Tutti gli articoli di Sarah Gherbitz

Naxatras @Gala Hala, Ljubljana, 22.10.2025

Toccata e fuga la scorsa settimana a Lubiana dove, dopo la pioggia e le nebbie tipiche delle valli lungo il tragitto, troviamo ad accoglierci una tiepida atmosfera d’autunno e un piacevole clima di festa.

Dopo due anni dall’ultima esibizione nella capitale slovena, lo scorso 22 ottobre i Naxatras sono tornati al Gala Hala davanti a una folla entusiasta che ha riempito il club. Al nostro arrivo si è già creata una discreta coda all’ingresso e anche al bar, questo nonostante sia una data infrasettimanale e, cosa ancor più insolita, nonostante non ci sia nessun gruppo ad aprire la serata.

Probabilmente i Naxatras sono una di quelle -poche- band che, anche se straniera sulla carta, suscita ‘appartenenza’ come se fosse composta da local heroes. Sensazione condivisa anche con il resto del tour che, oltre a Lubiana, ha toccato anche Vienna, Sofia, Bucharest, Zagabria, Belgrado ed altre città dell’Est…strapieno ovunque!

Una volta saliti a bordo della ‘navicella spaziale’ del Gala Hala-dai cui divanetti si gode una vista eccellente-, la partenza è puntuale sulle note di ‘Spacekeeper’, a cui seguono ‘Journey to Nahromon’ e ‘Celestial Gaze’. E se il concerto comprende comunque gli album precedenti, per la maggior parte si concentra su ‘V’ (2025), l’ultimo lavoro con cui i Naxatras hanno ulteriormente aggiustato la ricetta del loro sound, amalgamando gli ingredienti classici del progressive rock con le ‘spezie’ provenienti dai mondi dell’elettronica e dell’anatolica.

La band, fondata da John Delias (chitarra e voce), Kostas Harizanis (batteria) e John Vagenas (basso e voce) a Salonicco 14 anni, fin da subito è apparsa a suo agio, un po’ come se si trattasse di un ritrovo tra vecchi amici. Insieme a loro sul palco anche Spiros Kouroubetsis alle percussioni e Pantelis Kargas alle tastiere, celati da una spessa coltre di fumo.

Il risultato è un vero e proprio trip sonoro che scorre senza intoppi, capace di trasportare sia attraverso lo spazio da un luogo all’altro, sia attraverso il tempo in epoche differenti, dalla folla di un free party durante gli anni ’70 al silenzio delle montagne dell’Anatolia. In questo modo anche la percezione della durata dello show è molto soggettiva, e sembra che lo spettacolo di un’ora e mezza sia trascorso in pochi minuti.

A giudicare dal movimento sotto palco, e dai ripetuti ‘we want more’ prima ancora dell’uscita di scena, sembra proprio che il nuovo lavoro sia stato apprezzato. Sono da poco passate le ventitré quando i Naxatras salutano Lubiana. Tuttavia i fans vogliono di più, così dopo pochi minuti tornano sul palco con ‘I Am The Beyonder’, quasi una sorta di ‘manifesto’ della band ‘I’ve got the right to see the black and purple stars out of the sky tonight/ And I’ve got second sight to learn to know what’s hiding deep inside, to die’…Difficile accedere al merch, dove tutti si sono riversati contemporaneamente per acquistare qualche souvenir della notte psichedelica.

P.S.: solo una piccola delusione, dovuta alla mancanza dei visuals sullo sfondo che di solito accompagnano i concerti della band con un tripudio di colori per garantire l’effetto ‘cinema’…speriamo ci siano la prossima volta, magari nel giardino esterno!

Coven, Saturday Night Satan @Močvara, Zagabria, 26.4.2025

Super trasferta lo scorso 26 aprile per i Coven a Zagabria, la data finale del Magickal Chaos Tour 2025 che ha portato i pionieri dell’occult rock per la prima volta live nei Balcani. Partito dalla Grecia, dove hanno suonato sia ad Atene che a Salonicco, il tour è proseguito a Sofia, a Belgrado per concludersi a Zagabria, con queste ultime due date organizzate dalla Hangtime, vulcanica agenzia operativa in entrambe le città.

Dopo una passeggiata nella sempre pittoresca Stari Grad, arriviamo al Močvara appena in tempo per evitare la pioggia che ha caratterizzato una giornata dal clima decisamente autunnale. Ad accoglierci un’atmosfera da notte delle streghe, complice la presenza di belle ragazze agghindate in chiave dark e gothic, ma c’è anche qualche maschietto che sfodera la toppa dei Black Sabbath.

