Måneskin @Stadio Nereo Rocco, Trieste, 16.7.2023

Annunciato come l’evento clou dell’estate, lo show dei Måneskin domenica 16 luglio a Trieste non ha deluso le aspettative. Due ore di rock dai ritmi serrati hanno infiammato il pubblico arrivato allo Stadio Nereo Rocco da tutta Europa e anche da oltreoceano. Tanti i pullman provenienti da Slovenia, Croazia – in tutto sono stati 7mila i biglietti venduti nei due paesi sui 12 mila venduti all’estero – ma anche da Austria, Bosnia e da tante città d’Italia. Oltre 25mila fans -molti dei quali in fila già dalle prime luci dell’alba- hanno affollato il quartiere di Valmaura, vestito a festa per l’occasione con food trucks, bar e pub con cucina aperta fino a notte e lo spettacolo dal ponte del traffico impazzito.

Sono da poco passate le 21 quando i Måneskin irrompono sulle note di ‘Dont Wanna Sleep’ e ‘Gossip’, seguiti da quella ‘Zitti E Buoni’, la hit che nel 2021 li porta a vincere prima Sanremo e poi l’Eurovision proiettandoli verso il successo mondiale. La sfida principale è quella di reggere un palco monstre, di solito appannaggio delle band storiche con trenta, a volte anche cinquanta anni di carriera alle spalle.

Bene, per tutto il tempo i Måneskin hanno corso, saltato e ballato, con Victoria che insieme a Thomas sono scesi più volte tra il pubblico, regalando degli a solo che hanno infiammato lo stadio. Notevoli anche i momenti di complicità tra il basso di Victoria e la batteria di Ethan.

A metà concerto, poi, le luci hanno illuminato la band che era scesa in mezzo al prato, tra i fan, dove Damiano ha dato spazio all’emozione intonando una versione acustica di ‘Torna A Casa’ e di ‘Vent’anni’, accompagnato da migliaia di cellulari che hanno illuminato la notte di Trieste. ‘Abbiamo sempre avuto un sogno’ -ha detto- ‘che è quello di venire a suonare in mezzo a voi. Finora non ce l’avevano mai permesso, ma adesso lo abbiamo realizzato’.

Su ‘Kool Kids’, come da tradizione ormai, fanno salire un gruppo di fan sul palco, per un party rock’n’roll prima della chiusura con la ballad ‘The Loneliest’ e la hit ‘I Wanna Be Your Slave’.

A dieci anni dal concerto dei Pearl Jam, con questo concerto Trieste entra nella storia del rock come data zero dei Måneskin in uno stadio, con il Rocco davanti all’Olimpico e a San Siro. Una bella sferzata di energia, così come postato il giorno successivo anche dai triestini più scettici:

Stoner Kras Fest @Prosecco, Trieste, 15.7.2023

Grande partecipazione a Prosecco sabato 15 luglio per Stoner Kras Fest, il raduno di musica psichedelica giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Organizzato da Arci Trieste insieme a Rocket Panda Management ha visto confluire sul Carso triestino tantissimi appassionati del genere stoner e doom, alla ricerca di buona musica ed anche un po’ di fresco nel torrido weekend.

Situato proprio dietro il teatro, già location dei concerti targati Rocket Panda durante la stagione invernale, lo spazio B’lanc si presenta attrezzato con tutti i crismi dell’occasione: colorati banchetti del merch, cd e vinili, due food truck, uno di cucina fusion da Trieste e l’altro balkan dalla vicina Sežana, un’area relax con tanto di massaggiatrice e una giochi per i più piccoli.

Piuttosto nutrito il bill, che ha visto l’apertura sotto il sole cocente con i Doombo, nuova doom band made in Trieste per la prima volta live con i pezzi dell’Ep di debutto. A seguire è il turno dei Mystic Majesty, hard robot rock veronese freschi del concept album ‘Speak your mind’, mentre la sorpresa arriva da Long Hour, progetto solista di Julien Medor, eclettico musicista australiano che si ispira a David Yow dei Jesus Lizard ed alle sue stravaganti performance.

Saltata all’ultimo l’esibizione degli sloveni Jegulja, la scena è tutta per i TSO, local heroes letteralmente ‘risuscitati’ dopo un lungo periodo di assenza dai palchi, attualmente sono al lavoro sul loro terzo, atteso album. E mentre nel cambio set tra un gruppo e l’altro parte il dj set di Alternative Nite e Satisfaction, tutti gli occhi sono puntati sull’arrivo dei Margarita Witch Cult, nuovi portabandiera della scena doom metal di Birmingham. L’omaggio in scaletta ai Black Sabbath è praticamente d’obbligo, così come la lezione di cotanti padri emerge con prepotenza dalle oscure profondità del loro sound.

