Bullet-Proof: intervista alla band al Rock Camp di Trieste sabato 8 luglio

E’ un periodo importante per i Bullet-Proof trash metallers formati a Bolzano nel 2014. La band sta infatti riscuotendo parecchi apprezzamenti con ‘Forsaken One’, il loro secondo album uscito lo scorso aprile via Sleazsy Rider Records.

Abbiamo rivolto alcune domande a Richard Hupka, cantante e chitarrista della band di origine slovacca, in occasione del concerto che li vedrà suonare sabato 8 luglio al Rock Camp di Trieste ad ingresso gratuito.

https://bulletproofthrash.bandcamp.com/

Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su Freezine. Prima di tutto, vorreste presentarvi ai nostri lettori, raccontando un po’ il percorso musicale che ha portato alla vostra formazione?

Ciao, come prima cosa ci tengo a ringraziarti per l’intervista e a precisare che è un grande piacere per me presentare i Bullet-Proof ai lettori di Freezine!
I Bullet-Proof nascono nell’agosto 2014, quando io insieme a mio figlio batterista Lukas siamo usciti dalla band precedente… di cui non dico il nome perché non desidera che io la nomini 😉 Semplicemente c’era ancora voglia di andare avanti nel percorso musicale, avevo delle idee da proporre, e sapevo di avere alle spalle la persona giusta con cui buttarsi in questa bella avventura -cioè mio figlio Lukas. All’inizio ci ha aiutato il bassista della cover band dove suonavamo insieme, Diego Polli, il quale ha registrato il primo disco. Le nostre strade si sono però separate poco dopo l’uscita del debutto ‘De-Generation’ nel luglio 2015. Il posto del bassista ha preso un ragazzo giovane e talentuoso -Federico Fontanari – che ha saputo sin dall’inizio prendere in mano il suo ruolo e non possiamo essere più felici di così. La seconda chitarra non è mai esistita nel primo periodo, ci limitavamo a prendere semplicemente delle persone di passaggio così per dire, tra cui il fantastico chitarrista che ha suonato sul primo ‘De-Generation’  cioè Andrea Demasi. Tutto poi si è risolto con l’arrivo di Max Pinkle verso la fine del 2015, il suo era un nome già conosciuto nell’underground italiano, proveniente dalla band Sign Of The Jackal. Quindi eccoci! 😉

Lukas Hupka from Bullet-Proof (C) Annalisa Russo

Com’è nato il vostro ultimo ‘Forsaken One’, c’è un concept, un filo conduttore tra i diversi brani? E in che cosa si differenzia dal lavoro precedente?

Partiamo dall’ultima domanda: la principale differenza sta nel sound e nella produzione del disco. Abbiamo voluto concentrarci su questa direzione. Naturalmente cerchiamo di fare sempre meglio, e per farlo sapevo che ci dovevamo concentrare di più: per esempio sulle linee vocali, metterci più melodie ed armonie, così da essere ancora più straight into you face rispetto al nostro debut album. Spero che questo ci sia riuscito! 😉
‘Forsaken One’ è un semplice continuo evolversi della band. Ci sono pezzi scritti poco dopo l’uscita del primo disco, e ci sono i pezzi scritti letteralmente nello studio durante le riprese, come per esempio proprio ‘Forsaken One’ e ‘I was wrong’. Questo è dovuto al fatto che il nostro caro batterista :-)) non voleva assolutamente avere altri due pezzi preparati per il disco…così due giorni prima di entrare nello studio siamo stati ‘costretti’ a scriverne due nuovi al volo! Comunque devo dire che sono contento di questa decisione. Per cui, come puoi capire, non c’è un filo conduttore vero e proprio, ma semplicemente è quello che ci propone la vita e che poi ritroviamo nel comporre. Ogni giorno ti capitano tante cose, vivi mille esperienze, impari sempre qualcosa, perciò hai tutto servito sul piatto. Nei testi mi piace parlare di rapporti umani, delle cose che non mi piacciono sulle persone, o delle cose che non mi piacciono nella società stessa.