Nonostante il rischio di misurarsi con un personaggio come Jinx Dawson, la cantante dei supporter greci Saturday Night Satan ha l’aria di una che ormai è abituata al confronto con le celebrità. Dopo aver aperto in patria per star del doom come Green Lung e Lucifer, è arrivata l’opportunità di unirsi anche ai Coven per tutte le cinque date nei Balcani.

Incentrata su brani come ‘Witches dance’ e ‘5 AM’ dall’album di debutto ‘All Things Black’ (2024), la performance dei Saturday Night risulta particolarmente apprezzata dal pubblico, che nel frattempo ha ormai gremito la sala, e bisogna riconoscere alla band di aver assolto pienamente la sua funzione di intrattenimento.

L’attesa per i Coven è ormai alle stelle mentre il Močvara si fa sempre più affollato e con red carpet delle grandi occasioni, tra cui i local heroes Vipera, le Mist da Lubiana e dal Friuli addirittura gli scatenatissimi organizzatori dell’Eresia Metalfest.

Ed ecco finalmente la bara che annuncia l’ingresso in scena di Esther Dawson detta Jinx da Indianapolis, unico membro originale e fondatore della band, il volto coperto da una maschera tempestata di strass alla ‘Eyes Wide Shut’, i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle intonare ‘Out Of Luck’ dall’ultimo album in studio.

Giù la maschera sulle note di ‘Black Sabbath’ da quel ‘Witchcraft Destroys Minds & Reaps Souls’ (1969) che gli valse l’etichetta di gruppo ‘maledetto’. Così come da lì vengono ‘Coven In Charing Cross’ e ‘White Witch In Rose Hall’ ispirata alla leggenda di Annie Palmer, la white witch del titolo, che fu accusata di praticare le arti voodoo a Montego Bay in Giamaica e venne uccisa durante una rivolta degli schiavi dell’isola negli anni trenta del XIX secolo.

La festa arriva puntuale sui primi accordi della hit ‘Wicked Woman’ che fa cantare praticamente tutti, ipnotizzati dallo sguardo della frontwoman, sorprendentemente molto più ironica ed alla mano sul palco di quanto appare sui social. Spicca in prima fila la presenza di numerosi fans under 40, così come di parecchio più giovani sono i musicisti che l’accompagnano ovvero Chris Vaughn (chitarra), Zayne Hutchison (basso), Alex Kercheval (tastiera e synth) e Colin Oakley alla batteria.

Momento di alto teatro durante ‘The Crematory’, quando la nostra Lady Macbeth avvicina il teschio alla bocca per leccarlo sembra sul punto di sussurrare ‘Venite al mio seno di donna, prendetevi il mio latte in cambio del vostro fiele’..E nella sua vita si è cimentata davvero con un po’ di tutto, dagli studi di canto lirico al conservatorio, fino al cinema, partecipando a film di exploitation anni 70 come ‘Billie Jack’.

Gran finale sulle note di ‘Epitaph’ e ‘Blood On The Snow’ mentre il Black Ritual si avvia verso la sua trionfante conclusione con la ‘danza delle corna’, vero e proprio marchio di fabbrica dei Coven. Se n’è andata così, lasciandoci un po’ a bocca asciutta senza una foto…d’altronde non si può avere tutto, intanto siamo riusciti a vederli dal vivo, perché questa è Zagabria…la città dei sogni!

Intervista a The Howlers in concerto al Mostovna domenica 9 marzo

Alla vigilia del tour che li vedrà per la prima volta live in Europa, abbiamo intervistato The Howlers. Partiti dai sobborghi dell’East London, dove si sono rapidamente imposti come una delle realtà più interessanti della scena indie britannica, e diversi tour nel Regno Unito che hanno visto il tutto esaurito, la band sarà in concerto domenica 9 marzo al Mostovna di Nova Gorica, in apertura ci saranno i Pretty Explosions, biglietti disponibili QUI

Ciao e benvenuti su Freezine, come procede?

Ciao, grazie per l’attenzione, qui tutto bene! Speriamo anche lì!

Siete alla vigilia del vostro primo tour in Europa, dove suonerete per la prima volta in molti Paesi, tra cui la Slovenia…come vi sentite?

