La Sliptrick Records continua ad ingrandire il suo roster con l’ingresso di tre nuovi gruppi, tutti quanti al lavoro su nuovi album in uscita nel 2017.
Dead South Dealers (GR) Heavy Rock Hadal (IT) Dark metal|Death Doom Metal Alkemy (IT) Metalcore | Deathcore
Si parte con Dead South Dealers, heavy rock e metal dalla Grecia. Formati nel 2013, la band, che ha la sua ‘base’ ad Atene, si caratterizza per il suo sound frutto della combinazione di stili diversi. Nel gennaio 2016 hanno pubblicato il loro primo singolo, ‘Note to Self’, destinato a lasciare traccia dietro di sé. La band è fortemente influenzata da giganti del rock come Led Zeppelin e Black Sabbath, fino a gruppi più recenti come Clutch e Alter Bridge. A breve uscirà il loro primo full-length ‘Walk Through the Line’ con Sliptrick Records.
Hadal, dark metal attivi dal 2009, nascono a Trieste dalle ceneri dei So Cold, una band principalmente ispirata dal movimento gothic metal finlandese. Ben presto il gruppo decide di intraprendere una ricerca più personale, dove strofe cariche d’oscurità si fondono con riff di chitarra metal, creando sonorità caratterizzate da un groove lento, melodico e potente allo stesso tempo. Sulla scia del successo di ‘The Obscure I’ (2013) , e dell’entusiasmo suscitato durante i loro live, stanno portando a termine il loro primo full lenght in uscita con Sliptrick.
Arrivano da Bergamo gli Alkemy, formati nel 2015 il loro suono è frutto di una combinazione potente ed originale, restando con radici ben salde in territorio metalcore e deathcore. Dopo un anno di lavoro, e aver completato la line up, lo scorso febbraio sono entrati in studio al Math Lab Studio di Pistoia. Il loro EP ‘Creepyville’ è in uscita nei prossimi mesi con Sliptrick.
Sliptrick Records presenta due new entry che, seppur di nazionalità e stile diverso, hanno in comune, oltre alla stessa label, il coraggio di credere profondamente nella musica che propongono.
Concrete Jellÿ (IT) Hard Rock | Progressive Stoner
Katharos (SE) Symphonic Black Metal | Black Metal
Concrete Jellÿ (si scrive proprio così, con la ÿ, non è uno sbaglio) si formano nel 2014 a Trieste. L’album ‘Getting Noticed’ è stato registrato nell’estate del 2016, e la storia che racconta prende ispirazione dalle avventure che vedono protagonista la band tra un live e l’altro. Il sound unisce stili differenti tra quelli che più hanno influenzato tutti i componenti della band, e spazia dal rock anni ’70 al prog… Il loro segreto? Non prendersi mai troppo sul serio, tranne quando c’è da suonare!
‘Getting Noticed’ uscirà nei normali formati per la Sliptrick Records il 7 febbraio 2017.
Dai ghiacci del Nord arriva il symphonic black/death metal dei Katharos, band svedese sulla scia di Emperor, Dimmu Borgir e i Death. Nel loro debut, dal titolo ‘Exuvian Heraldry’, il tipico sound black/death scandinavo si fonde con elementi symphonic e epic, per un risultato complessivo che ripaga più di un ascolto. Riff potenti, batteria feroce, il tutto sostenuto da cori imponenti e synth accompagnati da testi che affrontano temi religiosi e filosofici.
‘Exuvian Heraldry’ esce con Sliptrick Records l’1 marzo 2017.
Da segnalare che sarà disponibile in una versione esclusiva in vinile e nei migliori digital store ma non in CD.
Links: Facebook | Soundcloud
‘Overgalaxy’, il nuovo album dei triestini Damned Pilots, debutta alla grande, e su You Tube -visualizza qui-, a poche ore dalla pubblicazione ha superato le 1000 visualizzazioni. L’album, che è uscito con la Sliptrick Records, label fondata nel 2007 come incubatore per artisti al debutto,è disponibile dal 15 dicembre su iTunes e nei migliori digital store.