Bullet-Proof ‘Forsaken One’, Sleazy Rider Records, 2017

Quanto è importante per voi l’attività live e con chi vi è piaciuto di più suonare?

Guarda, io sono del parere che l’attività live sia la cosa più importante per una band. Non c’è niente altro di più importante, nemmeno i dischi, né le foto o i video. Tutto questo sono solo delle cose, che pur sempre più indispensabili, restano secondarie. È inutile avere un bel disco, videoclip, immagini, o altro, se la band non suona dal vivo. A che cosa è buona fare una band se poi questa non suona??
La seconda domanda…Per me personalmente le piu belle esperienze sono state quanod abbiamo suonato con i Testament e con gli Holocaust.

Bullet-Proof @Circolo Magnolia, Milano, luglio 2016, (C) Annalisa Russo

Domanda di rito: padre e figlio suonano nella stessa band, su quali cosa vi intendete alla perfezione? e quali sono invece le difficoltà?

Sì, sta diventando una domanda di rito per tutti ormai! :-))) Sai, noi oltre a suonare lavoriamo insieme, viviamo ancora nella stessa casa, quindi passiamo insieme davvero molto tempo. Questo ci porta spesso ad avere delle discussioni, a volte anche pesanti. Ma fa tutto parte di noi, della convivenza musicale. Per cui potrei rispondere prima sulle difficoltà: ti trovi spesso a pensare di di saper distinguere dove è quel sottile filo tra il rapporto padre-figlio-amico-collega da lavoro. Sembra facile , ma ti posso garantire che così non è! 🙂 Ma è proprio questo il bello! La risposta alla prima domanda è facilissima: ci capiamo con gli sguardi perfettamente ovunque. Siamo dello stesso sangue, amiamo la musica, più di così non potrei chiedere!

Che cosa bolle in pentola per il futuro?
Oltre al Rock Camp quali altri impegni vi attendono per l’estate?

Per il futuro spero che potremo esibirci il più possibile un po’ dappertutto, perché è ciò che vogliamo, e ciò che credo vuole ottenere ogni band. Non è certo facile, perché oltre a mille altri motivi e problemi, l’ offerta è voluminosa’, e concludere una data diventa sempre più difficile. Naturalmente ci sono vari problemi , per citarne uno non di poca importanza: i rimborsi spese. Non dobbiamo nasconderci davanti a certi fatti! Diventa sempre più comune sentirsi dire dagli organizzatori che non avrebbero dei soldi, o che ci sono soltanto per gli headliner, poi sentirsi dire che altre bands vengono suonare a gratis, quindi: se non ti va bene, non suoni. Questo di certo non va bene. Ma non perché uno se la vuol tirare o pretende chissà che! Semplicemente, tu come band investi del tempo e del denaro, e non parliamo di cifre basse! Quindi diventa piuttosto normale per un gruppo di persone che lavorano insieme il voler far tornare indietro quello che hanno speso. Se hai creato un prodotto valido, vuoi presentarti come un gruppo valido, vuoi essere professionale, hai delle spese continue ed è più che onesto chiedere un minimo rimborso. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo rinunciato di suonare in diversi posti questa estate. Purtroppo, ma è anche per una questione di rispetto verso noi stessi. Poi, ovviamente, dobbiamo anche pensare alle nostre famiglie con cui dobbiamo trascorrere pure del tempo, dato che le derubiamo di tanti momenti insieme, perché abbiamo deciso di dedicarci alla musica. Delle date comunque ne faremo, e chi sarà interessato a seguirci, troverà tutti gli aggiornamenti sulle nostre pagine. Stiamo concludendo di nuovo un tour europeo, tra le altre cose, quindi qualche cosina salterà sicuramente fuori! 😉

Grazie e a presto!

https://bulletproofthrash.bandcamp.com/