Sì, è la prima volta che suoniamo in Slovenia, è sempre eccitante ed allo stesso tempo siamo un po’ nervosi ma non vediamo l’ora, sarà ancora più speciale, Nova Gorica è appena nominata Capitale Europea della Cultura!

Potreste cominciare raccontandoci qual è la ora la vostra attuale line up e come avete cominciato a fare musica assieme?

L’attuale formazione si concentra intorno al frontman Adam Young, i componenti cambiano spesso perché ci piace sempre prendere nuove direzioni e sperimentare nuove sonorità, al momento siamo Adam e Toby Richards alla batteria…per essere in due facciamo parecchio casino! Ci siamo conosciuti a Londra, Toby suonava in un gruppo di supporto agli Howlers e così abbiamo iniziato.

Perché avete deciso di chiamarvi The Howlers?

Adam viveva nelle case popolari in una zona non proprio bellissima, c’era un pub sulla Hoxton Street chiamato ‘The Howl at the Moon’, dove gruppi come Verve e Arctic Monkeys hanno girato i loro video. Una sera eravamo lì e stavamo pensando ad un nome per la band…e così ci è venuta l’idea!

Con il vostro album d’esordio ‘What You’ve Got To Lose To Win It All avete raggiunto velocemente la Top 15 Chart. Ci raccontate com’è nato?

L’album è un viaggio attraverso l’amore incondizionato, il dolore, la perdita che abbiamo vissuto sulla nostra pelle durante gli anni difficili della pandemia, di come siamo riusciti a superare questi momenti- in particolare Adam che ha perso sette amici e quattro dei suoi famigliari. Insomma, un periodo duro che ci ha spinto a far convergere tutte queste emozioni in un album.

Come si è svolta la realizzazione?

Abbiamo registrato 16 tracks in 8 giorni, uno sforzo notevole per cui bisogna prestare sempre molta attenzione, ma noi siamo una band indipendente, decidiamo noi quando iniziare e quando fermarci, così siamo abituati a questo genere di difficoltà. Nel Regno Unito c’è molto competizione, in questo senso ci sentiamo più europei, Toby è nato in Austria e ci piace andare in tour negli altri paesi.

Quali artisti o generi musicali vi hanno ispirato di più?

Un mare di colonne sonore, come musicisti abbiamo messo nell’album tutto quello che ci piace nella speranza di creare un sound il più originale possibile. Come generi diciamo anche il soul, l’hip hop e il garage rock.

Vi definite ‘East London Cowboys’ e uno dei vostri pezzi si apre con il tema di Ennio Morricone da ‘Il Buono, Il Brutto e il Cattivo’. Qual è il vostro rapporto con il cinema western?

Quando Adam era un ragazzino la domenica tornava dalla partita e si metteva a guardare sempre western. Gli piaceva tornare a casa e guardare questi vecchi film, probabilmente è stato questo ad influenzarlo, le colonne sonore e tutto il resto erano fantastiche, ci tenevamo a dare quest’impronta cinematografica all’album.

Alla produzione di quest’album, così come già per il lavoro precedente, ci sono Chris Ostler e Tommy Taylor, rispettivamente chitarrista e bassista dei Black Honey, com’è andata questa volta?

E’ sempre un piacere lavorare con Black Honey, siamo grandi amici e ci ispiriamo a vicenda, è come se fossimo un’unica band, il nostro è un rapporto che si basa sulla fiducia reciproca.

Quanto conta la dimensione live per voi?

E’molto importante, riproporre le cose fatte in studio per renderle ancora meglio sul palco…questa è sicuramente la parte più divertente!

In quale direzione stanno andando gli Howlers?

Cerchiamo sempre di evolverci, ci piace andare alla ricerca di nuove sonorità… in questo tour porteremo quattro pezzi nuovi!

Un saluto per i vostri fans?

Vi aspettiamo al Mostovna il 9 marzo!

Chelsea Wolfe @Kino Šiška, Lubiana, 15.11.2024

‘La Divina’, ‘La Regina Nera’, ‘La Strega di Sacramento’… nei giorni immediatamente precedenti il debutto a Lubiana di Chelsea Wolfe, l’attesa era alle stelle. La concentrazione per l’outfit da sfoggiare al Kino Šiška ai massimi livelli. Durante l’andata, le sagome delle foreste illuminate dalla luna piena sembrano quasi preannunciare la magia dello spettacolo che troveremo a destinazione.