Festival ormai gremito e pubblico caldissimo, tra cui oltre ai fans provenienti da Slovenia e Croazia, fa piacere riconoscere più di una volta anche il simpatico accento veneto. Tutti ormai pronti per scatenarsi in un pogo indiavolato per i Mondo Generator ed il suo luciferino frontman Nick Oliveri, icona dello stoner rock anni Novanta con Kyuss e QOTSA.

Verso la fine della serata sarà proprio Nick che mi ritrovo accanto, sorridente e rilassato mentre si gode l’esibizione dei greci 1000 Mods come uno spettatore qualsiasi. Incontri ravvicinati possibili ormai soltanto nei festival di piccole dimensioni come Stoner Kras Fest, la nuova scommessa di una scena triestina che -finalmente- torna a rimettersi in gioco alla grande.

The Cult, The Damn Truth @Pordenone Blues Festival, 1.7.2023

Gran ritorno al Pordenone Blues Festival sabato 1 luglio, a poco meno di un anno dall’indimenticabile concerto del compianto Jeff Beck. E pazienza se questa volta non c’è Johnny Depp, i leggendari Cult live in Friulandia sono come l’apparizione della Madonna…un evento miracoloso al quale sembrava praticamente impossibile mancare!

Invariata la location, il Parco del San Valentino minacciato da una pioggia sempre più insistente che, invece di rinfrescare, porta tanta afa e umidità. Dopo un veloce spuntino sotto gli stand per evitare di bagnarsi arriva il momento di sfidare le intemperie per raggiungere il palco, dove nel frattempo sono saliti The Damn Truth. Arrivano dal Canada, più precisamente da Montréal, e si sono fatti conoscere con l’album ‘Now Or Nowhere’ (2021) prodotto dall’illustre Bob Rock (Metallica, Mötley, Bon Jovi e gli stessi Cult).

Capitanati dalla talentuosa Leela -definita come ‘la figlia di Robert Plant e Janis Joplin’– questa rock band dal gusto prettamente 70’s non si lascia scoraggiare né dalla pioggia né dai frequenti disturbi alle casse, reagendo con prontezza di spirito e gran entusiasmo. Continuo lo scambio tra band e pubblico, che vede il culmine quando il chitarrista scende dal palco per mescolarsi tra la folla, suscitando immediatamente una levata di smartphone per immortalare il momento.

Sono da poco passate le 22 quando i Cult, graziati dalla pioggia, emergono dall’oltretomba protetti da una spessa coltre di incenso che li rende pressoché invisibili. La band, guidata dallo sciamano rock n’ roll Ian Astbury, parte con ‘Rise’ per condurci attraverso quello che è un vero e proprio viaggio attraverso quarant’anni di carriera, dalle hit di ‘Love’ (1985), pietra miliare del goth rock, fino ad ‘Under The Midnight Sun’ (2022), l’ultimo album che cita come fonti d’ispirazione l’universo allucinato di Lewis Carroll e il cinema di David Lynch.

Che Astbury, 61 anni compiuti da poco, non sia questo mostro di gran simpatia è noto anche ai muri, ma da qui ad apparire rigido, a tratti impacciato, quasi fosse un passante capitato di lì per caso…ce ne vuole! Oltre a lui, della line up originale sul palco è rimasto Billy Duffy, a cui si aggiungono Grant Fritzpatrick al basso, Damon Fox alle tastiere e John Tempesta alla batteria.

Momento assolutamente top(ico) quando, complice anche la ripresa di una leggera pioggerellina, l’amico Riccardo s’inginocchia a terra per chiedere alla sua Giulia di sposarlo, scegliendo come sottofondo per la proposta la romantica ‘Rain’.

Gran finale con ‘She Sells Sanctuary’, a cui seguono gli encore ‘Peace Dog’ e ‘Love Removal Machine’ entrambi tratti dal sorprendente ‘Electric’ (1987). Dopo lo show la notte è ancora lunga per i fans dei Cult che devono rientrare in direzione Trieste e trovano l’autostrada chiusa per i soliti lavori sulla terza corsia. La fatica delle trasferte rock tra annullamenti improvvisi di tour, il caro-benzina e soprattutto la difficoltà di collegamenti e linee di trasporti si fa sentire…Forza Freezine, Never Give Up!!!!