di Matteo Trevisini
Charlie Harper non è un personaggio della sitcom ‘Due uomini e mezzo’, Charlie Harper è un arzillo vecchietto di 72 anni, Charlie Harper era un rocker inglese prima, un hippie e poi ancora un mod, Charlie Harper è diventato un punk alla tenera età di 32 anni ed è lì nel 1976, in quel mondo ancora in fasce, che ha trovato imperitura memoria nei libri di storia della musica.
Charlie Harper è il leader indiscusso degli U.K. Subs, uno dei primi gruppi della scena punk inglese nonché uno dei più duraturi. Nell’anno di grazia 2017 gli U.K. Subs girano ancora il mondo imperterriti…insieme a lui il fedele bassista Alvin Gibbs (ex Cheap and Nasty, Urban Dogs), il nuovo chitarrista Steve Straughan (ex Hi-Fi Spitfires e The Angelic Upstarts) ed il tatuato drummer Jamie Oliver (ex Anti-Product tra gli altri…).
L’infinito tour della band britannica tocca anche l’estremo nordest italico nel delizioso Rock Town (…ce ne fossero di locali così!) di Cordenons, paesino ormai periferia di Pordenone. Sul palco il telone nero indica, sotto il logo U.K. Subs, l’importante anniversario per i punk heroes quest’anno, ovvero 1977 – 2017… quarant’ anni insieme a predicare il verbo punk in giro per il globo: non male…
Chicca aggiunta alla serata un altro ‘signore, un po’ più giovane ma comunque in età matura, ovvero Tim ‘T. V.’ Smith in acustico, ex leader di un’altra band inglese del primo punk, The Adverts. La loro storia si è consumata in poco più di tre anni regalando però svariati singoli cult come ‘One Chord Wonders’ o ‘Gary Gilmore’s Eyes’.
Si presenta da solo on stage, magro e rugoso, imbracciando la sua acustica e salutando il pubblico quasi timidamente…la sua performance è scarna ma ricca di pathos da chansonnier maledetto.
Un ‘best of’ della sua carriera tra canzoni soliste d’atmosfera, come ‘Only One Flavour’, ‘Lion and the Lamb’ e ‘Kiss the World’ a brani più ‘barricaderi’ come ‘Expensive Being Poor’, ‘Immortal Rich’ oppure ‘Generation Y’; ma sono i brani storici degli Adverts a catturare il Rock Town, stipato all’inverosimile, come ‘Great British Mistake’ e gli evergreen dal titolo di ‘Gary Gilmore’s Eyes’, ‘Bored Teenagers’ e l’immortale ‘One Chord Wonders’.
Pochi minuti di break e gli U.K. Subs salgono sul palco….l’arzillo vecchietto Charlie Harper prende possesso del microfono e comincia la cavalcata attraverso la storia della band inglese con ‘Emotional Blackmail’, ‘Left for Dead’ e l’epocale ‘Down on the Farm’ (…vi ricordate la versione dei Guns in ‘The Spaghetti Incident’?).
Da una parte le generazioni punk più anziane si godono lo show con la macchina fotografica in mano, sorridenti, cantando tutte le canzoni, dall’altra, sotto il palco, le nuove leve si stravolgono in un pogo violento con gente che fa surf sul pubblico e stage diving, formando una massa informe di braccia, gambe e teste rotte (…spunta anche del sangue!).
‘Endangered Species’, ‘Crash Course’, ‘Tomorrow’s Girls’ e ‘Teenage’…ci sono proprio tutte…la band macina sicura mentre Charlie gioca con il pubblico puntandogli l’asta del microfono come fosse un fucile.
‘…Ooh la la la, ooh la lay…there’s a party in Paris Palais!!’ …il coro del pubblico che accompagna ‘Party in Paris’ è un boato, e stessa identica cosa per l’inno ‘Warhead’…siamo al gran finale e la band non è per niente sfinita…anzi! ‘Riot’, ‘Stranglehold’ e ancora ‘Disease’ prima della consueta pausa con la band richiamata a gran voce per i bis.
‘C.I.D’. e ‘New York State Police’ sono i petardi conclusivi dell’ennesimo party organizzato dagli U.K. Subs in questi loro quaranta anni di vita.
Il punk non è ancora morto, dopotutto….God save the U.K. Subs!