Al nostro arrivo la Katedrala si presenta già piuttosto affollata, mentre la performance di Mary Jane Dumphe si sta avviando alla sua conclusione. Al posto del suo allegro synth pop avrei preferito Myrkur….tanto per fare un altro nome che mi piacerebbe vedere a Lubiana.

Nel giro di pochi istanti le luci si abbassano e tutta l’attenzione è per lei, la Lady in Black troneggiante sulle sue zeppe. A farla da padrone è l’ultimo album ‘She Reaches Out to She Reaches Out to She’ (2024), fin dall’incipit con ‘Whispers In The Echo Chamber’ e poi nelle successive ‘Everything Turns Blue’, ‘House Of Self-Undoing’ , fino allo struggente medley di ‘Tunnel Lights’ con frammenti di ‘Zombie’ dei Cranberries. Momento clou sulle note della struggente ‘Flatlands’ che viene ahimé rovinato dagli schiamazzi di qualche ubriaco, con la povera Chelsea costretta ad interrompersi e ad aguzzare la vista per rintracciare il colpevole tra il pubblico.

Archiviato l’incidente di percorso, il concerto si avvia verso la sua seconda parte, con il recupero dai dischi più doom ‘Hiss Spun’ (2017) e ‘Birth Of Violence’ (2019). E la Wolfe amorevolmente circondata dal suo team, ovvero Bryan Tulao alla chitarra e Ben Chisholm alle tastiere, e soprattutto Jess Gowrie, la batterista e compagna di mille avventure fin dalle prime esperienze diy nella loro Sacramento.

Tutto il concerto è una danza di ombre spettrali che non ha nulla da invidiare a quella della luna piena lassù! E che raggiunge il suo culmine nel finale, quando la Sacerdotessa resta da sola sul palco per l’ammaliante unplugged di ‘The Liminal’, l’iconica silhouette nera che si staglia sullo sfondo incandescente. Il pubblico in adorato ascolto invoca a gran voce il ritorno sul palco anche degli altri componenti, prontamente accontentato dall’esecuzione della distopica ‘Carrion Flowers’. Riscaldate dal Sacro Fuoco della Dea, usciamo del concerto per tuffarci nelle dolci tentazioni della Lubiana by night….per una serata indimenticabile!

Exilia: intervista alla band in concerto a Prosecco venerdì 22 novembre

Alla vigilia dell’evento che li vedrà per la prima volta live a Trieste, abbiamo intervistato Masha Mysmane, leader e fondatrice dei milanesi Exilia. La storica band, che in questi giorni è in tour per i vent’anni dall’uscita dell’album ‘Unleashed’, sarà in concerto venerdì 22 novembre al Kulturni Dom di Prosecco (Trieste), in apertura ci saranno Red Code, Silent Lie, Asterya e Dead Planet, porte alle 17:30!

Ciao Masha! Intanto, benvenuta su Freezine, come va?

Ciao! Grazie mille per l’accoglienza. Sto bene, carica e grata per tutto il supporto che stiamo ricevendo in questo periodo speciale per noi.

Manca poco alla vostra prima volta a Trieste, come vi sentite?

Siamo entusiasti! Trieste è una città che ci ha sempre affascinato e non vediamo l’ora di condividere la nostra musica e l’energia con il pubblico locale. Sarà una serata speciale e intensa.

Eravate in tour per il ventennale di ‘Unleashed‘ in Germania, Paese in cui avete scalato le classifiche e che vi ha premiato tramite MTV. Com’è andata?

Il tour in Germania è stato incredibile. Il pubblico ci ha accolto con calore ed energia, come sempre. Ogni volta che torniamo lì, è come ritrovare una famiglia. È un onore vedere come ‘Unleashed’ sia ancora così amato dopo vent’anni. Anche le date in UK, Austria e Svizzera sono andate alla grande: è un momento molto intenso e bello per noi.

Nel tour c’è anche una data unplugged, formula che avete già utilizzato per alcuni vostri brani. Perché questa scelta?

L’unplugged ci permette di mostrare un lato diverso della nostra musica, più intimo e vicino al cuore. È un’occasione per connetterci con il pubblico in modo profondo, raccontando le canzoni in una veste nuova e più vulnerabile. Facciamo pochi concerti unplugged, uno o due volte nell’arco di tre, quattro anni, quindi rimane un’occasione speciale per i nostri fans.