‘Si tratta di un concept album in spirito steampunk’, racconta Don Nutz, batterista e fondatore della band che si prepara al tour da marzo 2017. Protagonisti di questa nuova avventura sono i Damned Pilots, ovvero quattro ribelli piloti spaziali che, a bordo di un furgoncino hippy anni Settanta, viaggiano nello spazio combattendo contro il loro nemico di sempre Gorguss e il suo Impero del Male.
Il disco contiene nove tracce scritte da Don Nutz e Sgt Ote, più ‘Hell is Cold’ che è scritta da Ron Goudie (Gwar, Death Angel, Poison), ed è stato mixato e masterizzato dal leggendario Bill Metoyer, producer, tra gli altri, di W.A.S.P., Trouble e Slayer.
E’ un periodo importante per i triestini Tytus, heavy metal band formata nel 2014 dai disciolti Gonzales. La band sta facendo parecchio parlare di sé con ‘Rises’, loro primo full lenght uscito da poche settimane via Sliptrick Records. In programma hanno anche una serie di date live, a partire da quella di venerdì 11 novembre allo Spazio Aereo di Marghera(Venezia), dove suoneranno con i ferraresi Game Over e gli Atomic Massacre.
Ciao Mark, intanto congratulazioni per l’album ‘Rises’, le recensioni in giro sono ottime, vi preparate a presentarlo in giro per l’Italia, come ti senti? ‘Sono molto contento ora! L’album sarebbe dovuto uscire già all’inizio dell’anno con un’altra label’, raccontaMark Simon Hell, chitarrista che compone la band insieme a Ilija Riffmeister (voce e chitarra), Markey Moon (voce e basso) e Bardy alla batteria. ‘Ma poi per alcune ‘divergenze’ artistico-estetiche abbiamo deciso di non farlo uscire con loro e l’album è rimasto in standby per alcuni mesi. La cosa non è stata il massimo perché ha cambiato un po’ tutti i piani, live compresi.. ma finalmente è uscito, quindi ora abbiamo ripreso l’ attività dei concerti e della promozione! Siamo in bomba! Over The Top!
Qual è il concept dietro a ‘Rises’ e perché questo titolo?
Ehehe… qui dovresti parlare con il nostro bassista Markey Moon che è l’elemento più psichedelico della band… Questa è la spiegazione del concept di ‘Rises’: “In alcuni miliardi di anni il nostro Sole inizierà a morire, per diventare una stella gigante rossa che divora tutto il Sistema Solare. Come sarà la condizione degli esseri umani in quei giorni? Saranno in grado di sopravvivere? Probabilmente sì, probabilmente riusciranno a vivere nel sottosuolo in prossimità delle rare sorgenti d’ acqua. Tutto è stato distrutto e ridotto ad una terra deserta, tutto ciò che amavano è andato per sempre. I loro culti ritornano ad essere quelli da cui tutto è iniziato: il culto del sole potente che purifica l’universo attraverso la distruzione. Quindi le canzoni dell’album sono riflessioni circa l’esistenza degli esseri umani sul pianeta Terra nel corso dei secoli: la guerra, lo sfruttamento, le ribellioni, le religioni, le migrazioni, le rivoluzioni… Ma anche la necessità selvaggia di rompere i confini, fisicamente e mentalmente parlando, e tutte le grandi conquiste resa possibile da questa caratteristica esclusiva della razza umana”.
Che cosa ci puoi dire della fase di registrazione? ‘Rises’ è stato registrato, come il nostro precedente Ep ‘White Lines’, al Track Terminal Studio di Trieste del nostro drummer Frank Bardy. La ricerca del sound è stata lunga e tortuosa, e le abbiamo provate un po’ tutte: dallo stile ‘chirurgico’ alla Megadeth a quello più grezzo della prima NWOBHM… Alla fine la verità era nel mezzo… Infine, il consiglio del mio amico ed ex compagno di band Marco Rapisarda, che in queste cose non ne sbaglia una, è stata quella di fare il master da Will Killingsworth del Dead Air Studio di Leverett, negli Stati Uniti, per dare al tutto un “tiro” un po’ più punk!
