treasure‘, a definirla così sarà lo stesso Dave Mustaine dei Megadeth, saliti sul palco poco dopo le 22 sulle note dell’intro di ‘Prince Of Darkness’ seguito da ‘Hangar 18’. Ed è solo la prima di una serie di confidenze rivolte al pubblico da Megadave, dall’acquisto di una casa sulle colline marchigiane -sembra per trasferirsi gradualmente in Italia-, alle prime parole imparate in italiano –‘stronzo’ su tutti-, fino ad augurare ‘Happy Birthday’ con tanto di canzoncina al fortunato tra il pubblico.

E poco importa se l’impianto ha qualche blackout, il fuoco dei Megadeth divampa scacciando anche quelle poche nuvole rimaste, mentre il pit ribolle e gorgoglia come magma incandescente. Momento clou, il duetto con special guest Cristina Scabbia per il classico ‘A Tout Le Monde’ precede il gran finale con le pietre miliari ‘Symphony of Destruction’, ‘Peace Sells’ e ‘Holy Wars’. Con un sold out di oltre seimila persone un bel risultato anche per l’organizzazione, ottenuto senza darsi tutte quelle arie da ‘metal festival’ di cui è difficile fidarsi. Ora non resta che attendere il prossimo anno per scoprire se quella dell’AMA Festival con il metal è stata solo un’avventura estiva oppure….chissà!

Måneskin @Stadio Nereo Rocco, Trieste, 16.7.2023

Annunciato come l’evento clou dell’estate, lo show dei Måneskin domenica 16 luglio a Trieste non ha deluso le aspettative. Due ore di rock dai ritmi serrati hanno infiammato il pubblico arrivato allo Stadio Nereo Rocco da tutta Europa e anche da oltreoceano. Tanti i pullman provenienti da Slovenia, Croazia – in tutto sono stati 7mila i biglietti venduti nei due paesi sui 12 mila venduti all’estero – ma anche da Austria, Bosnia e da tante città d’Italia. Oltre 25mila fans -molti dei quali in fila già dalle prime luci dell’alba- hanno affollato il quartiere di Valmaura, vestito a festa per l’occasione con food trucks, bar e pub con cucina aperta fino a notte e lo spettacolo dal ponte del traffico impazzito.

Sono da poco passate le 21 quando i Måneskin irrompono sulle note di ‘Dont Wanna Sleep’ e ‘Gossip’, seguiti da quella ‘Zitti E Buoni’, la hit che nel 2021 li porta a vincere prima Sanremo e poi l’Eurovision proiettandoli verso il successo mondiale. La sfida principale è quella di reggere un palco monstre, di solito appannaggio delle band storiche con trenta, a volte anche cinquanta anni di carriera alle spalle.

Bene, per tutto il tempo i Måneskin hanno corso, saltato e ballato, con Victoria che insieme a Thomas sono scesi più volte tra il pubblico, regalando degli a solo che hanno infiammato lo stadio. Notevoli anche i momenti di complicità tra il basso di Victoria e la batteria di Ethan.

A metà concerto, poi, le luci hanno illuminato la band che era scesa in mezzo al prato, tra i fan, dove Damiano ha dato spazio all’emozione intonando una versione acustica di ‘Torna A Casa’ e di ‘Vent’anni’, accompagnato da migliaia di cellulari che hanno illuminato la notte di Trieste. ‘Abbiamo sempre avuto un sogno’ -ha detto- ‘che è quello di venire a suonare in mezzo a voi. Finora non ce l’avevano mai permesso, ma adesso lo abbiamo realizzato’.

Su ‘Kool Kids’, come da tradizione ormai, fanno salire un gruppo di fan sul palco, per un party rock’n’roll prima della chiusura con la ballad ‘The Loneliest’ e la hit ‘I Wanna Be Your Slave’.

A dieci anni dal concerto dei Pearl Jam, con questo concerto Trieste entra nella storia del rock come data zero dei Måneskin in uno stadio, con il Rocco davanti all’Olimpico e a San Siro. Una bella sferzata di energia, così come postato il giorno successivo anche dai triestini più scettici:

Stoner Kras Fest @Prosecco, Trieste, 15.7.2023

Grande partecipazione a Prosecco sabato 15 luglio per Stoner Kras Fest, il raduno di musica psichedelica giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Organizzato da Arci Trieste insieme a Rocket Panda Management ha visto confluire sul Carso triestino tantissimi appassionati del genere stoner e doom, alla ricerca di buona musica ed anche un po’ di fresco nel torrido weekend.

Situato proprio dietro il teatro, già location dei concerti targati Rocket Panda durante la stagione invernale, lo spazio B’lanc si presenta attrezzato con tutti i crismi dell’occasione: colorati banchetti del merch, cd e vinili, due food truck, uno di cucina fusion da Trieste e l’altro balkan dalla vicina Sežana, un’area relax con tanto di massaggiatrice e una giochi per i più piccoli.

Piuttosto nutrito il bill, che ha visto l’apertura sotto il sole cocente con i Doombo, nuova doom band made in Trieste per la prima volta live con i pezzi dell’Ep di debutto. A seguire è il turno dei Mystic Majesty, hard robot rock veronese freschi del concept album ‘Speak your mind’, mentre la sorpresa arriva da Long Hour, progetto solista di Julien Medor, eclettico musicista australiano che si ispira a David Yow dei Jesus Lizard ed alle sue stravaganti performance.

Saltata all’ultimo l’esibizione degli sloveni Jegulja, la scena è tutta per i TSO, local heroes letteralmente ‘risuscitati’ dopo un lungo periodo di assenza dai palchi, attualmente sono al lavoro sul loro terzo, atteso album. E mentre nel cambio set tra un gruppo e l’altro parte il dj set di Alternative Nite e Satisfaction, tutti gli occhi sono puntati sull’arrivo dei Margarita Witch Cult, nuovi portabandiera della scena doom metal di Birmingham. L’omaggio in scaletta ai Black Sabbath è praticamente d’obbligo, così come la lezione di cotanti padri emerge con prepotenza dalle oscure profondità del loro sound.

Festival ormai gremito e pubblico caldissimo, tra cui oltre ai fans provenienti da Slovenia e Croazia, fa piacere riconoscere più di una volta anche il simpatico accento veneto. Tutti ormai pronti per scatenarsi in un pogo indiavolato per i Mondo Generator ed il suo luciferino frontman Nick Oliveri, icona dello stoner rock anni Novanta con Kyuss e QOTSA.

Verso la fine della serata sarà proprio Nick che mi ritrovo accanto, sorridente e rilassato mentre si gode l’esibizione dei greci 1000 Mods come uno spettatore qualsiasi. Incontri ravvicinati possibili ormai soltanto nei festival di piccole dimensioni come Stoner Kras Fest, la nuova scommessa di una scena triestina che -finalmente- torna a rimettersi in gioco alla grande.