F: Avete condiviso il palco insieme a tanti artisti di calibro internazionale come Rammstein, Paradise Lost, Guano Apes, HIM, Buckcherry, Otep… Puoi raccontarci qualche aneddoto particolare, o quello che ti è rimasto più impresso?

MM: Ce ne sarebbero tanti, ma uno dei più memorabili è stato quando abbiamo suonato con gli In Extremo e Drowning Pool. L’energia e la scenografia dietro le quinte, il feeling che abbiamo instaurato tra noi musicisti è stato incredibile! Ricordo un peluche che ho trovato in camerino come regalo da parte di Micha (lead vocal degli In Extremo), che sapeva del mio amore per gli animali. Le serate negli aftershow ci hanno fatto sentire parte di qualcosa di speciale.

F: Credi che oggi per un gruppo italiano sia più facile emergere all’estero?

MM: In parte sì, grazie alle piattaforme digitali che permettono di raggiungere un pubblico globale. Tuttavia, la competizione è feroce e l’autenticità è ciò che davvero fa la differenza.

F: Quando hai iniziato, erano ancora poche le frontwomen. Quali sono state le tue fonti d’ispirazione, se ne hai avute?

MM: Le mie principali ispirazioni sono state Joan Jett e Björk. Hanno portato forza e unicità sul palco, dimostrando che la passione non ha genere.

F: Che cosa pensi delle band tutte al femminile? Rappresentano un cambiamento del ruolo femminile nella scena metal o è più che altro una strategia commerciale?

MM: Penso che rappresentino un’evoluzione naturale nella scena musicale. È bello vedere donne che prendono il controllo della propria espressione artistica. Se è fatto con sincerità, va oltre ogni strategia commerciale.

F: Ti sei specializzata nel metodo Vocal Power, che insegni anche nella tua scuola. Puoi spiegarci di che cosa si tratta e che cosa cerchi di trasmettere alle tue allieve?

MM: Il metodo Vocal Power di Elisabeth Howard è incredibile per ottenere potenza e controllo, e per diventare consapevoli di come usare i colori e le sfumature della propria voce. Cerco di trasmettere alle mie allieve la capacità di esprimersi in modo autentico e sicuro, trovando la propria voce. Ho anche realizzato il mio sogno e, insieme ai miei due soci, ho aperto una scuola di musica, la NCDM Music School, alle porte di Milano. Siamo anche centro Vocal Power in Italia.

F: Con gli Exilia avete qualche progetto all’orizzonte, qualche news in vista?

MM: Stiamo lavorando a nuova musica e ci sono collaborazioni in arrivo. Non vediamo l’ora di condividere di più con i nostri fans presto!

F: Un messaggio per i fans triestini?

MM: Portate la vostra voglia di musica  perché insieme faremo esplodere la serata! Ci vediamo presto, e sarà indimenticabile.

Castle, Mist @Channel 0, Lubiana, 26.9.2024

Super concerto lo scorso settembre 26 a Lubiana, dove abbiamo ribeccato a distanza di parecchi anni due gruppi che avevamo conosciuto a Trieste. Ospiti del Channel Zero al Metelkova c’erano i Castle, potente duo heavy doom da San Francisco in tour europeo per presentare il loro sesto album ‘Evil Remains’ di recente uscita via Hammerheart Records.

Ad accoglierci in un club ancora semivuoto è la stessa band, prima nel backstage dove incontriamo Mat Davis, chitarrista e anima dei Castle, e Andrew Suarez, il batterista che li accompagna per queste date europee. C’è tutto il tempo per quattro chiacchiere anche con Liz Blackwell, la fenomenale bassista e cantante che, dall’alto del suo metro e ottanta, vigila attentamente sul banco del merch.

A fare gli onori di casa sono le Mist, gruppo doom di Lubiana di cui avevamo perso le tracce negli ultimi tempi. Le ritroviamo nuovamente in pista con una formazione leggermente diversa, che vede al basso Nina Grizonic, già alla chitarra nel demo del 2013. Al centro della loro esibizione ci sono i brani tratti da ‘Free Me Of The Sun’ (2018) l’album di debutto che, forte dell’uscita con la label olandese Soulseller Records, era riuscito a proiettare il gruppo dal silenzio delle valli alla notorietà dei principali palchi e festival della scena doom europea.