Le recensioni di ‘Rises’ parlano di un sound ‘vintage’, ma allo stesso tempo rifinito… Sì, come ti dicevo prima abbiamo fatto un bel po’ di ricerca per il suono definitivo, inizialmente anche insieme a Carlo della Retrovox Records con cui doveva uscire ‘Rises’. E’ stato un ‘prova e riprova’, lavorando sia sui singoli strumenti, soprattutto sulle chitarre, sia sul mix generale. In definitiva abbiamo cercato di dare un effetto abbastanza naturale che potesse essere il più vicino al sound dei nostri live.
Ti va di raccontarci un po’ il tuo percorso artistico?
Anche se sono sempre stato un metallaro ho iniziato a suonare hardcore nei primi anni Duemila principalmente con band della scena veneziana come Ohuzaru e La Piovra con cui ho iniziato a girare l’Italia, l’Europa e anche gli Stati Uniti! Abbiamo fatto i primi tour telefonando negli squat, mandando lettere e girando in furgone con le mappe stradali. In questi ultimi anni, dopo qualche anno di assenza dalla scena, sono ritornato con le reunion di band storiche del punk/hc italiano come i friulani Eu’s Arse e gli Upset Noise. Devo molto a quell’attitudine: il diy, il supporto tra band è la base che, soprattutto in Italia dove tutti sono troppo presi a fare ‘la rockstar de casada’, purtroppo continua a mancare.
Queste tue esperienze hanno in qualche modo influenzato anche il lavoro con i Tytus? Ho suonato e suono in band hc da quindici anni sicché un po’ di legame con quell’ambiente c’è, ed è sicuramente più nell’attitudine che nelle sonorità. Negli Stati Uniti molti musicisti rock, e non solo, hanno un passato, anche minimo, nella scena hardcore, basta pensare a Moby o ai R.H.C.P. L’hardcore/punk dovrebbe essere una sorta di dottrina e non solo per un discorso prettamente musicale. Tornando ai Tytus, ripeto, nelle sonorità non credo si sentano influenze hardcore, ma sicuramente l’ attitudine è quella!
Sei attivo, oltre che musicista, anche con la tua label. Com’è nata quest’idea, come vedi la scena oggi e quali consigli daresti ad una band emergente?
La piccola label che gestisco, la Kornalcielo Records, è stata creata da me e Markey Moon più di dieci anni fa principalmente per promuovere il nostro primo cd ‘Hell Drive’ dei Gonzales, la band da cui sono nati i Tytus. E’ nata con lo spirito di dare un contributo per mantenere viva la scena, più che per guadagnare, e in questi anni ci siamo concentrati su sonorità rock’n’roll/punk, alternando l’attività tra booking e produzioni, organizzando dei piccoli tour e date sia a band italiane sia straniere che cercavano degli spazi per suonare da queste parti.
‘Purtroppo l’interesse per il rock in generale sta diminuendo’, prosegue Mark, ‘e, a parte la scena hc e quei gruppi che sanno di poter contare già su un discreto seguito, è difficile vendere dischi se non durante il proprio concerto. Il consiglio che mi sento di dare alle band emergenti è quello di ‘fare rete’ il più possibile con altre band nella stessa situazione in altre città, regione o Stato in modo di scambiarsi date e supportarsi!
Tra gli ospiti dell’album, c’è il chitarrista Will Wallner dei californiani White Wizzard. Come è nata questa collaborazione? Ho conosciuto Will Wallner tramite Facebook nel periodo in cui ho consumato il loro lp ‘Devils Cut’ e nel luglio 2015, periodo in cui stavamo registrando, avevo visto che era in vacanza in Croazia con la sua ragazza. E’ rimasto entusiasta della nostra richiesta di registrare un solo nel nostro disco, è risalito dalla spiaggia, ha preso l’auto ed è venuto nello studio!