Chicca della serata è la presentazione di due nuovi singoli ‘Mountain’ e ‘Sea’ che, come ci racconta la cantante Nina Spruk-e neo mamma di una bambina-, vedranno la luce l’anno prossimo, mentre per il nuovo disco ci sarà da pazientare ancora per un po’. Nel frattempo il club si sta riempiendo per quella che è la ‘prima volta’ dei Castle nella capitale slovena.

Dalla title track a ‘Nosferatu Nights’ passando per ‘Black Spell’ a farla da padrone durante lo show dei californiani è ovviamente proprio l’ultimo ‘Evil Remains’, già accolto alla sua uscita con recensioni entusiaste da parte della specializzata…..Che dire? il connubio perfetto tra riff oscuri, lercio rock n’ roll old school ispirato ai testi dei poeti ‘maledetti’…senza dimenticare l’atmosfera da fantasmi della vecchia Hollywood che già con i Duel ci aveva catturato.

A rubare la scena ovviamente è la presenza femminile della bassista, che con il suo carisma e e attitudine (ha iniziato a suonare da piccola nella band psychedelic blues dei genitori) ci riporta alla Auf Der Maur dei tempi d’oro. Richiamati sul palco a gran voce per l’encore ‘Hammer and the Cross’ dal nerissimo ‘Welcome to the Graveyard’ del 2018, i Castle hanno sicuramente lasciato il segno in una data forse un po’ penalizzata dalla giornata infrasettimanale, per poi fermarsi con i fans e con le Mist per le foto e gli autografi di rito…speriamo di rivederli quanto prima, se non a Trieste almeno nelle vicinanze:)!

Rock Camp Trieste 31.5-2.6.2024 @Prepotto sul Carso

Si è concluso lo scorso 2 giugno il Rock Camp Trieste, la tre giorni di musica rock organizzata dall’associazione Rock Out X Project nell’area feste di Prepotto sul Carso triestino. Una quinta edizione con ospiti ben ventidue band tra cui quasi metà under 40 grintose, piene di entusiasmo, comprensibilmente alla ricerca di una ‘vetrina’ adeguata come può essere quella di un festival open air.

Open air che comporta anche i suoi rischi, come la serata inaugurale penalizzata dalla pioggia, e ha quindi visto l’esibizione restringersi ai gruppi provenienti da fuori regione, ovvero i croati Jelusick e i veneti Bad As. E pazienza se non c’è stata questa gran coda da Maracanà: Dino & Co. hanno suonato comunque, soltanto in una versione un po’ più ‘intima’ per i fans arrivati appositamente da Slovenia e Croazia, mostrandosi alla mano e disponibili per quattro chiacchiere e un brindisi al termine del concerto.

Decisa ripresa per la giornata di sabato, che si è aperta fin dalla mattina all’insegna del beltempo, con workshop dedicati ai bambini, competizioni sportive, la Rocking Dogs e i mercatini. Fuoco alle polveri, o meglio alle griglie, con i saporiti ćevapčići e altre specialità made by ‘Il Grande Buffo’.

Sul palco tante band alcune delle quali per la prima volta al Rock Camp, come Zimanera, Mordechai, Elettrastorm e dalla Slovenia i Guilty of Joy, finalisti al Rock X Contest. Protagonisti della serata sono stati gli scatenatissimi Superhorror con i pezzi dal loro nuovo ‘Devilish Whisper’, e gli Elvenking per la prima volta live a Trieste.

Giove Pluvio è tornato a infastidire nella giornata conclusiva, ma il festival è riuscito nel suo intento di portare a termine la serata rispettando la scaletta così come da programma. Protagonista della domenica sul palco del Camp è stata la Trieste Rock City con il Luca Lucchesi Trio, i Supersordo (con Marco dei Gonzales alla batteria!), i Red Code prima dell’annunciata pausa estiva (per nuovo materiale), i Deadlock e il gran finale con gli immancabili Sinheresy. A far risuonare lo spirito del morbin triestin ci ha pensato anche Karnokkorok, che con i suoi siparietti ha invitato a prendere la vita con più leggerezza… e di questi tempi non è una cattiva idea.

Appuntamento quindi nell’estate 2025 con quello che sarà il 6° Rock Camp, crediamo ormai pronto per la scommessa più grande: insieme ai giovani portare anche un nome storico…perché il rock non è nato ieri!

Animaux Formidables, Beat On Rotten Woods @Teatro Miela, Trieste, 29.3.2024

A poche settimane circa dalla suggestiva performance di Lili Refrain (ne abbiamo parlato qui), venerdì 31 marzo siamo tornati al Teatro Miela. Questa volta principalmente per festeggiare il grande ritorno dei Beat On Rotten Woods, chiamati come band di supporto per aprire la data triestina degli Animaux Formidables.

Dopo averli persi di vista per un po’ di tempo, è bello ritrovarli con la line up originaria a due in gran forma e particolarmente agguerriti. ‘Negli ultimi anni abbiamo accumulato un sacco di pezzi nuovi’, ci racconta Mace, ‘anima’ dei Beat On Rotten insieme al chitarrista Rob- ‘ed ora siamo finalmente pronti ad entrare in studio!’ Ad applaudirli un pubblico variegato di amici di vecchia data così come di nuove leve, che fin dall’inizio ha approfittato dello spazio libero dalle sedie per riversarsi a ballare sotto il palco.

Tanta la curiosità per gli headliner ovvero gli Animaux Formidables, gruppo rivelazione dell’ultima edizione di X Factor. Dopo esser stati eliminati dal popolare show televisivo, continuano a suonare nei club e locali del circuito underground, riscuotendo la stima di chi la musica preferisce viverla live anziché sul divano.

Protagonisti sul palco sono Mr. Formidables e Mrs Formidables, lei alle percussioni, lui voce e chitarra, i cui volti restano misteriosamente celati dietro la maschera in latex dalle orecchie appuntite. A partire dagli outfit e accessori, la dinamica Mistress-schiavo si estende anche nel sonoro, con il brutale drumming di lei che, alta e imperiosa, sovrasta la voce già parecchio ‘effettata’ di suo.

Brani originali tratti dall’album d’esordio ‘We Are All Animals’ si alternano a cover di Nina Simone e Johnny Cash (‘Feelin’ Good”, ‘Ring On Fire’) in una performance he per certi versi ha diviso il pubblico. Da registrare comunque la presenza di alcuni ‘affezionati’ che alla fine dello spettacolo si sono fermati per avvicinare le band e farsi autografare il vinile, stampato dalla label di culto Go Down Records.

Ma la primavera al Miela è appena incominciata: tra i prossimi concerti, segnaliamo il 26 aprile Massimo Silverio (folk malinconic dalle valli carniche), il 27 aprile i Tre Allegri Ragazzi Morti (sold out), l’11 maggio il duo svizzero post punk Peter Kernel (indie rock) e Bob Log III in chiusura di stagione il 15 giugno. Info: www.miela.it

Lili Refrain @Teatro Miela, Trieste, 1.3.2024

‘𝑫𝒆𝒗𝒐 𝒂𝒔𝒔𝒐𝒍𝒖𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝑻𝒓𝒊𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒊𝒔𝒊𝒕𝒂𝒓𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒂𝒍𝒎𝒂’: lo ha ripetuto più di una volta 𝐋𝐢𝐥𝐢 𝐑𝐞𝐟𝐫𝐚𝐢𝐧, sia durante che dopo la suggestiva 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑛𝑐𝑒 che l’ha vista salire sul palco del 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐌𝐢𝐞𝐥𝐚 nell’ambito della rassegna ‘Protagoniste’.

Dopo averla conosciuta a Lubiana, dove si è esibita a febbraio nella sala piccola del Kino Šiška, decidiamo di tornare questa volta a Trieste, curiosi di vederla alla prova in un contesto diverso. Caratterizzato da un pubblico molto più tranquillo, prevalentemente seduto sulle sedie, e senza un gruppo di spalla utile ad ‘accendere’ l’attesa.

Quello di Lili Refrain è un vero e proprio viaggio sonoro durante il quale l’artista guida con passo deciso gli spettatori alla scoperta della parte più oscura che ciascuno cela dentro di sé. Dalla voce ai tamburi, attraverso la tecnica della loop station, ogni strumento diventa il fido partner in crime con cui affrontare gli ostacoli disseminati lungo il cammino.

Non è facile trovare un personaggio capace di sprigionare un’aura così sacrale ed al tempo stesso anche ad intrattenere e divertire: Lili ci riesce, il suo tutorial sulle tecniche da lei utilizzate durante lo show è un quarto d’ora di puro cabaret che riesce a riscaldare l’atmosfera in breve tempo.