Nei giorni scorsi è uscito il video di ‘Haunted’, secondo singolo estratto dall’album, che cosa ci puoi raccontare?
Per il video cercavamo un effetto lo-fi da vecchi b-movie horror, e non avendo fatto prima un reale sopralluogo, le scene esterne sono state per lo più improvvisate. Il video è stato realizzato da Enrico ‘Pido’ Stocco nel casolare di una mia amica nella provincia trevigiana, ed è prodotto dalla Rotten Babuino Productions. Anche la partecipazione del nostro amico Frankie Grave, nella parte dell’inseguitore, è stata casuale.
Cosa avete in programma per la promozione del disco? Date singole, tour…? Sì, abbiamo in progetto un tour in Europa per la fine di aprile 2017. Nel frattempo abbiamo un po’ di date in giro per l’Italia, dopo quelle in Veneto ce ne saranno anche altre, tra cui Torino in dicembre, poi a Mantova e La Spezia a gennaio!
C’è qualcosa che ti va di aggiungere?
Grazie Sarah per il supporto!
Damned Pilots annunciano il nuovo album ‘Overgalaxy’ in uscita il prossimo 15 dicembre via Sliptrick Records. ‘Si tratta di un concept album in spirito steampunk‘, racconta Don Nutz, batterista e fondatore della band che si prepara al tour da marzo 2017. ‘Protagonisti di questa nuova avventura sono i Damned Pilots, cioè Don Nutz, Sgt Ote, Willer Hz e Erik Space che, a bordo di un furgoncino hippy anni Settanta, viaggiano nello spazio combattendo contro il loro nemico di sempre Gorguss’.
TRACKLIST
01. INTRO
02. DAMNED PILOTS
03. SEASON OF THE ENDING
04. DESERT EUROPA
05. JUST ANOTHER DAY
06. GORGUSS
07. HELL IS COLD
08. PEOPLE DON’T DIE
09. SYLVANIC
10. MOS
L’album contiene nove tracce scritte da Don Nutz e Sgt Ote, più ‘Hell is Cold’ che è scritta da Ron Goudie. I testi, scritti da Sgt Ote, parlano di amore e odio, guerra e pace, passato e futuro, ribellione contro il sistema, oltre al senso dell’umorismo tipico di uno sci-fib-movie.
Lo stile spazia tra un metal in mid tempo con groovy ed effetti psichedelici combinati con melodie orecchiabili. ‘Damned Pilots’ e ‘Season of the Ending’ sono due brani decisamente martellanti nei contenuti metal, groove dominati da possenti e solidi riff.
‘Desert Europe’ è un brano profondo, lento e con influenze black metal caratterizzate da una voce metallica. ‘Just Another Day’ e ‘People Don’t Die’ sono due ballate ben diverse tra loro, ‘Gorguss’ è una canzone doom pop orecchiabile caratterizzata da riff monolitici e melodie memorabili. ‘Hell Is Cold’ è il singolo dell’album scritto dal produttore Ron Goudie, ‘Sylvanic’ parla dell’esistenza di Bigfoot su altri pianeti, un potente crossover tra rock classico e metal anni ’90, ‘Mos’, scritta insieme a Mos DJ, si spinge in direzioni di genere drone e noise.
Tra le principali influenze dei Damned Pilots ci sono i Kiss, Monster Magnet, Trouble, Beatles, Mayhem, Turbonegro, Voivod, Ghost, Devil’s Blood, Black Sabbath, Pink Floyd, Electric Light Orchestra.
‘Overgalaxy’ è stato registrato al Track Terminal Studio di Trieste da Francesco Bardy, eccetto ‘Just Another Day’ e ‘People Don’t Die’ che sono state registrate da Paul Van Rijswijk al Voodoosound Studios di Ijmuiden in Olanda. Il disco è prodotto da Ron Goudie (Gwar, Death Angel, Poison), mixato e masterizzato dal leggendario Bill Metoyer, producer di W.A.S.P., Trouble e Slayer. L’artwork di copertina è opera del graphic designer filippino Uzi Emperado.