Al centro del concerto sono stati soprattutto i brani tratti da ‘Mana’, l’ultimo lavoro uscito nel 2022 via Subsound Records. Traducibile come ‘forza interiore’ o ‘forza della vita’, è l’album che ha consacrato l’artista romana a livello internazionale, portandola alla conquista del Roadburn Festival, Leipzig Gothic Treffen ed altri palchi prestigiosi del circuito underground europeo.

Ad applaudirla al Miela un nutrito pubblico decisamente trasversale: dagli appassionati del movimento 𝑑𝑎𝑟𝑘 ai metallari, tutti in qualche modo ‘contagiati’ dalla sua prorompente energia. Alla fine della serata c’è stato anche il tempo di scambiarci quattro chiacchiere, con la promessa di rivederci al più presto….naturalmente a Trieste!

Blue Öyster Cult @Cvetličarna Media Center, Lubiana, 27.8.2023

Mezza Slovenia -ma anche tanta Austria- hanno sfidato il terribile maltempo di lunedì 28 agosto per vedere i Blue Öyster Cult nella nuova, imponente sala del Cvetličarna Media Center di Lubiana.

Arriviamo a Lubiana sotto una pioggia torrenziale, che dopo essersi sfogata in mattinata sul litorale, nel frattempo si è spostata verso nord inseguendoci fino a destinazione. Nel quartiere di Bezigrad si respira un’aria surreale, neanche un’anima in giro, ed è praticamente a nuoto se per miracolo riusciamo a raggiungere la venue.

All’interno c’è grande attesa per i Blue Öyster che quest’anno tagliano l’importante traguardo dei 50 anni di attività. Un’occasione speciale, resa tale ancor di più dal fatto che la Dirty Skunks è riuscita ad accaparrarseli in un tour esclusivo che, oltre a Lubiana, comprendeva soltanto altre due date, una allo Sweden Rock Festival e l’altra ad un festival nella contea di Nottingham.

Sono le 21 puntuali quando, sotto gli occhi di un parterre ormai gremito, i Blue Öyster attaccano sulle note dei titoli di coda di ‘Blade Runner’ (1982) dell’artista greco Vangelis. E sparano subito due cartucce come ‘The Red &The Black’ e ‘Dr Music’ direttamente dai primi album, caratterizzati dalle iconiche grafiche in stile Escher -in realtà sono opera di Bill Gawlik, autore anche del logo della band- con simboli dell’esoterismo e dell’occulto.

Della formazione storica -nata già nel 1967 a Long Island con il monicker di Soft White Underbelly-, resta il chitarrista Donald Buck Dharma’ Roeser (76 anni), il frontman Eric Bloom (79 anni), a cui ora si affiancano Richie Castellano alla voce, chitarra e tastiere, Danny Miranda al basso e Jules Radino alla batteria. Nel frattempo ci siamo appollaiati nella fighissima gallery -che fa tanto Globe Theatre- e dove si gode davvero una vista spettacolare… toilette open space inclusa!

Certo, resta difficile credere che quelli sul palco, con quell’aria così alla mano e l’outfit da Amici della Bocciofila, siano gli stessi che hanno influenzato band come Maiden e Metallica, e addirittura nutrito gli incubi di scrittori come Stephen King e registi come David Cronenberg.

Su questo gruppo è stato davvero scritto di tutto…cosa si potrebbe aggiungere che non sia già stato detto?? A pensarci bene, forse una cosa c’è: uno dei motivi che mi ha portato ad affrontare la tempesta per vedere i BÖC è che è stata proprio la loro musica a fare da Cupido tra Johanna Sadonis dei Lucifer e Nicke Andersson degli Hellacopters…La bionda Johanna li cita spesso come una delle sue band preferite, e Andersson racconta che proprio ispirandosi a loro ha iniziato a suonare con i Lucifer.

In tutto un’ora e quaranta di concerto, che in scaletta ha visto alternarsi i classici d’ispirazione sci-fi ‘E.T.I.’ e ‘Godzilla’ ai brani più recenti come la ballata aor ‘Tainted Blood’ dall’ultimo ‘The Symbol Remains’ (2020, per concludersi con l’assolone finale di Bloom in apertura a ‘Don’t Fear The Reaper’.

Grande soddisfazione da parte degli organizzatori che hanno così commentato: ‘Bringing back Ljubljana to be a rock capital! I’ve met people from Ireland, people from Sweden, people from Turkey, and people from everywhere in between, coming to see their idols live for what might be one of the last times. Amazing! All the experience was again under the bad influence of the floods, but still it’s a beginning of a new chapter…